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Fosse/Verdon, la miniserie sul mondo dello spettacolo

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Uno dei maggiori successi artistici degli ultimi anni in Italia è probabilmente conosciuto solo dagli addetti ai lavori e da una manciata di appassionati di musical: si intitola Hamilton, e non c’entra niente col pilota di Formula 1, bensì con Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, che fu rivoluzionario, ufficiale durante la Guerra d’indipendenza, tra gli autori della costituzione e inventore del sistema economico su cui venne edificata la nuova nazione.

Una biografia ricca (e dalla fine tragica), che non sembrerebbe però il soggetto ideale per uno spettacolo in grado di trascinare a teatro folle oceaniche: invece il musical Hamilton, scritto da Lin-Manuel Miranda (che forse qualcuno di voi ha visto nel recente Il ritorno di Mary Poppins) e diretto da Thomas Kail, dopo esser stato presentato con un paio di canzoni alla Casa Bianca davanti a Barack e Michelle Obama, ha debuttato Off Broadway nel 2015, per trasferirsi quasi subito a Broadway e segnare, da allora, immancabilmente, il tutto esaurito a ogni replica, nonostante costi stellari.

Da un paio d’anni ne esiste anche una versione londinese al West End, l’album con la registrazione delle canzoni ha avuto un successo record e il testo ha vinto il Premio Pulitzer, uno dei pochi musical a riuscirci: nella versione di Miranda, la storia di Alexander Hamilton, bianco ma originario di Puerto Rico, orfano di padre e senza un soldo, diventa quella di uno tra i tanti migranti che hanno fatto letteralmente l’America, mettendo i primi tasselli di un esperimento democratico collettivo che, intriso di mille contraddizioni, è ancora in corso.

Ma cosa c’entra Hamilton questa rubrica sulle serie tv? C’entra, perché Lin-Manuel Miranda e Thomas Kail sono tra i produttori esecutivi di una nuova miniserie, in onda su FoxLife in queste settimane: s’intitola Fosse/Verdon e si occupa di rimettere in scena un’altra storia vera, questa volta presa direttamente dai backstage di Broadway e di Hollywood.

Fosse è Bob Fosse, il geniale coreografo e regista responsabile dei successi di Cabaret (la versione cinematografica, con Liza Minnelli) e di Chicago (la versione teatrale), e autore di un capolavoro autobiografico ispirato a 8 e ½, il film All That JazzVerdon è Gwen Verdon, ballerina, attrice, collaboratrice di Bob Fosse, praticamente corresponsabile di tutti i suoi successi anche quando non accreditata. Una vicenda professionale ma anche sentimentale, visto che i due, amanti tra le quinte del primo musical realizzato insieme, furono sposati per molti anni e continuarono a frequentarsi anche dopo il divorzio. Una coppia che – a differenza di Alexander Hamilton – é il soggetto perfetto per una serie già sulla carta, attraversando svariati decenni di storia dell’intrattenimento americano con una vicenda umana emozionante: Fosse/Verdon non è però un musical, anche se è naturalmente pieno di momenti musicali tratti da film e spettacoli celebri, con grandi star nei ruoli di comparse sullo sfondo, mentre il primo piano è tutto per i protagonisti. Nella pratica, le interpretazioni di Sam Rockwell e soprattutto di un’incredibile Michelle Williams, e una scrittura appassionante capace di saltare avanti e indietro nel tempo senza mai perdere il ritmo, rendono Fosse/Verdon imperdibile, anche per tutti quelli che all’idea di un musical storcono il naso. Perché la vita è un cabaret: accomodatevi.

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    Alice Cucchetti
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    “Ho sempre pensato che quella di Aldo, Giovanni e Giacomo fosse una favola. La loro vita artistica, che io ho seguito come assistente alla regia nei film di Massimo Venier, è sempre stata caratterizzata da rifiuti e invece hanno fatto di tutto e con grande successo, grazie alla loro determinazione”. E’ per questo motivo che Sophie Chiarello, già regista di “Il Cerchio”, ha voluto esplorare le vite del trio a partire dalla loro infanzia. “Erano tre ragazzini un po' 'sfigati' – come si autodefiniscono - che per provenienza sociale avevano un destino già scritto”. Sono loro a raccontarsi, a sfogliare le foto dell’infanzia e a percorrere la Milano di una volta, proletaria e in bianco e nero. Un ritratto personale, divertente, con le voci di chi li ha accompagnati in tutti questi anni da Paolo Rossi, Marina Massironi, alla Gialappa’s Band. “Attitudini: nessuna” è stato realizzato in diversi momenti con un percorso frammentato che punteggia la carriera artistica del trio tra cabaret, teatro, cinema e televisione. Ascolta l'intervista di Barbara Sorrentini a Sophie Chiarello, regista di “Attitudini: nessuna”.

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