
La strada che porterà al voto della delibera sulla vendita dello stadio Meazza sembra destinata ad allungarsi. Dopo il confronto di martedì sera tra la vicesindaca con delega all’urbanistica Anna Scavuzzo e il Pd milanese, nodi e dubbi non sono stati ancora sciolti del tutto. Servirà un nuovo confronto, tecnico e politico. Nei prossimi giorni, o al più tardi settimana prossima, torneranno a rivedersi il segretario milanese e il gruppo consiliare. Chiusa la partita delle candidature in Puglia alle prossime regionale anche la segretaria nazionale Elly Schlein valuterà il dossier San Siro. La delibera di giunta potrebbe slittare alla seduta del 18 settembre. La dead line oltre la quale scatterà il vincolo al secondo anello, che ne impedirebbe l’abbattimento, è il 10 novembre. Intanto il sindaco Sala toglie dal tavolo le sue dimissioni se la vendita dello stadio dovesse saltare. “Non lo dico di pancia, ma in base a elementi razionali. Io non mi arrendo facilmente di fronte alle difficoltà ma di fatto penso che un sindaco si debba dimettere se c’è una decisione che mina il funzionamento dell’amministrazione. Ad esempio se non viene approvato il bilancio un sindaco va a casa, ma di fronte a una cosa del genere no”. Il sindaco dice anche che “per queste società il calcio è solo business”, una riflessione più che condivisibile ma che evidentemente non ha portato Sala a cambiare idea sulla vendita e sull’abbattimento di San Siro. Non cambia neanche la posizione dei consiglieri da sempre contrari all’abbattimento dello stadio. “La demolizione dello stadio avrebbe un impatto ambientale enorme e il prezzo è una svendita: 160 milioni per alienare per sempre 280 mila mq e il Meazza è una cifra irrisoria, che su un bilancio da 4 miliardi non sposta nulla. Ci appelliamo quindi ai colleghi consiglieri di maggioranza: non si può avallare un’operazione che non porta alcun vantaggio reale al pubblico” hanno detto i consiglieri di Europa Verde Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara. Per il terzo consigliere verde a Palazzo Marino, Carlo Monguzzi, “il fatto del giorno è un ulteriore regalo di 36 milioni che il Comune fa a Inter e Milan, la cosa più assurda a cui ho assistito da quando sono in politica e cioè dai tempi di Roberto Formigoni che non si sarebbe mai permesso di fare una cosa del genere”. Per Enrico Fedrighini del gruppo Misto “dal Salva Milano al Progetto Meazza Milano emerge al primo posto in Europa come modello di assistenza pubblica agli interessi privati. Qualunque essi siano”.