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Le scelte dei cattolici nel centrosinistra

È in movimento il voto dei cattolici milanesi per le primarie e amministrative. Più che mai l’elettorato è alla ricerca di uno o più candidati sindaci che si richiamino alla dottrina sociale della Chiesa. L’Arcidiocesi di Milano ha diffuso il documento “Per la Città” con le indicazioni per i fedeli.

Tra queste l’incoraggiamento alla partecipazione, l’attenzione alla dottrina sociale, a partire dagli ultimi e dai temi etici, un richiamo alla legalità e alla resistenza alla corruzione, e che la Chiesa non si schiera ma i cattolici sì. Uno dei passaggi più significativi invita a presentarsi “tutti insieme impegnati per non permettere che la città muoia di tristezza, banalità e rassegnazione”.

Mentre il Consiglio episcopale milanese elaborava il documento sono iniziati gli incontri, i contatti, i posizionamenti di chi si riconosce nel centrosinistra, e di chi vuole sentire le proposte dei candidati. Inizialmente Giuseppe Sala sembrava più vicino alle sensibilità cattoliche.

Il commissario di Expo, pochi giorni dopo la chiusura dell’Esposizione, si era presentato alla Fondazione Ambrosianeum a un dibattito sulla Città Metropolitana, partito da un documento delle Acli su Milano aperta e sostenibile, e proprio dalle riflessioni di quella sera si era capito che si sarebbe candidato. L’accoglienza che aveva avuto ai primi di novembre sembrava ampia, considerando oltretutto che mancava la componente vicina a Comunione e Liberazione-Compagnia delle Opere, già convinta dall’operato del manager, che ha sempre detto di non aver avuto rapporti con il movimento.

In questi oltre due mesi sono aumentati i candidati e le iniziative si sono moltiplicate, così come i posizionamenti, e la ricerca di risposte nei programmi. Non a caso tre associazioni come Acli, Casa della Carità e i gesuiti del Centro San Fedele hanno proposto ai candidati un confronto pubblico.

Da queste diverse sensibilità si è fatta portare una parte del mondo cattolico del sociale, che ha lavorato in questi anni con l’assessorato ai Servizi sociali guidato da Pierfrancesco Majorino, un altro dei candidati alle primarie.

Giuseppe Sala, con le sue aperture alla collaborazione con i privati, e anche la possibilità di vendere ulteriori quote delle aziende partecipate, sta un po’ sorprendendo una parte dell’elettorato cattolico. L’altra sera il manager non ha particolarmente convinto la platea dell’assemblea dei gruppi e associazioni presso Zona K all’Isola, convocata dai democratici Fabio Pizzul, Paolo Cova, Marco Granelli, Andrea Fanzago vicini all’Azione Cattolica e alla Caritas.

Chi sta conquistando posizioni sulla difesa del pubblico è la vicesindaca Francesca Balzani, l’ultima arrivata, forte della sua esperienza al Bilancio nella giunta del sindaco Giuliano Pisapia, improntata proprio alla valorizzazione dei servizi e delle proprietà pubbliche. Alle sue iniziative si vede sempre l’ex vicepresidente della Provincia Alberto Mattioli, e anche l’ex consigliere comunale Giovanni Colombo la sostiene, pure loro arrivano dal mondo vicino all’Azione Cattolica. La vicesindaca, oltre ad aver scelto per l’educazione dei figli una scuola privata cattolica, è anche appassionata di filosofia cristiana.

Rimangono con Sala gli scout dell’Agesci, che a Milano possono contare sui democratici Roberto Cociancich e Anna Scavuzzo, molto legati al presidente del consiglio Matteo Renzi, proprio per la comune partecipazione al movimento.

Nella Chiesa di papa Francesco, che ha rimesso l’uomo al centro del dibattito rispetto all’economia, sono quindi da vedere le scelte dei cattolici, che, seguendo il messaggio del pontefice, spesso stanno modificando l’azione stessa delle associazioni e istituzioni ecclesiali.

  • Autore articolo
    Fabio Fimiani
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    Massimo Recalcati è tornato in libreria con "Uno diviso due. Fratelli e sorelle" (Feltrinelli), un libro che indaga i conflitti e i tormenti che caratterizzano il rapporto tra fratelli e sorelle. Secondo lo psicoanalista e saggista il primo moto che orienta questo rapporto non è, infatti, quello della fratellanza o della sorellanza ma quello dell’odio e dell’inimicizia. Con la nascita di un fratello o di una sorella la nostra vita si trova esposta al regime plurale del Due, all’impossibilità di essere un Uno indiviso. E la prima tendenza pulsionale dell’umano non è quella di accogliere il Due, ma quella di respingerlo, di negarne l’esistenza. Non può allora essere la Natura – la sostanza del sangue – a fondare un legame di fratellanza o di sorellanza. L'autore ne ha parlato con Ira Rubini nella puntata di Cult del 21 maggio.

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