Iniziative

 

 

Documentario “La terra degli alberi caduti”

Venerdì 16 novembre alle 20.30 proiezione del documentario “La terra degli alberi caduti” che affronta i temi più scottanti del Messico: dal traffico di droga alle connivenze istituzionali, passando per la dipendenza della magistratura dagli organi politici, che si traduce in un tasso di impunità che supera il 90%.

Vi aspettiamo dalle 20.00, senza necessità di prenotare, nel nostro auditorium Demetrio Stratos, in Via Ollearo 5 a Milano.

Sarà presente l’autore, il giornalista Claudio Cordova.

***

“Nel corso della ricerca ci siamo resi conto che era stata la Polizia a portarsi via i nostri figli con l’appoggio di agenti statali compreso il loro comandante. Quando abbiamo capito che erano stati sequestrati dalla polizia abbiamo cercato l’aiuto del Governo e poi di tutte le istituzioni. Ingenuamente, senza poter immaginare a che livello fosse la corruzione in Messico. Quando abbiamo visto che le nostre richieste non andavano avanti abbiamo iniziato a indagare per conto nostro, pagando investigatori e avvocati perché quando succedono queste cose nessuno sa come difendersi, come presentarsi davanti alle istituzioni di governo. Però curiosamente o disgraziatamente, nessuno ci ha aiutati perché, come si dice volgarmente, quando cade un albero tutti fanno legna. Ed è vero. Tutti hanno abusato di noi”.

È uno dei racconti fatti dai familiari dei desaparecidos nel documentario “La terra degli alberi caduti”, realizzato dal giornalista Claudio Cordova. Una produzione realizzata tra Italia e Messico, che racconta un dramma che è diventato ormai uno scandalo, che il panorama internazionale cerca di ignorare. Circa 40 mila persone scomparse e più di 980 fosse comuni. In Messico corruzione e narcos vanno a braccetto in molti casi e in molte regioni. A pagare sono anche i giornalisti che tentano di raccontare queste vicende, casi di narcopolitica, di pezzi dello Stato direttamente coinvolti con i gruppi di criminalità organizzata. In questa coincidenza di elementi – politica, cartelli della droga, affari – si nasconde il motivo della violenza contro i giornalisti. Una vera e propria “strategia della tensione” che non risparmia nessuno: emblematica la vicenda dei 43 studenti della scuola di Ayotzinapa, scomparsi per mano di forze dell’ordine e narcos.

Il Messico è un Paese piegato e fiaccato dalla violenza e dalla connivenza tra il potere e la criminalità organizzata. Ma fuori dai confini continua a filtrare solo l’immagine folkloristica di spiagge e luoghi paradisiaci per il turismo: il documentario apre squarci di luce sul cono d’ombra informativo che copre il Paese. “La terra degli alberi caduti” è una video-inchiesta del giornalista  Claudio Cordova, che ha effettuato una vera e propria discesa negli inferi, un viaggio durato diverse settimane. Un racconto in prima persona del dramma messicano: attraverso le angoscianti testimonianze dei protagonisti e le crude immagini in presa diretta della devastante realtà di quel Paese, si assiste a un racconto incalzante e privo di infingimenti. Il documentario riporta le interviste dei più noti giornalisti messicani che si occupano dei diritti umani e dei rapporti tra narcos, politica e istituzioni.

In Messico la pratica della tortura è ampiamente generalizzata, il numero di omicidi vicino a quelli delle zone di guerra e le violazioni dei diritti umani, che non risparmiano donne e bambini, all’ordine del giorno. Un Paese in cui 40 milioni di persone vivono sotto lo stato di povertà e in cui la libertà di stampa è compressa, attraverso la censura e i rastrellamenti dei cronisti non allineati.

Claudio Cordova, 32 anni, è fondatore e direttore del quotidiano online “Il Dispaccio”. Ha lavorato per diverse testate calabresi, occupandosi di cronaca nera e giudiziaria e di giornalismo investigativo. Nel 2014 è stato nominato consulente esterno della Commissione Parlamentare Antimafia. Ha vinto diversi premi per l’attività giornalistica, tra cui quello del Coordinamento Nazionale Riferimenti, “Giornalismo in trincea”, il premio giornalistico “Letizia Leviti” e il premio giornalistico “Arrigo Benedetti”. Fa parte della rete IRPI-Correctiv per la pubblicazione di inchieste sulla criminalità organizzata, pubblicando sul Dispaccio il versante calabrese delle vicende, e portando un grande contributo come presenza sul campo. Ha pubblicato i libri “Terra venduta. Così uccidono la Calabria – Viaggio di un giovane reporter sui luoghi dei veleni” (Laruffa, 2010) e “Il sistema Reggio” (Laruffa, 2013).

 

“La terra degli alberi caduti” . Regia Antonio Morelli, Gabriel Dombek. Riprese e fotografia Atonatiuh Bracho.

 

 

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  • Autore articolo
    Cristina Selva
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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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