
Che sulla questione delle spese militari nel governo, ci fossero visioni diverse, era già emerso da diversi interventi pubblici del ministro dell’economia Giorgetti, che certo non è contrario anzi, l’Italia parteciperà al programma Europeo, ma conti alla mano non si è mai sbilanciato troppo. E così ieri il ministro della Difesa Crosetto, che prima di fare il ministro era portavoce della lobby dell’industria bellica, ha alzato il tiro con quel “Non siamo pronti in caso di attacco”. Che si può tradurre con: dateci più soldi. Oggi Crosetto è venuto allo scoperto: “Giorgetti sa le mie richiesta, valuterà in base alla possibilità che ci sarà.” Il tema non sono solo le richieste irrealistiche della Nato sul 5%, ma come spendere il presunto tesoretto frutto delle maggiori tasse versate ai lavoratori tramite il fiscal drag, su cui Crosetto vorrebbe metter le mani. In attesa dei dati Istat del 22 settembre, e con una manovra che avrà poche risorse per stare nei rigidi parametri di austerità europea. La questione diventa centrale. Parliamo di oltre 20miliardi che con la fregatura del taglio del cuneo fiscale sono usciti dalle tasche di lavoratori dipendenti e pensionati. La Cgil anche oggi ha insistito perché vengano redistribuiti a chi li ha pagati. Ma le armi, appunto incombono, così come i desiderata della maggioranza su rottamazione delle cartelle o tagli irpef. Intanto in borsa oggi titoli dei bancari sono stati deboli, per la discussione sul possibile contributo dalle banche prorogando il posticipo delle detrazioni fiscali. Vale un miliardo e mezzo all’anno. Anche qui, come per il cuneo fiscale, è un gioco delle tre carte: sono soldi che comunque dovranno essere poi restituiti. Ma forza Italia resta comunque contraria. Intanto lA Cgil ha indetto una manifestazione nazionale per sabato 25 ottobre, sui temi del riarmo e dei salari. Lo ha annunciato oggi il segretario Maurizio Landini. La manifestazione coinvolgerà tutte le associazioni che fanno Parte della Via Maestra, da Acli Arci Emergency e altre. “Vogliamo anticipare la manovra con le nostre proposte, e non criticarla dopo. La spesa per il riarmo è irrealistica e sottrae risorse alla sanità ed agli investimenti pubblici”. “Siamo di fronte a un rischio democratico” ha detto ancora Landini, per questo occorre coinvolgere i sindacati nelle scelte di politica economica.