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È morto il produttore Phil Spector, inventore del “Wall of Sound”

Phil Spector

Phil Spector è stato un produttore musicale il cui stile, conosciuto come “Wall of Sound”, ha rivoluzionato il modo in cui la musica rock e pop veniva registrata.

All’inizio degli anni Sessanta Spector adottò per il rock & roll quello che i critici hanno definito “un approccio wagneriano” e lo fece portando al successo artisti come Ronettes, The Crystals e i Righteous Brothers. Per loro produsse quelle che vennero chiamate “piccole sinfonie per bambini”. Le sue produzioni erano dense e orchestrali, accumulando strati su strati di chitarre, corni, tastiere, archi e percussioni, spesso con più strumenti che suonavano la stessa nota all’unisono. Con lui, per la prima volta, lo studio di registrazione è stato utilizzato come fosse uno strumento.

Nel 1966 produsse il singolo di Ike e Tina Turner “River Deep, Mountain High”, che lui considerò il suo capolavoro assoluto anche se la storia lo ricorderà per aver prodotto, nel 1970, l’album dei Beatles “Let It Be”. Bruce Springsteen e Brian Wilson, per alcuni loro lavori, hanno replicato apertamente le sue opulente tecniche di registrazione e John Lennon lo definì “il più grande produttore discografico di sempre”.

Un talento artistico il suo, secondo solo alle oscurità caratteriali che l’hanno sempre contraddistinto. Sopravvissuto a vari drammi, la morte del padre suicidatosi quando aveva 9 anni, a un terribile incidente d’auto nel 1974 dove rischiò la vita riportando varie ferite alla testa, alla morte dell’amico fraterno John Lennon, divenne sempre più vittima delle sue nevrosi e dei suoi eccessi.

Nel 2009 il tribunale di Los Angeles per lui sentenziò una condanna da 19 anni all’ergastolo, ritenendolo colpevole dell’omicidio di Lara Clarkson, un’attrice trovata morta nel 2003 nella casa del produttore, uccisa da colpi d’arma da fuoco.

Phil Spector è morto, pare per complicanze legate al COVID-19, in una struttura ospedaliera vicina al carcere dove era rinchiuso da più di 10 anni.

  • Autore articolo
    Claudio Agostoni
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