
Cose che succedono solo a Edimburgo: in un sabato l’oceanico Fringe con più di 3.000 spettacoli, il compassato International con la prosa e la lirica, un festival di libri, un altro di arti visive, un altro ancora di cinema, il concerto degli Oasis allo stadio di Murrayfield e, per non farsi mancare nulla, anche una marcia di nostalgici orangisti, tutt’altra storia rispetto alle manifestazioni contro Trump e il suo campo di golf dei giorni scorsi.
Nella capitale scozzese politica e spettacolo vanno a braccetto: Anas Sarwar, candidato di discendenza pakistana alla premiership scozzese per il Labour Party, parla in teatro col pubblico del Fringe; la stand-up comedian americana Rosie O’Donnell, additata come nemico degli USA da Trump in persona, lo fa a pezzi ogni sera nel suo show; in un monologo al vetriolo un’altra americana, Leigh Douglas, veste i panni di una bionda e ambiziosa receptionist della Casa Bianca, imbottita di valori MAGA, che scoprirà a malincuore di essere femminista; Connor Malboeuf, queer e immigrato in Canada, si scusa a nome dell’America per il caos politico, mentre Ryan Beverage spiega perché ha deciso di lasciare il paese della Brexit sempre per il Canada; le clown-danzatrici danesi di Don Gnu rivendicano con forza il diritto di essere donne con i calzini e i sandali; tornano al Fringe le Pussy Riot e Gael Le Cornec spiega la colonizzazione dell’Amazzonia brasiliana attraverso le sue antenate che vivevano nella foresta, mentre l’attrice sudcoreana Hyojin Park racconta il suo sogno americano venato di discriminazione. Intanto, all’International Festival la Scozia si fa un esame di coscienza ricostruendo l’ascesa e il declino della Royal Bank of Scotland. Cose che succedono a Edimburgo, la città-festival.