Approfondimenti

Un giudice amico potrebbe salvare Trump dall’impeachment

Corte Suprema USA

A che punto è l’inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate? Donald Trump finirà in carcere se l’FBI riuscirà a dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio che il presidente americano, in combutta con gli hacker di Wladimir Putin, ha estorto la legittima vittoria ad Hillary Clinton stravolgendo il risultato delle presidenziali del 2016? E ancora: il Congresso americano finirà per percorrere la strada dell’impeachment? Che dire poi dell’entourage di Trump, se Mueller deciderà di incriminare figli, genero e collaboratori stretti del presidente?

La risposta a queste e ad altre pressanti domande che da mesi arrovellano l’America e il mondo intero dipende in larga parta da un unico individuo: Brett Kavanaugh. Il 53enne magistrato ultraconservatore, nominato da Trump il mese scorso per ricoprire il ruolo di giudice della Corte Suprema lasciato vacante da Anthony Kennedy, andato in pensione dopo 30 anni, ha in mano la sorte del presidente e dell’America. Kavanaugh è la seconda nomina di Trump ai vertici del massimo tribunale del paese in meno di due anni e ciò ha consentito alla Casa Bianca di posizionare con grande anticipo le sue pedine sulla scacchiera in vista di un eventuale, imminente scontro frontale con Mueller.

Iniziata oltre un anno fa con la nomina del procuratore speciale (dopo che Trump licenziò il capo dell’FBI James Comey per insabbiare le indagini), la partita sta per raggiungere il suo primo grande impasse. Dopo mesi di tira e molla, gli avvocati di Trump, tra cui l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, sembrano infatti decisi a declinare la richiesta di Mueller che ha convocato Trump per interrogarlo sul Russiagate. A quel punto Mueller sarebbe costretto ad emettere un mandato di comparizione, o subpoena, per costringere Trump a rispondere alle domande degli inquirenti davanti a un gran giurì, come è già accaduto in passato a Richard Nixon e Bill Clinton.

Di fronte a tale ordine, gli avvocati di Trump hanno già preannunciato che ricorreranno in appello, dando inizio ad un estenuante braccio di ferro giudiziario che potrebbe durare mesi e finirebbe inevitabilmente di fronte alla Corte Suprema. A salvare Trump, a quel punto, sarebbe il suo fedele giudice Kavanaugh, selezionato dal presidente da una fitta rosa di candidati eccellenti proprio in quanto massimo teorico dell’intoccabilità del potere presidenziale.

Durante un simposio di giuristi, nel 1999, Kavanaugh criticò la delibera unanime della Corte Suprema che nel 1974 aveva portato all’impeachment di Richard Nixon per lo scandalo del Watergate. La sua motivazione: “la costituzione non contempla l’incriminazione di un presidente in carica”. Nel corso degli anni Kavanaugh ha firmato un gran numero di pareri legali in cui teorizza “l’esonero di un presidente in carica da procedimenti penali e indagini, compresi interrogatori da parte di pubblici ministeri o difensori”. “Le indagini criminali attorno a un Presidente sono inevitabilmente politicizzate dai loro sostenitori e critici “, ha scritto Kavanaugh, secondo il quale “L’incriminazione e il processo di un presidente in carica paralizzerebbero il governo federale, rendendolo incapace di funzionare con credibilità nelle arene internazionali o nazionali. Ciò può essere dispendioso in termini di tempo e fonte di distrazione”, ha concluso, sostenendo che “Il presidente che è preoccupato per un’indagine criminale quasi inevitabilmente farà un lavoro peggiore”.

Se il Russiagate finirà, com’è inevitabile, davanti alla Corte Suprema, tutti sanno insomma come andrà a finire adesso che Kavanaugh e l’altro giudice ultraconservatore nominato da Trump, Neil Gorsuch, si schiereranno con la maggioranza conservatrice della Corte per salvare il presidente, rovesciando di fatto la storica sentenza del 1974 con cui la Corte Suprema di allora ha deliberato all’unanimità contro Nixon, dichiarando che anche un presidente deve rispettare un mandato di comparizione perché neppure lui è al di sopra della legge.

