
L’appuntamento per capire se il Partito Democratico continuerà a dividersi sul futuro della sicurezza e della difesa europea sarà martedì, quando si voteranno le comunicazioni di Giorgia Meloni sul Consiglio europeo del 20 marzo. Probabilmente quel voto sarà preceduto da quello che Elly Schlein ha appena confermato, “serve un chiarimento politico, le forme e i modi li valuteremo”, ha detto.
È la risposta a chi nel partito le chiede un confronto, una richiesta che arriva anche dalla stessa maggioranza, esponenti anche a lei vicini che vorrebbero arrivare ad una discussione per farle forse riaffermare le sue posizioni chiedendo su questa un’unità a tutto il partito. Un doppio appuntamento importante per martedì, quindi, sia per la leader del governo, Giorgia Meloni, che non era andata alle Camere alla vigilia del consiglio straordinario sull’Ucraina e che ora dovrà farlo per forza e spiegare da che parte sta l’Italia, sia per Elly Schlein alla quale la minoranza ha chiesto una discussione sul tema.
Lo ha fatto ad esempio Alessandro Alfieri, coordinatore della minoranza, “non serve un congresso, dice, ma registrare un metodo di confronto su questioni più critiche”, aggiunge. Sul tema specifico la linea è divergente e trovare una mediazione è piuttosto complicato, a parte scegliere di nuovo l’astensione. Ma nel voto sulle comunicazioni sarà impossibile astenersi, Elly Schlein oggi ha ribadito la propria idea. “Sì ad una difesa comune, no a 27 eserciti nazionali” per di più finanziati anche con i fondi per la coesione sociale.
Non arretra la segretaria del Pd. La minoranza ha votato in dissenso a Strasburgo, disobbedendo quindi alla richiesta della segretaria di astenersi, e non con pochi voti, i sì hanno raggiunto quasi la metà. Alfieri dice di non volere un congresso, vuole allontanare quel sospetto che hanno alcuni vicino ad Elly Schlein di voler cominciare un lavoro di logoramento della leader del Pd, di indebolire la sua leadership che invece è molto forte a livello di iscritti nelle sezioni locali nelle quali la scelta di opporsi al piano di Von der Leyen ha ottenuto pareri molto favorevoli.