Approfondimenti

Diciotto anni fa il massacro delle Api di Acteal

Gennaio 1994.

Il conflitto in Chiapas entra nel vivo. L’Ejército Zapatista de Liberación Nacional (EZLN) traduce in lotta armata le rivendicazioni delle popolazioni indigene. Parallelamente si sviluppa la Sociedad Civil Las Abejas, una comunità civile simpatizzante con lo zapatismo nata con lo scopo di difendere i diritti indigeni attraverso una lotta pacifica.

In pochi mesi il patto di non aggressione firmato il 10 gennaio con il governo federale messicano si rivela una farsa. Il disclocamento delle popolazioni delle comunità stanziate nei territori ricchi di risorse (acqua e petrolio) continua a ritmi serrati, forte della motivazione di un generale “interesse nazionale”. Dal 1995 il governo Messicano sponsorizza e sostiene la formazione di gruppi paramilitari con il fine di contrastare i vari gruppi che si riuniscono sotto l’etichetta dello zapatismo.

Nel giro di due anni la zona de Los Altos diviene il teatro principale di questa strategia definita di “esternalizzazione del conflitto”: il governo non vuole intervenire direttamente, ma insinua il contrasto e la diffidenza nella popolazione stessa. Spesso i paramilitari sono familiari e parenti degli stessi abitanti.

Il gruppo delle “Api di Acteal” diventa il principale centro di accoglienza per le persone costrette a lasciare le case e i campi nelle zone limitrofe. Quanto segue è raccontato di persona da uno dei superstiti di quelle giornate: un ragazzo di 30 anni che decide di condividere quegli attimi del dicembre del 1997.

“Siamo una società pacifica, quello che facevamo era raccoglierci in preghiera mentre organizzavamo la accoglienza dei nostri fratelli senza più un luogo dove stare. Il sostegno delle comunità locali alla rivendicazione zapatista in quei giorni era alto e con esso era aumentata la tensione” racconta Miguèl.

21 dicembre, è mattina. Alcuni abtanti di Acteal, a 2o chilometri da San Cristobal de las Casas, attraversano la strada statale per raggiungere i campi di caffè e iniziare la giornata di lavoro. Si trovano davanti una scena dal sapore premonitrice. “Ricordo una strana carovana perlustrare la strada che da fondovalle raggiunge la comunità: in testa un pick up dell’esercito regolare e in coda uno della polizia locale”.

La disposizione del convoglio rendeva evidente la strategia governativa, “forze regolari scortavano alla luce del sole,un mezzo di paramilitari”. Il 22 dicembre, una giornata come le altre. La sveglia, una colazione con fagioli e maìs e poi via verso i campi. “Ma a quel punto era chiaro a tutti che qualcosa stava per accadere” aggiunge Miguèl.

“Avevamo ricevuto diverse visite nei giorni precedenti, quella volta però era diverso: i paramilitari accerchiavano il nostro villaggio”. Più di novanta uomini, giunti nei pressi della chiesetta del villaggio, caricano armi di grosso calibro e iniziano la mattanza: 45 persone disarmate tra cui donne incinte e bambini cadono sotto i colpi di loro concittadini, altre 26 riporteranno lesioni permanenti.

La polizia governativa aspetta la fine della mattanza sul ciglio della strada che sovrasta il villaggio. Miguèl, allora un bimbo di 7 anni, ha visto con i suoi occhi suo padre, sua madre e quattro dei suoi fratelli morire sotto i colpi dei paramilitari. “Io sono riuscito a scappare lontano attraverso l’unico varco lasciato nel loro il cerchio della morte. E mi sono salvato” racconta.

A diciotto anni dal massacro di Acteal, chiediamo a Miguèl come sia possibile, ogni giorno, soffocare il rancore verso tanta violenza. Anche perché “i criminali non hanno subito condanne severe” ci rivela e aggiunge che “come sempre succede, alcune condanne simboliche ci sono state, ma la maggior parte di loro ha ricevuto una casa e un pezzo di terra in una zona lontana a pagamento del lavoro sporco”.

Altri paramilitari, protagonisti quel giorno, sono tornati nelle alture di Acteal. E passeggiano tra “le Api” come se niente fosse. Ma tutti sanno, e tutti si riconoscono per quello che sono stati e che saranno. “Il mio compito, come quello di tutta la nostra comunità, è mantenere vivo il ricordo, soprattutto nei nostri figli, perchè questo non si ripeta più” dice.

“Le Api” non riconoscono la vendetta, neanche quando vedono camminare tra loro gli esecutori di quel massacro, ma invocano una giustizia che non si è ancora realizzata. Vicino alla piccola piazza di terra ed erba è stata costruita una gradinata coperta dove ogni anno il 22 dicembre si ripete una delle più partecipate commemorazioni di tutto il Chiapas. Perchè nulla è finito. Perchè il dolore può ritornare, e si nutre di arrendevolezza e indifferenza.

