Approfondimenti

Cinesi a Milano nel 1931

Il nome cinese “Li Shan” significa “dritto come una montagna”.

«Probabilmente è vero che il destino di una persona è racchiuso nel suo nome», scrivono Matteo Demonte – nipote di Angelo, che è uno dei figli di Li Shan – e Ciaj Rocchi, autori del Graphic Novel Primavere e Autunni.

Ma chi è Li Shan e perché è proprio lui il protagonista di questa storia a fumetti? Perché è l‘io narrante, la coscienza morale e il personaggio realmente esistito che, lasciata la Cina, vive prima a Parigi e poi ad Amsterdam, per stabilirsi a Milano nel 1931. Non sa una parola di italiano e le persone che incontra gli parlano prevalentemente in dialetto milanese. Trova lavoro come Mai San, ovvero come venditore ambulante: sta in Galleria Vittorio Emanele, a pochi metri dal Duomo e nel centro della città, tutto il giorno in piedi per vendere cravatte tagliate e cucite dai connazionali. Impara i rudimenti essenziali della lingua italiana, per poter interagire con i potenziali clienti. Achi gli chiede: «Se la custa?», lui risponde: “Solo una lila, seta buona, ben cucita”. Gli amici di Li Shan stanno a casa la sera, lui va in giro per la città, alla scoperta di questo luogo così diverso dal villaggio tra le montagne cinesi in cui era nato e cresciuto lui.

A Milano, Li shan conosce Giulia, una lavandaia. Si innamorano e si sposano. Il matrimonio lo salva dalle leggi razziali del 1938, che costringono i cinesi al confino o nei campi di lavoro. Mentre imperversa la Seconda Guerra Mondiale, Angelina, la sorella di Giulia, si innamora di un cinese appena arrivato in Italia, Lam Bao Shin. La povera Angelina muore di tetano di lì a poco, ma la figlia della donna e di Lam Bao Shin, si affeziona a una donna di Cantù, Adele, che diventerà la sua nuova mamma.

La storia raccontata dal graphic novel Primavere e Autunni attraversa il boom economico degli anni Cinquanta, le rivoluzioni e i cambiamenti sociali degli anni Sessanta, le tensioni e le rivoluzioni degli anni Settanta. È come se la storia rimanesse sullo sfondo: sono le persone a scandire i fatti e l’incedere del tempo in quest’opera toccante, raccontata con grazia e precisione.

Ed è evidente che, più di ogni altra cosa, è l’incontro a generare nuove opportunità. Alzare i muri blocca il movimento, creare un ponte facendo delle cose insieme vuol dire creare il futuro.

Primavere e Autunni,

di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte,

Beccogiallo Editore, 190 pagine a colori, 18 euro.

  • Autore articolo
    Maurizio Principato
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    L’Europa e il bellicismo crescente delle sue classi dirigenti. L’ultimo caso, quello dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e la postura aggressiva che dovrebbe tenere la Nato. Cosa possono fare il pensiero e la cultura della pace per contrastare l’escalation bellicista e la normalizzazione della violenza? Le risposte possono non essere quelle consuete, soprattutto perché in Occidente stiamo assistendo ad un cambio delle coordinate geopolitiche costruite negli ultimi ottant’anni. Un esempio. Il settimanale «The Economist» ha scritto nella sua rubrica di geopolitica «The Telegram» apparsa oggi sulle pagine online: «In Europa le preoccupazioni per l’inaffidabilità dell’America sotto Donald Trump stanno lasciando il posto a un timore più grande: che, pur presentandosi come il campione della civiltà occidentale, egli consideri ormai le democrazie occidentali reali come avversarie. “Nella Washington di oggi” - scrive il nostro editorialista di The Telegram - l’Europa “è spesso descritta con maggiore disprezzo rispetto alla Cina o alla Russia”. Pubblica oggi ha ospitato Donatella Della Porta, scienziata della politica, e Agostino Giovagnoli, storico.

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