Cinque anni di adattamento climatico di Glasgow grazie alle infrastrutture basate sulla natura, quindi sul verde e sull’acqua. È un processo amministrativo iniziato da oltre vent’anni quello che ha coinvolto la città e la provincia della città scozzese dal 2020. Già all’inizio degli anni ‘10 Glasgow si era prefissata di ridurre le emissioni serra del 42% entro il 2050, e nei primi anni del 2000 aveva dimezzato le perdite della rete idrica. Cinque anni fa la strategia di adattamento al cambiamento climatico ha stabilito di incrementare la dotazione di alberi e spazi verdi, nonché di gestione dell’acqua piovana. Un modo per incrementare la sicurezza degli abitanti durante gli eventi meteo estremi più frequenti, e migliorare la qualità urbana, riducendo l’impatto dell’isola di calore cittadina. Per questo le progettazioni e gli interventi hanno avuto come focus i quartieri più vulnerabili e dove erano in progetto riqualificazioni. Sono state, quindi, inserite pavimentazioni drenanti e zone per la ritenzione provvisoria delle piogge, come a South Dalmarnock e Oatlands. Nelle zone sulle rive del fiume Clyde, dove erano previste rigenerazioni di aree industriali, sono stati inseriti anche percorsi pedonali rialzati nella riconfigurazione delle sponde, come a Yorkhill Quay. Si tratta di un modo per consentire agli abitanti di affrontare i possibili gli incrementi del livello del corso d’acqua. Per quanto riguarda le piantumazioni di alberi e il verde è stato ideato un piano per incrementare la dotazione a partire della realizzazioni di corridoi verdi, connessi con la aree periurbane. Il piano clima di Glasgow ha pure tenuto in considerazione gli aspetti sociali a partire dalle persone più fragili. Per questo sono stati pensati interventi sia di supporto, di aree ombreggiate vicino alle abitazioni, spazi pubblici climatizzati, nonché per migliorare il confort climatico delle case.


