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Gli imam ai musulmani: “Andate a Messa”

Un’iniziativa di pace e fratellanza, per dire no al terrorismo praticato in nome della religione. Gli imam francesi hanno lanciato un appello ai fedeli musulmani perchè vadano nelle Chiese a pregare con i cattolici, e così i  membri dell’Istituto di Alti Studi Islamici (IHEI), in segno di solidarietà con le vittime degli atti di terrorismo di Rouen e Nizza prenderanno parte alla celebrazione della Messa nelle cattedrali e nelle chiese di Parigi, Lione, Marsiglia, Gap, Embrun, Rennes, Lille, Perpignan e Tolone, e hanno invitato gli altri fedeli a fare altrettanto.

“La vita umana è sacra e inviolabile – si legge nell’appello pubblicato dall’Istituto di Alti Studi Islamici – e nessuno può arrogarsi il diritto di toglierla. Noi, cittadini francesi e credenti nell’unico Dio di Abramo, rifiutiamo ogni forma di violenza, fisica o verbale, e condanniamo con la massima fermezza questi atti di terrorismo che, usurpando il messaggio dell’Islam, cercano di seminare divisione ed esclusione all’interno della nostra comunità nazionale. I musulmani francesi – prosegue il comunicato – si sentono invece parte integrante della società laica, assieme a tutte le sue componenti e alle altre religioni, per contribuire attivamente all’edificazione di una società pacificata, più giusta e serena.  Nel momento in cui alcuni evocano ancora lo scontro di civiltà, è nostro dovere ingaggiarci in un autentico sforzo intellettuale e spirituale nello spirito di un riconoscimento reciproco. E’ a questo questo sforzo al quale sono chiamati non soltanto tutti i fedeli e le fedeli di qualsiasi confessione o credo, ma anche tutti gli uomini e le donne di buona volontà”.

Con l’IHEI è gemellata l’italiana Coreis, Comunità Religiosa Islamica, che ha lanciato un analogo appello ai musulmani italiani. Il vicepresidente Yusuf Abdal Hakim Carrara spiega così il senso dell’ iniziativa: “Il nostro appello – dice Carrara – ha un duplice significato: unirci al cordoglio e alla partecipazione nel dolore per questo atto terrificante e manifestare nettamente, senza alcuna reticenza, la nostra distanza profonda da questa contraffazione dell’Islam che offende Dio e offende l’uomo con questi atti sacrileghi”.

Il presidente della Comunità Islamica d’Italia, Sharif Lorenzini, andrà a Messa nella Cattedrale di Bari e qualche minuto prima dell’inizio della celebrazione liturgica guiderà un breve momento di preghiera, che sarà recitata in arabo e tradotta da un componente della Comunità Islamica pugliese. “Stiamo soffrendo anche noi – dice Lorenzini – per tutto quello che accade ogni giorno. Vogliamo dare un segnale forte per allontanare chi ci vuole dividere seminando terrore”.

Anche la Confederazione Islamica Italiana (Cii) aderisce all’iniziativa partita in Francia, lo ha annunciato Abdullah Cozzolino, segretario generale della Cii, in una nota nella quale afferma “invieremo nostri delegati regionali in alcune chiese cattoliche per esprimere cordoglio per quanto accaduto e per dare testimonianza concreta di fratellanza spirituale, di rispetto dei riti, dei ministri e dei luoghi di culto dei cristiani”.

Paolo Branca, studioso di islamistica all’Università Cattolica di Milano e delegato della Diocesi cittadina per i rapporti con il mondo musulmano, ritiene che l’uccisione dell’anziano sacerdote francese abbia fatto prendere coscienza a molti musulmani che “si sta andando in una direzione molto pericolosa. Io spero che l’iniziativa abbia successo – ci dice il professor Branca – e penso che dovrebbe diventare reciproca, perché molti cattolici che spesso parlano dei musulmani in una moschea non sono mai stati, e visto che ce ne sono 800 in Italia forse converrebbe andare a vedere faccia a faccia chi le frequenta. I musulmani in Italia sono un milione e mezzo circa – prosegue Branca –  se una parte di queste persone rispondesse all’appello potrebbe essere un fatto significativo, soprattutto in alcune aree come quella di Milano dove sono particolarmente concentrati, sono circa 100mila, quindi una presenza percepibile. Nella testa dell’attentatore erano presenti anche motivazioni religiose. Forse l’allarme può servire a superare reticenze e indecisioni e come ha detto il Papa cercare di liberare le religioni dalla strumentalizzazione politica e ideologica, perché penso che qualsiasi persona sinceramente credente in qualunque religione punti ad un ideale di armonia ed equilibro tra sé e il mondo che non può tollerare atti di questa efferata violenza”

Ascolta l’intervista di Chiara Ronzani a Paolo Branca

PAOLO BRANCA

 

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    Carlo Rovelli, fisico teorico, è stato ospite oggi a Pubblica. Dieci anni fa, pochi giorni dopo le stragi di Parigi e del Batclan nelle quali furono uccise 130 persone, lanciò una «proposta per la Mesopotamia». Rovelli la illustrò a Radio Popolare: «l’Occidente - sosteneva - può continuare a bombardare (l’Isis, ndr), ma i bombardamenti, come ripetono i vertici militari, non portano a nulla. Nessuno ha voglia di invadere di nuovo la Mesopotamia, per riaprire il problema. Penso sia necessario parlare con lo Stato islamico. L’alternativa è la guerra senza fine». Dieci anni dopo, e in altri contesti, il senso della proposta di Rovelli resta intatto. Ne abbiamo parlato oggi con lui nel corso della trasmissione, insieme al suo ultimo libro «Sull'uguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane». Nel testo (pubblicato da Adelphi, 2025) sono raccolte sei lezioni che Rovelli ha tenuto a Princeton (Stati Uniti) un anno fa, chiamato come fisico a raccontare ai filosofi il mondo dei fenomeni quantistici. Che cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nella conocenza del mondo? «Ci siamo accorti sempre di più che le grandi teorie del XX secolo, scientifiche e fisica, funzionano incredibilmente bene», racconta Rovelli. «Lo sforzo ora è cercare di capire cosa implicano queste grandi teorie per la nostra comprensione del mondo. Il contenuto del mio libro è questo: che cosa ci dice sul mondo la grande rivoluzione culturale del XX secolo, quella dei quanti e della relatività». Buona lettura.

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