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Il Green Pass debutta (anche) sui treni

COVID GreenPass ANSA

Di primo mattino la Stazione Centrale di Milano non è diversa dal solito. Unica eccezione, la scritta che scorre sotto al tabellone delle partenze, insieme al consueto monito a non superare la linea gialla: “Attenzione! Ricordiamo ai viaggiatori che è obbligatorio esibire il certificato verde sulla base delle disposizioni ministeriali per i treni ad alta velocità e lunga percorrenza.”. L’annuncio viene sporadicamente ripetuto anche dall’altoparlante che avvisa dell’arrivo e della partenza dei treni.

Il solito via vai frenetico, i soliti controlli di polizia: lo schieramento in forze annunciato dal ministero dell’Interno, per evitare blocchi e proteste, per ora non si vede. Solo dopo le 8, prima alla partenza di un Frecciarossa per Bari, poi a quella di un Eurocity per Zurigo, il personale di terra inizia a fare alcuni controlli a campione chiedendo il Green Pass alle persone. 3 o 4 persone che “filtrano” chi si avvicina al binario: “Avete il Green Pass? Prego passi, poi lo controllano sulla carrozza”.

Correttamente il personale ricorda che il certificato – il cui possesso è già da dichiarare alla prenotazione del posto – dovrà poi essere esibito a bordo. Una novità per i controllori, dotati di apposita App che verifica i dati anagrafici, li incrocia con i documenti e col biglietto per evitare le frodi di chi esibisca un Green Pass che non sia il suo. Arrivano i primi treni e così i viaggiatori, che scendono velocemente dal Frecciarossa partito da Brescia e che proseguirà per Napoli. “Si si, ce lo hanno chiesto il Green Pass. Nessuna scocciatura, tutto a posto, nella mia carrozza lo avevano tutti”, racconta uno di loro.

Nessuna preoccupazione anche per i capotreno: “Le discussioni già ci sono con chi non ha il biglietto, cambierà poco” dicono. Chi non ce l’ha, e non venisse intercettato dai colloqui a campione, salirà comunque sul treno perché la verifica arriverà appunto a bordo. E una volta trovato sprovvisto? Per la normativa sarà invitato a scendere nella prima stazione utile e intanto dovrà spostarsi in uno spazio isolato. Non essendoci un vagone apposito, dove? Nel vestibolo tra una carrozza e l’altra, risponde un capotreno. Per chi parte l’esibizione di un secondo titolo di viaggio oltre al biglietto non sembra comunque rappresentare un problema, anzi. “Così siamo più tranquille che tutti siano a posto” dicono tre ragazze che stanno per partire in direzione Roma, pronte col QR Code sul telefonino. Lo ha stampato a colori invece una signora in viaggio per Bari “una formalità il controllo, giusto averlo”, dice.

Per ora, dunque, l’esordio del certificato verde sui treni è una giornata come un’altra. “Una giornata ancora lunga ma contiamo sul buon senso delle persone”, è l’auspicio delle donne e degli uomini che sui treni ci lavorano.

  • Autore articolo
    Massimo Alberti
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    Luigi Ferrajoli, giurista, allievo di Norberto Bobbio, propone una «Costituzione della Terra» per rispondere allo smantellamento in corso del diritto internazionale da parte dei vari Netanyahu, Putin e Trump. «Si tratta di inserire una serie di garanzie», racconta a Pubblica Ferrajoli. «E’ la prima volta nella storia – aggiunge – che l’umanità rischia l’estinzione». Ferrajoli è professore emerito di filosofia del diritto all’Università Roma Tre.

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