* Gli autori di questo testo sono Daniele Tori e Toa Giroletti, ricercatori universitari che lo hanno scritto  di ritorno da Acteal

 

 

 

  • Autore articolo
    Daniele Tori
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR giovedì 25/04 15:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 25-04-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 25/04/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 25-04-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/04/2024 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-04-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/04/2024 - ore 16:30

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-04-2024

  • PlayStop

    Conduzione musicale di giovedì 25/04/2024 delle 14:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 25-04-2024

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/04/2024 - ore 12:30

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-04-2024

  • PlayStop

    25 aprile 1974 - 25 aprile 2024. La rivoluzione dei garofani compie 50 anni

    Gli eventi che portarono alla fine della dittatura fascista portoghese e il racconto della notte del golpe dei militari rivoluzionari nello speciale di Esteri a cura di Sara Milanese, Luisa Nannipieri e Alessandro Principe.

    Clip - 25-04-2024

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/04/2024 - ore 10:01

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-04-2024

  • PlayStop

    Apertura Musicale di giovedì 25/04/2024

    Il primo mattino di Radio Popolare con musica e parole sulla Resistenza e la Liberazione, a cura di Barbara Sorrentini.

    Apertura musicale - 25-04-2024

  • PlayStop

    0091 di giovedì 25/04/2024

    Dalla musica classica alle produzioni elettroniche moderne, dai villaggi alla diaspora, l'India raccontata attraverso la sua musica. IG baaz_light_year

    0091 - 24-04-2024

  • PlayStop

    Jazz Ahead di mercoledì 24/04/2024

    Dischi nuovi, progetti attivi, concerti imminenti, ospiti appassionati, connessi al più che ampio e molto vivo mondo del Jazz e delle sue conseguenze. Musica, soprattutto, scelta con il desiderio di dare spazio alla scena contemporanea di un genere con un passato importante, ma la cui storia è ancora, decisamente, in corso. La sigla del programma è Theme Nothing di Jaimie Branch. A cura di Nina Terruzzi, in onda ogni mercoledì dalle 23.00 alla mezzanotte.

    Jazz Ahead - 24-04-2024

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 24/04/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 24-04-2024

  • PlayStop

    Percorsi PerVersi di mercoledì 24/04/2024

    Poesie, liriche, sonetti, slam poetry, rime baciate, versi ermetici, poesie cantate. Ogni settimana Percorsi PerVersi incontra a Radio Popolare i poeti e li fa parlare di poesia. Percorriamo tutte le strade della parola poetica, da quella dei poeti laureati a quella dei poeti di strada e a quella – inedita – dei nostri ascoltatori.

    Percorsi PerVersi - 24-04-2024

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 24/04/2024

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 21 alle 22. In studio, Gianluca Ruggieri ed Elena Mordiglia. In redazione, Sara Milanese e Marianna Usuelli.

    Il giusto clima - 24-04-2024

  • PlayStop

    Quel che resta del giorno di mercoledì 24/04/2024

    I fatti più importanti della giornata sottoposti al dibattito degli ascoltatori e delle ascoltatrici. A cura di Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro

    Quel che resta del giorno - 24-04-2024

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 24/04/2024

    1-” Siamo tornati indietro di 80 anni con i diritti umani' Il rapporto annuale di Amnesty international. ( Riccardo Noury – Amnesty Italia) Intanto la comunità internazionale chiede un’indagine indipendente sulle fosse comuni a Gaza. 2-La Columbia University è diventata epicentro della protesta degli studenti per Gaza e della spaccatura della società americana sulla questione palestinese. Il punto di esteri ( Roberto Festa) 3-Cina - Stati uniti. Anthony Blinken a Shangahi prima tappa di un’importante missione diplomatica. Sul tavolo dei colloqui Medio oriente, ucraina, taiwan e soprattutto le relazioni bilaterali. ( Gabriele Battaglia) gabruiee 4-Metz Yeghérn, il "Grande Male". 109 anni fa il genocidio armeno. Dopo la generazione del silenzio Il ricordo tramandato da figli e nipoti delle vittime e dei superstiti. 6-Il 25 aprile portoghese. Oggi la terza puntata della rivoluzione dei garofani. ( Sara Milanese) 7-Romanzo a fumetti. La révolution des Œillets il graphic novel . Di Sandra Canivet Da Costa e Jay Ruivo. ( Luisa Nannipieri) 8-Progetti sostenibili. Lione a tutto tram. Nuovi veicoli da 43 metri al posto di quelli da 32 per rispendere alla crescita di utenti ( Fabio Fimiani)

    Esteri - 24-04-2024

Adesso in diretta