Approfondimenti

Francia, viaggio nel Front National/1

Un nuovo contenitore della destra radicale

Il Front National pour l’Unité Française, comunemente chiamato Front National (FN), venne fondato ufficialmente nel 1972 federando, per iniziativa di un gruppo variegato di militanti della destra radicale nazionalista francese, diverse formazioni politiche, sia movimentiste che partitiche.

Si trattava di un progetto molto ambizioso che si prefiggeva l’obiettivo di riunire in un unico contenitore politico la molteplice e dispersa famiglia dell’estremismo nazionalista, tradizionalista cattolico e neofascista francese: un mondo ciclicamente uscito sconfitto da tutte le sue esperienze storiche precedenti, dall‘Affaire Dreyfus al collaborazionismo con il Terzo Reich del Regime di Vichy, dal populismo qualunquista di Pierre Poujade alla sconfitta nella guerra d’Algeria del 1962. Tra i fondatori del Front National, subito eletto come segretario, si notava la presenza dell’ex-militare (nella prima fase della guerra d’Algeria) ed ex-deputato populista di destra, Jean Marie Le Pen, che era stato il più giovane eletto nel Parlamento Francese alla fine degli anni ’50.Per tutti gli anni ’70, però, il FN rimase solo uno dei tanti partiti politici estremisti sorti alla destra dello schieramento gaullista, non ottenendo mai risultati di qualche rilievo; ma le cose erano destinate a cambiare rapidamente negli anni ’80.

Il “fenomeno Le Pen” (1983-1993)

All’inizio del decennio l’egemonia dei conservatori (1959-1981) volgeva definitivamente al termine con l’elezione, a Presidente della Repubblica, del socialista François Mitterrad (1981-1995). Il nuovo leader della destra Jacques Chirac si trovava, dunque, a dover rilanciare il proprio progetto politico spostandosi su posizioni più liberiste e meno tradizionaliste, in linea con l’esempio inglese di Margaret Thatcher. Il Front National intuì che si sarebbero aperti nuovi spazi a destra.

Così, alle Elezioni Europee del 1984, il FN arrivò con una feroce campagna anti-immigrazione, a prendere l’11% raccogliendo 2.210.000 preferenze; nel precedente test elettorale (le Presidenziali del 1981) aveva registrato solo lo 0,18% dei consensi con 45.000 voti. Pochi mesi dopo, Mitterrand, per rilanciare lo schieramento di sinistra, riformò il sistema elettorale in senso proporzionale e, proprio grazie a questo, nelle Legislative del 1986 il FN ottenne il 9,65% eleggendo ben 35 deputati con circa 2.700.000 voti (il suo miglior risultato nel Parlamento francese tutt’oggi); per Jean Marie Le Pen è il grande ingresso sulla scena politica nazionale. Se il ritorno alla legge elettorale precedente penalizzò il Front National concedendogli solo un deputato nelle Legislative del giugno 1988, il suo consenso rimase inalterato attestandosi sul 9,7% ( 2.400.000 voti), mentre nelle Presidenziali dell’Aprile 1988 (che riconfermarono l’anziano Mitterrand all’Eliseo) Jean Marie Le Pen arrivò quarto con il 14,4% e 4.400.000 voti.

Tuttavia la “marea nera” non era destinata a fermarsi e nelle Europee del 1989, catalizzando le diffidenze per la CEE della società francese, il Front National ottenne 10 parlamentari europei con un lusinghiero 11,7%, riconfermando il suo segretario a Strasburgo. Ancora, qualche anno dopo, nelle Legislative del 1993, pur raccogliendo un solo seggio a causa del sistema elettorale francese, il partito di Le Pen totalizzò, al primo turno, un buon 12,5% con 3.150.000 preferenze.

Le radici di un successo: la Préférence National.

Le ragioni politiche profonde di questo exploit vanno ricercate in una retorica xenofoba e nazionalista con diversi accenni autoritari ed antisemiti, propagandata con slogan semplici ed in modo martellante.Colonna portante del programma lepenista è, fin dall’inizio, il concetto di “Preferenza Nazionale”: un criterio di riorganizzazione dello stato sociale (“assegni familiari, aiuti sociali, sanità pubblica, salario minimo di disoccupazione…”) non più universalistico, ma concesso soltanto ai cittadini francesi.

Per l’immigrazione (definita sprezzantemente “l’invasione migrante”) vi è, invece, una unica soluzione: “l’espulsione di tutti i clandestini e l’attuazione di programmi d’aiuto verso i loro paesi d’origine”; un concetto sintetizzato sui manifesti lepenisti con lo slogan: “La Francia aiuterà gli stranieri, ma a casa loro!”.Inoltre il Front National rivendica la reintroduzione della pena di morte (abolita su spinta di Mitterrand nel 1981), l’espulsione (dopo aver scontata la pena) per tutti i migranti irregolari detenuti nelle carceri francesi, la cancellazione delle sanatorie sull’immigrazione dal 1982 e la creazione di appositi “nuclei di poliziotti addetti alla cattura e alla ricerca” di clandestini.

