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Google firma l’accordo con la stampa in Francia: dovrà pagare gli editori

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La Francia è riuscita a portare a casa una vittoria nella battaglia sui diritti d’autore che oppone i media a Google. L’annuncio è di alcune ore fa: l’azienda di Mountain View e l’APIG, l’associazione che rappresenta i quotidiani nazionali e la stampa regionale, hanno firmato un accordo che permetterà a termine ai giornali di essere pagati da Google per la diffusione dei loro contenuti.

Concretamente, sono state stabilite le regole generali che permetteranno ad ogni testata dell’APIG di negoziare individualmente delle licenze di diffusione e di avere accesso a News Showcase, quel nuovo strumento di Google creato proprio per raccogliere dei contenuti integrali, e non solo degli estratti di articoli come accade ora, da visualizzare nella scheda Notizie del motore di ricerca. Questi contenuti, per cui i media riceveranno un compenso, possono essere articoli pensati apposta, formati innovativi o pezzi messi gratuitamente a disposizione degli utenti anche se il sito della testata è a pagamento.

Nel comunicato di Google e dell’APIG si spiega che gli editori verranno pagati in base al volume quotidiano di pubblicazioni, il numero di lettori digitali mensili e il loro contributo all’informazione politica e generale. Ma non si specifica quanto l’azienda americana preveda di versare ai media francesi. Possiamo solo immaginare che sarà una vera manna per le casse delle testate coinvolte.

Quella di oggi è una svolta in una battaglia che va avanti dall’ottobre 2019, quando cioè la Francia ha iniziato ad applicare le nuove regole sul diritto d’autore adottate dal Parlamento Europeo. In particolare quella sui diritti connessi, che permette la diffusione e la fruizione di un’opera su internet in cambio di remunerazione.
All’epoca, Google aveva deciso di non mostrare più nei risultati di ricerca degli estratti di articoli o anteprime di foto e video, a meno che gli editori non li autorizzassero a farlo gratuitamente. Una sorta di ricatto, secondo le testate giornalistiche, che hanno continuato ad opporsi e a fare pressione sull’azienda americana ma nel frattempo sono stati costretti ad accettarne le condizioni, per non far diminuire drasticamente il traffico degli utenti sui loro siti a causa di una cattiva indicizzazione nei risultati di ricerca.

Dopo vari colpi di scena, sentenze dei tribunali un conflitto che ha iniziato ad allargarsi alle alte sfere della politica e all’estero, l’accordo di oggi segna, secondo l’APIG, il “riconoscimento effettivo dei diritti connessi della stampa e l’inizio della remunerazione degli editori da parte delle piattaforme digitali per poter usare le loro pubblicazioni”. Inaugurando un’epoca in cui gli internauti avranno accesso a contenuti gratuiti di qualità per cui oggi paga Google, in futuro forse anche Facebook o Amazon.

Anche se imperfetto, al momento il testo ha una validità di tre anni e non copre le agenzie di stampa o i periodici, si tratta di un accordo unico nel suo genere che potrebbe fare da apripista in tutta Europa.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    Caso Kirk: "Il Governo vuole creare un clima di paura" dice Benedetta Tobagi

    “Quelle che arrivano dalla maggioranza sono delle sciocchezze, che sarebbero grottesche se non fossero pericolose perché tradiscono una chiara volontà di creare un clima di paura e di allarme, criminalizzando tutta la galassia dell’opposizione”. Così Benedetta Tobagi, intervistata da Luigi Ambrosio all'Orizzonte delle Venti, sui reiterati attacchi del Governo alle opposizioni accusate di fomentare la violenza. “Anche per ciò che porto nel mio nome, l’Italia ha nella sua storia una sinistra antifascista e democratica che non è mai stata violenta. Figure come mio padre e Aldo Moro sono state colpite addirittura dal terrorismo di sinistra. Questa è la storia che vergognosamente Meloni, Tajani e Salvini non riconoscono e che, invece, deve essere la nostra forza”.

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    In diretta dall'Ucraina Sabato Angieri ci racconta delle profonde differenze che ormai segnano il paese tra territori in guerra e retrovie, di chi non vuole andarsene nonostante la guerra abbia distrutto spazi e vite e di come il fronte insista da due anni sugli stessi campi. Gianpaolo Scarante, docente all'Università di Padova ed ex-diplomatico analizza lo scontro verbale tra Russia e Nato e invoca il ritorno della ragione per evitare una escalation dei fatti. Emanuele Valenti ci aggiorna sull'entrata dei carri armati a Gaza City dopo giorni di bombardamenti mirati a distruggere tutti i palazzi principali della città per forzare la popolazione ad andarsene. Ma la popolazione non ha nessun posto dove andare. E anche chi avrebbe un visto di studio in Italia non riesce a uscire dall'inferno della Striscia lo raccontano le voci di alcuni degli studenti palestinesi che hanno vinto una borsa di studio nelle università italiane. Molti di loro hanno diffuso appelli sui social per chiedere di fare pressione sulle autorità italiane affinché organizzino la loro evacuazione immediata. Sentiamo le loro voci e ci spiega come stanno, chi sono e perché non si riesce ad aprire un corridoio umanitario per loro Stefano Simonetta, Prorettore ai Servizi agli Studenti e al Diritto allo Studio della Università Statale di Milano.

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