
Presentata a Roma dalla LAV (Lega Antivivisezione), in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, la Dichiarazione per la gestione non letale del lupo sottoscritta da alcuni dei più importanti esperti internazionali in materia.
Si tratta di una risposta alla bozza di “Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia”, redatta per conto del Ministero dell’Ambiente dall’Unione Zoologica Italiana nell’ottobre 2015.
Documento contestato da più parti, che il Ministero aveva dichiarato di voler approvare entro lo scorso marzo ma che, grazie anche alle critiche e alle proteste di Associazioni e cittadini, non è ancora stato varato.
Il Piano prevede l’uccisione di una quota massima annuale del 5 per cento dei lupi, ma anche di tutti gli ibridi e i cani vaganti.
Questo dopo aver speso milioni di euro dei Progetti Life per la reitroduzione di una specie praticamente estinta in Italia e di conseguenza protetta negli ultimi 45 anni. Per non parlare poi dell’abbattimento dei cani, uccisioni proibite da 25 anni.
“Il paradossale è che gli stessi relatori del piano dichiarano che l’uccisione dei lupi non ha influenza sulle predazioni, ma serve ad abbassare la tensione sociale” lo dice Massimo Vitturi Responsabile Animali Selvatici dell Lav ai microfoni di Considera l’armadillo, noi e altri animali.
Ascolta l’intervista a Massimo Vitturi