Un ulteriore “nemico della Francia” per i lepenisti è la “cultura del ’68”, responsabile di una degenerazione della società che va curata: abolendo l’aborto, punendo per legge l’omosessualità, aumentando fortemente le pene per il consumo di droga; in modo da preservare l’identità cattolica della nazione.Il Front National sarà poi un acerrimo avversario del processo di integrazione e formazione dell’Unione Europea, arrivando a promuovere un referendum anti-trattato di Maastricht nel 1992. Non mancheranno, inoltre, nelle parole di Le Pen uscite antisemite, definite spesso come “semplici battute” o, a suo dire, frasi male interpretate da faziosi media progressisti, spesso controllati da una sorta di lobby ebraica dell’editoria. Il Segretario del FN definì infatti nel 1987 (in un programma radiofonico) le camere a gas “un dettaglio della II guerra mondiale”, mentre nel 1989, in un’intervista sul quotidiano cattolico Prèsent, denunciò che “le grandi internazionali, come l’internazionale ebraica, giocano un ruolo tutt’altro che secondario nella costruzione dello spirito antinazionale”. Analoghe uscite razziste e antiebraiche saranno caratteristiche anche di altri eletti e dirigenti del Front National, mentre varie formazioni estremiste, dai tradizionalisti cattolici nostalgici della Vandea alle bande naziskin, cominceranno a considerare il mondo lepenista come il loro partito di riferimento.

Indubbiamente il Front National, negli anni ’80, seppe interpretare un’anima della società francese che si sentiva spaventata dalla paura di perdere la sua identità a contatto con la globalizzazione (delocalizzazione produttiva, nuove ondate di flussi migratori, società multiculturale, crescente laicismo…) andando a conquistare significativi consensi tanto nelle periferie rosse parigine, quanto nella profonda provinicia agricola e manifatturiera francese.È infatti innegabile che questa piccola formazione, col carisma del suo battagliero leader e padre-padrone, in meno di un decennio riuscì, nazionalmente, a creare una pressione molto forte su tutto il quadro politico, radicalizzandone la discussione e, a livello europeo, divenne il nuovo modello da imitare per l’estrema destra degli anni ’90.

L’articolo è tratto dalla serie Viaggio nell’estrema destra europea, un progetto dell’Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia, curato dal ricercatore storico e collaboratore dell’Università Statale di Milano Elia Rosati.

  • Autore articolo
    Elia Rosati
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 02/12 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 02-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 02/12 07:00

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 02-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 02/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 02-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 02/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 02-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di martedì 02/12/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 02-12-2025

  • PlayStop

    From Genesis To Revelation di martedì 02/12/2025

    "From Genesis to Revelation" è una trasmissione radiofonica dedicata al rock-progressive, attiva regolarmente dal 1999. Condotta da Renato Scuffietti e Matthias Scheller, offre un'ora settimanale di musica prog, spaziando dai grandi classici dei seventies al newprog e al prog sinfonico, con interviste, recensioni e monografie sui sottogeneri. Nata come un hobby, è diventata un importante punto di riferimento per gli appassionati del genere.

    From Genesis To Revelation - 01-12-2025

  • PlayStop

    Jazz Anthology di lunedì 01/12/2025

    "Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).

    Jazz Anthology - 01-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di lunedì 01/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 01-12-2025

  • PlayStop

    Il Suggeritore Night Live di lunedì 01/12/2025

    Il Suggeritore Night Live, ogni lunedì dalle 21:30 alle 22:30 dall’Auditorium Demetrio Stratos, è un night talk-show con ospiti dello spettacolo dal vivo che raccontano e mostrano estratti dei loro lavori. Gli ascoltatori possono partecipare come pubblico in studio a partire dalle 21.00. E spesso, il Suggeritore NL vi propone serate speciali di stand up, slam poetry, letture di drammaturgia contemporanea, imprò teatrale. Vi aspettiamo!

    Il Suggeritore Night Live - 01-12-2025

  • PlayStop

    Jailhouse Rock di lunedì 01/12/2025

    "Jailhouse Rock", trasmissione di Radio Popolare e Popolare Network, esplora il legame tra musica e carcere. Ogni lunedì dalle 20.30 alle 21.30, a cura di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, il programma include storie e suoni dal mondo delle prigioni, con la partecipazione di detenuti dei carceri di Rebibbia e Bollate che realizzano un Giornale Radio dal Carcere e cover di artisti. Scopri di più su http://www.jailhouserock.it/ e https://www.facebook.com/Jailhouse-Rock-451755678297925/

    Jailhouse Rock - 01-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di lunedì 01/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 01-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di lunedì 01/12/2025

    1) La linea della morte. A Gaza nonostante il cessate il fuoco ogni giorno i palestinesi vengono uccisi per aver oltrepassato la linea gialla. Ma nessuno sa davvero dove si trova. (Giulio Cocchini - CESVI) 2) Netanyahu chiede la grazia al presidente Herzog. Se concessa, il premier israeliano porterebbe definitivamente a termine lo smantellamento dello stato di diritto. (Meron Rapoport - +972) 3) Guerra in Ucraina, Zelensky a Parigi cerca l’appoggio europeo nel pieno dello scandalo corruzione e delle pressioni statunitensi. (Francesco Giorgini) 4) La concretezza del cambiamento climatico. I morti per le inondazioni che hanno colpito il sud est asiatico sono più di mille e la popolazione chiede ai governi azioni più efficaci. (Alice Franchi) 5) Nessun accordo in vista. Trump parla al telefono con il leader venezuelano Maduro e gli offre un ultimatum, ma intanto chiude lo spazio aereo sopra il paese. (Alfredo Somoza) 6) Germania, migliaia di persone hanno manifestato contro la fondazione della nuova formazione giovanile di Afd. (Alessandro Ricci) 7) 70 anni fa il “no” più famoso di sempre. Il primo dicembre 1955 Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto sul bus a un bianco, gesto simbolo della lotta degli afroamericani. (Roberto Festa)

    Esteri - 01-12-2025

  • PlayStop

    “Regole a Milano” sempre più spietate: i Delta V raccontano il nuovo album

    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

    Clip - 01-12-2025

Adesso in diretta