Lo stesso potrebbe succedere quando la Corte Suprema sarà chiamata a pronunciarsi sulle altre questioni cruciali del Russiagate: può un presidente essere incriminato mentre è in carica? Può essere processato per un crimine? Può licenziare il procuratore speciale incaricato di indagare tali presunti crimini?

Due anni fa, quando gli chiesero di citare un precedente della Corte Suprema che meritava di essere abrogato, Kavanaugh ha citato proprio l’istituzione della figura del procuratore speciale varata dal Congresso e ratificata dalla Corte Suprema durante il Watergate per far fronte ai comportamenti criminali dell’allora presidente Nixon. “Quella figura è stata di fatto abolita”, ha detto Kavanaugh, riferendosi al fatto che il Congresso non ha rinnovato la legge che la istituiva. “Io”, ha tenuto a precisare, “sono pronto a ficcare l’ultimo chiodo nel sarcofago di quella carica obsoleta “. In altre parole: dopo che il Congresso a maggioranza repubblicano confermerà la nomina di Kavanaugh, prima delle elezioni del prossimo novembre, Mueller potrebbe essere licenziato coll’assenso del giudice favorevole a Trump.

Inutili le proteste dei democratici, partito di minoranza, che parlano già di “Repubblica delle banane” e “violazione senza precedenti dello stato di diritto alla base della democrazia americana”. Il presidente ne uscirebbe non solo sano e salvo ma anche rafforzato nel suo potere, accresciuto e intoccabile alla stregua di un dittatore alla Putin. La Corte Suprema, spostatasi ormai a destra finirebbe per dare il colpo di grazia all’aborto, alle leggi pro-ambiente, ai sindacati, ai diritti di donne, gay, emigranti e minoranze, spianando la strada all’America distopica, razzista e intollerate dei suprematisti bianchi tanto amata da Donald Trump.

Corte Suprema USA

  • Autore articolo
    Alessandra Farkas
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 19/11 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 19-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 19/11 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 19-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 19/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 19-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 19/11/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 19-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pop Music di giovedì 20/11/2025

    Una trasmissione di musica, senza confini e senza barriere. Canzoni da scoprire e da riconoscere, canzoni da canticchiare e da cui farsi cullare. Senza conduttori, senza didascalie: solo e soltanto musica.

    Pop Music - 19-11-2025

  • PlayStop

    The Box di mercoledì 19/11/2025

    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 19-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 19/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 19-11-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 19/11/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni mercoledì approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 19-11-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 19/11/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Elena Mordiglia e Marianna Usuelli, in redazione Lorenzo Tecleme e Gianluca Ruggieri.

    Il giusto clima - 19-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 19/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 19-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 19/11/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 19-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 19/11 18:34

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 19-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 19/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 19-11-2025

  • PlayStop

    Il folk surreale di Lael Neale: la cantautrice della Virginia ospite di Volume

    È da ieri in Italia Lael Neal, cantautrice della Virginia che in questi mesi sta portando in tour il nuovo album "Altogether Strangers" uscito a maggio. Pubblicato dalla Sub Pop, storica etichetta alternativa di Seattle, il disco è un viaggio etereo e surreale che unisce folk e dream pop, l’inconfondibile suono dell’omnichord a paesaggi naturali e cittadini. Ieri dal vivo a Roma e domani a Torino, Lael Neale è oggi passata a Volume per suonarci alcuni pezzi prima del concerto di questa sera all’Arci Bellezza di Milano. E sulla presenza di figure femminili nell’industria musicale di oggi spiega: “non importa se sei uomo o donna perchè la qualità della musica dovrebbe parlare da sé”. L’intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive di Lael Neale.

    Clip - 19-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 19/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 19-11-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 19/11/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 19-11-2025

Adesso in diretta