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“Contro la città virtuale servono ancora posti come il Leoncavallo”. Intervista allo scrittore Sandrone Dazieri

Leoncavallo marzo 25

Dopo tanti anni il Leoncavallo sembra davvero arrivato a un bivio. Pende una multa da 3 milioni di euro del Ministero dell’Interno per i mancati sgomberi, la Questura e la Prefettura sono sollecitate dal governo Meloni a sgomberare. Il Comune ha avviato un dialogo per un bando su un immobile in zona Porto di Mare, ma siamo in una fase di stallo.

Dopo 50 anni è ancora importante un luogo come il Leoncavallo? Lo abbiamo chiesto allo scrittore Sandrone Dazieri.

Sì è importante perché il Leoncavallo rappresenta, simbolicamente ma anche concretamente, un pezzo di Milano che ha resistito a tutti i cambiamenti. È un luogo che incarna l’anima della città. Oggi quell’anima viene strappata un pezzo alla volta: centri culturali che chiudono, librerie che si trasferiscono perché non riescono più a pagare l’affitto, problemi di gestione nei musei… tutto ciò che è cultura sembra valere meno dell’apertura dell’ennesimo negozio di mutande. E questo è un problema. Ragionare sul Leoncavallo significa riflettere sugli spazi a Milano, su quelli culturali e soprattutto su quelli non allineati. Il Leo è davanti a un bivio, come tante volte. Li ha superati in passato, ma oggi è più difficile: ha tanti nemici e pochi amici, soprattutto nelle istituzioni. Speriamo invece che dalla base arrivi un sostegno forte.

Il Leoncavallo oggi non è solo un luogo fisico, ma è anche tutte quelle persone che l’hanno attraversato e che oggi sono altrove. Che cosa rappresenta ancora in questa Milano?

È ancora un luogo di libertà, dove puoi essere te stesso senza dover pagare per esserlo. Puoi ritrovarti, bere una birra a basso prezzo, ascoltare musica o confrontarti con culture altre. Milano ha sempre meno posti così. I centri sociali, gli spazi informali, non perfettamente inquadrati nelle logiche dominanti, sono luoghi dove si sperimenta, da cui emergono artisti, musicisti, scrittori. Servono ancora oggi? Sì. Anzi, servono più che mai.

Milano nel 2025 ha ancora bisogno di questi spazi?

Sì perché sta diventando una città virtuale, fatta per i soldi, per i turisti, per gli investitori. È una città finta, dove la vita vera – quella delle persone che la abitano – diventa sempre più difficile. Stanno impoverendo Milano, non economicamente, ma spiritualmente e culturalmente.

Interessante questa definizione di “città virtuale”. Cosa intendi?

Intendo una città che funziona benissimo sulle brochure per gli investimenti a Dubai. Grandi grattacieli, nuove costruzioni ogni due per tre, quartieri “fighetti” circondati dal verde. Ma dietro c’è una città divisa: chi sta nei palazzi e chi vive in periferia, magari con stipendi ridicoli o costretto a rivolgersi alla Caritas – che oggi registra il doppio delle famiglie in difficoltà rispetto a qualche anno fa. È una città che non riconosco più: una volta era la città delle possibilità, anche culturali e sociali, oggi è una vetrina.

Hai un ricordo personale legato al Leo che vuoi condividere?

Tanti, ma uno in particolare. Mi ricordo il “baretto” al secondo piano del Leoncavallo. Fu sgomberato nel 1989 e abbattuto con le ruspe. Quando tornammo lì dopo un po’, vidi che era rimasto un solo muro, con un poster di Frankenstein ancora appeso. E pensai: “Anche tu sei un mostro e hai resistito, vedremo di resistere anche noi”.

