
In un percorso iniziato negli anni cinquanta unendosi all’intervento di Danilo Dolci fra i diseredati siciliani, Goffredo Fofi è stato un protagonista assolutamente unico del panorama intellettuale italiano.
Dopo un periodo in Francia dove i genitori erano immigrati, nei sessanta Fofi torna in Italia per collaborare con i neonati Quaderni Piacentini, e realizza l’inchiesta L’immigrazione meridionale a Torino, rifiutata da Einaudi perché dà fastidio alla Fiat e pubblicata da Feltrinelli. Sviluppata precocemente una straordinaria capacità di entrare in contatto con le migliori intelligenze di tutto il paese, di scoprirne di nuove e di indirizzarle, Fofi farà della sua inesausta attività di animatore di riviste, dai Piacentini a Ombre rosse a Linea d’ombra a Lo straniero, e negli ultimi anni Gli asini, anche un mezzo per far crescere e tenere insieme reti di collaboratori che operano nei più diversi campi.
Con una padronanza enciclopedica di ambiti come il cinema – fanno epoca negli anni sessanta-settanta le sue recensioni di film – la letteratura, il teatro, il fumetto, con interessi vastissimi sulla nostra società e sulle vicende internazionali, e con la sua vis polemica, Fofi ha sempre interpretato e vissuto la cultura relazionandola al contesto e come un aspetto della trasformazione dell’esistente: partecipe negli anni sessanta della nascita della nuova sinistra, è stato poi disincantato sulle forme assunte dalla politica organizzata, e ha insistito soprattutto sull’intervento sociale. In tutto questo Fofi, che ha continuato la sua intensissima attività fino alla fine, è stato un modello eccezionale di intellettuale militante: non è retorico dire che il vuoto che la sua morte lascia è incolmabile.
(Foto Centro Studi Pier Paolo Pasolini)
Fofi, il pensiero critico che nasce dall’indignazione verso le ingiustizie
Nicola Lagioia ricorda Goffredo Fofi:
Un punto di riferimento per la critica cinematografica
Il ricordo di Mauro Gervasini intervistato da Ira Rubini:
L’elogio della disobbedienza civile
In questa intervista del 2015 a Radio Popolare, Goffredo Fofi conversa con Roberto Festa a partire dal libro “Elogio della disobbedienza civile”, uscito in quell’anno: