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Ddl sicurezza: si moltiplicano le iniziative per dire no

Salvini Meloni ANSA ddl sicurezza

“Centomila luci contro il buio del regime”, così si chiamerà la mobilitazione che si svolgerà questo venerdì in molte città. Lo ha deciso la rete “A pieno regime”, che raccoglie le associazioni, sindacati e molte altre realtà sociali che contestano il disegno di legge sulla sicurezza. Nel corso di un’assemblea avvenuta ieri ha deciso una serie di iniziative, da quella di venerdì fino ad una carovana a Bruxelles il 3 febbraio, per finire ad una giornata di proteste nel giorno dell’approvazione della legge. Un’approvazione che però a quanto pare potrebbe essere lontana, quindi non nei prossimi giorni, malgrado le insistenze della Lega affinché si approvi subito il Ddl sicurezza senza modifiche. Ma la mole enorme di emendamenti, circa 1300, delle opposizioni che ritengono il provvedimento pieno di strafalcioni giuridici, i dubbi del partito di Giorgia Meloni ad usare la cosiddetta tagliola per dare una sforbiciata agli emendamenti, la necessità di approvare prima il decreto milleproroghe e soprattutto i rilievi del Colle rendono l’iter un po’ in salita. Non ci sono dubbi nei partiti della maggioranza nel merito del provvedimento, anzi Giorgia Meloni vorrebbe addirittura aggiungere altre norme, come ad esempio maggiori tutele per i poliziotti indagati per atti compiuti durante il servizio. Sono le critiche dei costituzionalisti e i rilievi del Quirinale che avrebbe chiesto la correzione di almeno due punti, quello relativo al divieto di vendere la sim del telefono ai migranti, e quello sulle donne incinte obbligatoriamente in carcere. Molte norme che non solo reprimono il dissenso ma che sono, secondo il costituzionalista Azzariti, “il manifesto di una mentalità autoritaria”, come ad esempio ciò che denunciano gli studenti universitari, cioè la possibilità dell’intelligence, i servizi di sicurezza, di chiedere alle pubbliche amministrazioni atti coperti da segreto, comprese quindi ad esempio le università. Il pressing perché venga tolta questa norma è forte, soprattutto da docenti e studenti, i quali saranno in piazza a partire da venerdì come è accaduto nella grande manifestazione nazionale a Roma a metà dicembre.

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    Anna Bredice
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