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    A Rieti sarebbero una decina le persone individuate come possibili responsabili del lancio di sassi e del mattone contro il pullman di tifosi pistoiesi, al termine della partita di Lega2 di basket tra la squadra locale e Pistoia. Nell’assalto al pullman è stato ucciso il secondo autista, il 65enne Raffaele Marianella (nella foto). Alcune delle persone coinvolte sarebbero legate all’estrema destra locale, ma per ora non ci sono fermi, ha detto il procuratore di Rieti. Si indaga sull’ipotesi di omicidio volontario. Intanto la federazione italiana pallacanestro ha deciso che la Sebastiani Rieti disputerà a porte chiuse le prossime partite, fino al termine delle indagini. Nella pallacanestro gli episodi di scontri tra tifoserie sono sporadici, pochi casi negli ultimi anni, e raramente gravi. Quanto è successo a Rieti, per la sua gravità, è un’anomalia, ma interroga tutto il mondo del Basket italiano. Ne abbiamo parlato con Raffaele Ferraro, fondatore di una delle pagine di basket più seguite, La Giornata Tipo. Ascolta l'intervista di Mattia Guastafierro.

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    International: i Saint Etienne salutano il pubblico con un ultimo album

    Il nuovo disco dei Saint Etienne, uscito a settembre, sarà l’ultimo della storica band britannica. Così ci conferma Pete Wiggs, che ai microfoni di Radio Popolare racconta International, il disco con cui la band ha deciso di salutare i suoi fan. Capace di mescolare synth pop, disco e club culture con la freschezza di sempre, nel nuovo disco la band riguarda alla sua trentennale carriera con un pizzico di (inevitabile) nostalgia, ma non senza ironia e fierezza, celebrando una formula musicale che si riconferma ancora una volta elegante, leggera ma mai banale. Dalla decisione di salutare i fan, ai numerosi ospiti del disco fino alle possibili date in Italia. Ascolta l’intervista di Piergiorgio Pardo.

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    La politica vieta l'educazione sessuoaffettiva, noi pensiamo invece sia necessaria. Francesco Ferreri, Mica Macho, risponde alle vostre domande scomode. A seguire Gloria Tazzini racconta Break the Swipe, una nuova realtà neonata che vuol riportare a far incontrare le persone ..come una volta: dal vivo! Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Oggi in compagnia di Niccolò Vecchia ricordiamo D'Angelo, scomparso prematuramente nei giorni scorsi, commentiamo il Mercury Prize vinto da Sam Fender e il programma riguardante il reddito per gli artisti appena approvato in Irlanda. Nella seconda parte la telefonata con Toni Cutrone, che ci parla del progetto Mai Mai Mai e della serata di domani in Triennale con il live di Alfio Antico. In conclusione l'intervento del giornalista Carlo Bordone che ci racconta com'è stato tradurre L'impero di Nessuno, l'autobiografia appena uscita di Stuart Murdoch dei Belle and Sebastien.

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    Nan Goldin all'Hangar Bicocca di Milano: Indagare l'esperienza umana

    Dall’11 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026, Pirelli HangarBicocca presenta “This Will Not End Well“, la prima retrospettiva dedicata al lavoro di Nan Goldin come filmmaker. La mostra include una installazione sonora appositamente commissionata e propone per la prima volta in Europa in un contesto museale i suoi due più recenti slideshow. La mostra è allestita in diverse strutture architettoniche progettate da Hala Wardé, che ha già collaborato con Goldin. L’esposizione include il celebre The Ballad of Sexual Dependency (1981-2022); The Other Side (1992-2021) omaggio agli amici trans attraverso scatti realizzati tra il 1972 e il 2010; Sisters, Saints, Sibyls (2004-2022), sul trauma familiare e sul suicidio; Fire Leap (2010-2022), una incursione nell’infanzia; Memory Lost (2019-2021), trip nell’astinenza da stupefacenti; e infine Sirens (2019-2020). In occasione della mostra in Pirelli HangarBicocca, saranno inclusi due slideshow aggiuntivi: You Never Did Anything Wrong (2024), primo lavoro astratto di Goldin, e Stendhal Syndrome (2024), ispirato alle “Metamorfosi” di Ovidio. L’esposizione si aprirà con una installazione sonora del collettivo Soundwalk Collective, concepita in collaborazione con l’artista. Ascolta il servizio e l'intervista di Tiziana Ricci.

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