
Il caldo non colpisce tutti allo stesso modo. Nei quartieri popolari di Milano, dove mancano alberi e soluzioni di raffrescamento, le temperature salgono fino a livelli estremi. È la “cooling poverty”, al centro dell’ultimo monitoraggio di Legambiente, presentato a Milano con la campagna “Che caldo che fa”. Non si tratta solo dell’incapacità di mantenere una temperatura accettabile in casa durante i periodi di caldo estremo, ma anche negli spazi pubblici delle città, dei quartieri e dei loro servizi, non progettati adeguatamente, spiega Legambiente, per offrire il diritto al raffrescamento.
L’associazione ha messo a confronto due quartieri della città: Corvetto e Argonne, il primo nella zona sud-est di Milano, l’altro nel quadrante est, vicino a Città Studi. Legambiente li ha scelti perché diversi tra loro per caratteristiche edilizie, composizione socio-demografica e accessibilità ai servizi. Mappando le infrastrutture presenti e rilevando le temperature con una termocamera nelle ore più calde della giornata, è emerso un quadro preoccupante. Il 15 e 16 luglio, a Corvetto, lo scivolo dell’area giochi in piazzale Gabriele Rosa ha toccato i 57 gradi, il pavimento in gomma 76, l’altalena 63. Nei marciapiedi superati i 48 gradi. Su 36 strutture mappate nel quartiere, il 55,5% è esposto al sole nelle ore più calde. Ad Argonne la percentuale scende al 10%, ma le temperature no: in piazza Guardi, il pavimento ha superato gli 85 gradi. Nei Giardini Argonne, si arriva a 75.
Barbara Meggetto è la presidente di Legambiente Lombardia:
“Emerge, partendo soltanto dal verde, che Corvetto ha un verde, nella zona che abbiamo monitorato, molto frammentato, con poca possibilità di dare davvero un refrigerio, un sollievo, ai cittadini che vogliono semplicemente fermarsi un attimo sotto un albero e trovare un po’ di fresco. Mentre, la zona dove c’è il viale Argonne è stata ideata anche in un certo modo e quindi dà maggiori garanzie che questo sia possibile.
Questa è una piccolissima differenza, ma, abbiamo visto che mancano, anche a Corvetto, più zone dove ci si può riparare dagli effetti del caldo e, ad esempio, i piccoli giardini pubblici sono anche molto esposti al sole. Quindi, anche i giochi dei bambini, ad esempio, sono praticamente inutilizzabili per gran parte della giornata e le coperture a terra, i tappetini morbidi, che fanno la felicità dei bambini, sono dei ricettori di calore: emanano un caldo che davvero non ha nulla di paragonabile, se non con i marciapiedi, che sono l’altra nota dolente, dove abbiamo trovato temperature che arrivano anche oltre i 70º. Quindi, una città che ha bisogno di una profonda trasformazione nella sua pianificazione, nella sua manutenzione, per dare sollievo a chi, magari, nella propria abitazione non può permetterselo.”
Legambiente ha già messo sul tavolo cinque proposte, dalla riforestazione urbana alla depavimentazione di strade e piazze. Perché Milano, dicono, sempre di più, paga il prezzo della crisi climatica.