Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Venerdì 25 dicembre 2020

Il racconto della giornata di venerdì 25 dicembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia a quelli del Veneto, con il commento di Andrea Crisanti. La seconda ondata, che per qualcuno non ci sarebbe stata, ha causato più morti della prima, che sembrava una tragedia ineguagliabile. La Brexit comincia a essere metabolizzata da europei e britannici, ma la strada per la definizione dei rapporti è ancora lunga. Natale di protesta per i lavoratori della Whirlpool di Napoli che la proprietà intende licenziare. Attentato dinamitardo a Nashville in Tennessee, per fortuna senza vittime, solo tre feriti lievi e molti danni materiali. Infine l’andamento dell’epidemia in Italia nelle elaborazioni grafiche di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Anche oggi altissimo il numero delle vittime in Italia per la pandemia da coronavirus. 459 morti nelle ultime 24 ore a causa del covid. E torna a salire il rapporto tra i tamponi effettuati e i nuovi positivi individuali. La percentuale positivi su tamponi è del 12.5%. In termini assoluti i nuovi positivi sono 19037 nelle ultime 24 ore.
Il totale dei morti dall’inizio della pandemia in Italia è di 71.359. Il numero dei morti nella seconda ondata ha superato ampiamente il dato della prima ondata. A fine maggio i morti erano 33415.

Nelle regioni il Veneto segna ancora numeri molto negativi.
Oggi i nuovi positivi nella regione amministrata da Luca Zaia sono stati 5010.
I morti 94.
Andrea Cristani, dell’Università di Padova, collaborò con la Regione Veneto durante la prima ondata. Poi interruppe la collaborazione. In questa intervista spiega perché secondo lui il Veneto oggi va così male:

Covid-19: i morti della seconda ondata superano quelli della prima

(di Michele Migone)

Il Numero dei morti della seconda ondata ha superato quelli della prima. I conteggi del tragico bilancio sono diversi a seconda dell’esatto periodo preso in esame. Uno di questi dice che da febbraio al 31 agosto, i morti sono stati 35.491. Da settembre a Natale, 36.190. E aumenteranno ancora. Siamo il paese in testa alla classifica mondiale per decessi ogni 100mila abitanti e al terzo posto in quella che tiene conto della relazione tra casi di contagio e vittime, dopo il Messico e l’Iran. Sono dei tristi record, ma non sono frutto del caso. E’ stata chiamata in causa l’alta età media della popolazione, ma se abbiamo tanti morti non dipende solo da questo fattore. Il Virologo Massimo Galli ha detto che si sarebbero potuto salvare 20.000 persone se in estate non ci fosse stato il Liberi Tutti. Ma, il virus sembrava sparito, l’economia doveva ripartire e chi lanciava gli allarmi veniva snobbato anche da chi avrebbe dovuto prepararsi per l’arrivo della seconda ondata. Sono stati fatti molti errori di gestione. Le carenze della medicina territoriale non sono mai state colmate, il tracciamento a livello nazionale è fallito (per colpa di Governo e Regioni) e nessuno si è reso conto di quanto fosse diffuso il contagio; non è stato approntato protocollo unico per la cure a domicilio. A un certo punto, il Paese si è diviso in due: da una parte la politica (che ha voluto nascondere i propri errori), molti media (che hanno seguito gli interessi dei proprietari) e una larga fetta della società (che ha voluto negare, anche per assuefazione) hanno di fatto rimosso il numero dei morti; dall’altra i medici, gli infermieri, i volontari, le vittime e i parenti, che erano e sono rimasti, invece, lì in prima linea. Per quanto il virus sia un nemico terribile, così tanti morti non era inevitabile averli.

