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I Ministri: il rock non prevede scorciatoie

Chiamiamo Federico Dragogna durante la merenda. L’audio dell’intervista parte proprio dal “tuut- tuut” del suo telefono che suona libero e dal chitarrista de I Ministri che risponde con la bocca piena; è una chiacchierata molto più che un intervista.

Scopro, con relativa sorpresa, che i local heroes della scena rock milanese sono già abbastanza “grandi” da potersi permettere roadies, runners e tutta una serie di persone alle loro dipendenze. Tranne, e non si capisce perché, quando vanno in RAI, visto che in Corso Sempione si devono portare il materiale da soli in studio.

Provo a prenderlo in contropiede con la prima domanda (lui intanto mastica) e gli chiedo se fossero nati qualche anno dopo, anziché Arezzo Wave avrebbero provato con X Factor. “No no – è la pronta risposta – intanto siamo stati sempre dei bastian contrari e poi mi sa di finto, di scorciatoia. Nel rock non ci sono scorciatoie e andare ad X Factor è come mangiare i 4 salti in padella. Te li mangi pure, ma non è una vera pastasciutta”.

Per il concerto di mercoledì 4 novembre sono pronti, anzi prontissimi, visto che i suoni dell’ultimo disco Cultura Generale sono stati registrati live ed in sostanza provavano dal vivo mentre registravano le tracce.

“L’incontro con il produttore Gordon Raphael è stato stimolante e professionale. Pur avendo lavorato con band come i Libertines o gli Strokes non ci ha condizionato al punto da snaturare i nostri suoni: lui lavora tantissimo sul suono originario di un gruppo. Già un bicchiere che cade, per lui, rappresenta un suono su cui lavorare”.

Torniamo ad argomenti più adatti al nostro modo di conversare: cosa succede se si fanno due date di fila nello stesso locale, cosa cambia? “Cambia che devi stare attento a non fare troppo il figo ed esagerare coi vizi la prima sera, sennò la paghi alla seconda!”

Non solo, ma scopriamo che lo storico locale New Age di Treviso rappresenta per I Ministri “il Santiago Bernaubeu del degenerare”. In pratica, amici del triveneto, siete stati avvertiti.“le pareti di quel camerino promuovono il messaggio ‘fate casino, fate casino!!’. Divi (ovvero Davide Autelitano, cantante e bassista, ndr) ha riempito di divanetti e di omini impiccati fatti con le mele la scala a chiocciola che porta al palco. E ovviamente tralascio tutto quello che non si può raccontare”.

Proviamo anche a chiedergli come mai I Ministri non abbiano ancora scritto un brano su Papa Francesco: “Sai che sono un po’ Cassandra? È capitato più di una volta che abbia composto canzoni che poi si siano rivelate previsione di qualche sfiga. Nel primo lavoro I soldi sono finiti doveva entrare una canzone che parlava del fatto che l’unica possibile salvezza per la chiesa sarebbe stato avere un papa comunista”.

Suoneranno nel ventesimo anniversario dell’uscita di “Wannabe” delle Spice Girls: “Il pezzo pop perfetto. Hanno trovato la formula musicale che stimola perfettamente le sinapsi neuronali. La prima volta che l’ho sentita, dopo 10 secondi avevo il ritornello in testa.”

In chiusura ci facciamo accarezzare dalla curiosità di come sarà l’aftershow del live milanese: “Non si può assolutamente dire. L’enorme vantaggio è che per una volta sarà a 10 metri dal luogo del concerto. Perfetto”. Come dargli torto?

Ascolta l’audio integrale dell’intervista di Jack con Federico Dragogna

Federico Dragogna ospite di Jack

  • Autore articolo
    Davide Facchini
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    Sono passati dieci anni da quella notte del 13 novembre 2015, in cui durante il concerto degli Eagles Of Death Metal centotrenta persone persero la vita nell’attacco terroristico che colpì il Bataclan di Parigi. Costruito nel 1864 e dal 1991 dichiarato monumento storico, negli anni il locale ha portato sul palco della capitale innumerevoli artisti internazionali diventando un vero e proprio ”tempio della musica” francese. Oggi a Volume, il ricordo della “generazione Bataclan” e del concerto inaugurale tenuto da Sting un anno dopo la strage, in occasione della riapertura del locale. Ascolta lo speciale sul Bataclan.

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    “Quello che cerchi sta cercando te” (Iperborea) è uno dei più recenti titoli di Kader Abdolah, celebre scrittore iraniano da tempo emigrato in Olanda, in seguito a persecuzioni politiche. Il libro ripercorre le vicende e analizza le opere del famoso poeta persiano Rumi, vissuto nel 1200 e a sua volta esule dopo l’invasione mongola in Persia, e divenuto celebre in tutto il mondo proprio in seguito al forzato espatrio. A Bookcity Milano per presentare il libro, Kader Abdolah è stato ospite a Cult, intervistato da Ira Rubini.

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