
La manovra economica: dalla maggioranza si continuano a far trapelare ipotesi sui possibili provvedimenti. Dopo la rottamazione delle cartelle, il taglio dell’Irpef, le pensioni, è la volta di un taglio di tasse sugli straordinari. Che sarebbe finanziato con un contributo delle banche. Sarebbe la terza volta che il governo ci prova, le altre senza successo, a cercare di intercettare i lauti margini di profitto di questi anni degli istituti di credito.
L’ipotesi, lanciata già da Giorgetti al meeting di Cl, secondo nuove indiscrezioni servirebbe a finanziare una sorta di flat tax, su straordinari, premi di produzione notturni. Una vecchia proposta Cisl, che il governo farebbe sua, per spaccare il fronte sindacale che vede la Cisl sempre più attigua all’estrema destra di governo. Poi c’è il merito: un impatto limitato che per pochi euro in più in busta paga implica lavorare di più, come se la bassa produttività delle imprese italiane fosse un problema di ore di lavoro.
L’ Italia ha una media oraria già superiore a quella Europea, e non da scarse innovazione e investimenti di un sistema produttivo che campa di bassi salari. E ancora non si toccherebbe il vero nodo: lo squilibrio tra salari e profitti. Tutte le ipotesi trapelate finora, da quest’ultima, al nuovo condono, agli anticipi di pensione pagati col tfr dei lavoratori, al taglio Irpef, hanno in comune il minor uso possibile di risorse. Il saldo per rientrare nei parametri dell’austerità europea dovrà essere zero: tante spese, tante entrate o tagli. Per far deficit, stavolta non c’è margine.
Entro settembre il governo dovrà dare a Bruxelles il documento programmatico di bilancio, prima arriveranno le nuove stime Istat in particolare sul Pil, che continua a ristagnare e difficilmente avrà scossoni in positivo, visto che anche i dazi inizieranno a pesare. Difficile che tutte le ipotesi di queste ore vedano luce, e per fortuna, verrebbe dai dire, visto il contenuto.