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Delusione e rabbia tra i ciclisti milanesi

protesta dei ciclisti milanesi

Francesca Quaglia è la sesta vittima dall’inizio dell’anno, ancora una volta l’incidente è avvenuto tra una bici e un camion da cantiere.
Due risvolti di una città dinamica che non riesce a trovare nuovi equilibri, tra questi la mobilità sostenibile e la convivenza con i cantieri per le rigenerazioni urbane.
I ciclisti, dodici anni fa, sono stati tra i protagonisti della campagna elettorale che ha riportato il centrosinistra alla guida di Milano. Sono però rimasti delusi, nonostante il sussulto della mobilità post Covid, con le nuove piste, diventate anche definitive, come quelle di corso Buenos Aires e Viale Monza.
Proprio il mancato rispetto di questa, lo scorso novembre, è stata l’occasione per una lunga catena umana di ciclisti, convocata per la morte del giovane Luca Marengoni, travolto da un tram.
Da allora le vittime stradali sulle due ruote sono proseguite e la delusione dei ciclisti è aumentata, i più moderati e dialoganti hanno lasciato il passo a chi è più incalzante.

In questo scenario a Milano è cresciuta l’aggressività di una parte degli automobilisti nei confronti dei ciclisti, accusati di togliere loro spazio. Purtroppo la mobilità post pandemica indica una crescita anche del traffico privato, a discapito dell’uso dei mezzi pubblici, oltre all’incremento di quello delle bici.
C’è voluta un’altra ciclista morta, Alfina d’Amato, perché, in assenza di una legge nazionale, fosse introdotto, grazie alla zona a traffico limitato anti inquinamento Area B, l’obbligo dal 1° ottobre di cicalino per i camion che svoltano. Un po’ poco per la città più europea d’Italia.
Perché non coinvolgere il Politecnico di Milano per corsi di mobilità ed economia della bici? Perché non sviluppare formazione alla sicurezza per gli autisti dei cantieri o dei camion della grande distribuzione? E soprattutto perché non coinvolgere gli abitanti nel processo di trasformazioni indotte dalla mobilità sostenibile? Amministrare significa pure accompagnare i cittadini nei cambiamenti, magari cercando, appunto, nuove soluzioni avanzate, non abbandonarli ai conflitti che si generano. Altrimenti vincono i più forti e la conservazione dell’esistente.

  • Autore articolo
    Fabio Fimiani
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    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

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    In Cisgiordania situazione sempre più pericolosa, anche per gli attivisti

    Dopo l'aggressione a tre attivisti italiani in un villaggio vicino a Gerico, abbiamo intervistato Elena Castellani, attivista di Assopace Palestina, una delle organizzazioni di sostegno della missione in interposizione non violenta nei territori occupati, che ci spiega qual è il lavoro dei volontari e il contesto nel quale si trovano. “Gli attivisti internazionali di interposizione non violenta – spiega Elena Castellani - aiutano i palestinesi in vari modi, come la sorveglianza notturna o diurna, l'accompagnamento dei bambini, dei pastori, per cercare di evitare le aggressioni dei coloni, che sono praticamente quotidiane: i palestinesi vengono feriti, malmenati, a volte anche uccisi e quando va meno peggio, i coloni distruggono le proprietà, le case, ammazzano gli animali. I coloni vengono fiancheggiati dai militari israeliani che, invece, di proteggere gli aggrediti difendono i coloni, cioè gli aggressori”. L'intervista di Alessandro Principe.

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    La Fura dels Baus, celebre compagnia catalana, torna a Milano, alla Fabbrica del Vapore con la sua nuova creazione immersiva “SONS: SER O NO SER”, ispirata all’Amleto di William Shakespeare. L’opera sarà in scena fino al 14 dicembre 2025 in un allestimento site-specific che trasformerà completamente gli spazi della Fabbrica del Vapore, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale e coinvolgente fuori dagli schemi, che attraversa temi contemporanei, dall'ambiente ai conflitti. Lo ha spiegato Carlus Padrissa, direttore artistico della Fura dels Baus.

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    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

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