Brexit: le prime reazioni all’accordo UE-UK

Brexit: il capo negoziatore dell’Ue Michel Barnier ha iniziato a informare gli ambasciatori dell’Ue sull’accordo raggiunto tra Londra e Bruxelles. Gli Stati membri iniziano ora a rivedere le 1.246 pagine dell’accordo e continueranno nei prossimi giorni. In Europa, le reazioni sono state positive. Anche Boris Johnson ha cantato vittoria per presentare in modo favorevole all’opinione pubblica britannica un’intesa che, alla fine, non è stata così favorevole per Londra. “Riprendiamo in mano il nostro destino” – ha detto il primo ministro conservatore, ma le incognite per il futuro del Regno Unito sono molte. In fondo, il sentimento nei confronti della Brexit si è affievolito e le possibili difficoltà economiche dei prossimi anni potrebbero renderlo ancora più debole. A quattro anni di distanza dal referendum, l’abbandono dell’Europa, ora che è arrivata, è una soluzione che non solleva più tanto entusiasmo, ma che anzi continua a dividere il paese. La Brexit può avere importanti ripercussioni anche per l’integrità del Regno Unito. La Scozia ha minacciato un nuovo referendum sull’indipendenza per tornare nel seno dell’Europa.

Ne abbiamo parlato con Edoardo Bressanelli, docente alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e al King’s College di Londra

La Brexit è stata poi un modello per molti partiti sovranisti europei, ma non lo è più. Sentiamo ancora il Professor Bressanelli.

I lavoratori della Whirlpool in presidio anche a Natale

Anche oggi i lavoratori della Whrilpool di Napoli sono stati in presidio davanti allo stabilimento che la multinazionale ha deciso di chiudere. Questo nonostante il settore non sia in crisi di vendite. 370 lavoratori saranno licenziati il primo gennaio.
A Napoli Est davanti ai cancelli della Whirlpool anche nel giorno di Natale ci sono centinaia di persone e noi poco fa abbiamo raggiunto Giovanni Fusco della Fiom:

 

Esplode un camper-bomba a Nashville negli USA, danni materiali ma nessuna vittima

(di Davide Mamone)

È stato un risveglio di Natale scioccante per I cittadini di Nashville, nel Tennessee, dove alle 6.30 del mattino, ora locale, un camper è esploso nel centro della città, vicino al distretto storico, in un’area solitamente piena di turisti. Si sarebbe trattato di un atto intenzionale, secondo quanto riportato in una conferenza dal portavoce della polizia di Nashville, Dan Aaaron che ha evidenziato come gli agenti siano stati chiamati a intervenire da alcuni residenti verso le 5.30 del mattino per una sospetta sparatoria. Una volta giunti sul posto, tra la 2nd avenue e commerce street, il camper è esploso provocando ingenti danni agli edifici circostanti.Nessuna vittima, ma tre persone sono rimaste lievemente ferite e trasportate all’ospedale. L’esplosione è stata fortissima, secondo diversi residenti interpellati dalla testata locale Tennessean, dal New York Times e da CNN, l’innesco dell’autobomba ha ricordato l’arrivo di un tornado. Le pareti di case e negozi hanno vibrato per diversi secondi. E le immagini pubblicate sui social media e dalle agenize di stampa mostrano numerose autovetture incenerite, alberi sventrati, detriti e vetri sparsi ovunque, mentre il fumo nero continua a notarsi a diverse miglia di distanza.“Fosse successo un venerdi pomeriggio, oggi staremmo dando una notizia ben più grave” ha dichiarato il sindaco di Nashville, il democratico Jon Cooper che ha chiesto ai cittadini di evitare l’area dell’esplosione. Sull’accaduto sta indagando anche l’FBI.

 

L’andamento dell’epidemia di covid-19 in Italia

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    Kei Pritsker, regista con Michael T Workman del documentario “The Encampments”, racconta ai microfoni di Radio Popolare i retroscena della protesta studentesca pro Palestina alla Columbia University. “Gli studenti della Columbia protestano da anni per la Palestina e per ottenere che l’università dismetta gli investimenti in Israele – spiega Pritsker. L’università ha un ingente fondo di dotazione che investe in ogni sorta di attività, molte delle quali riguardano aziende produttrici di armi, aziende manifatturiere che realizzano armamenti, motori per elicotteri, bulldozer e ogni tipo di attrezzatura utilizzata in queste operazioni”. “The Encampments” fa parlare i ragazzi e le ragazze di questo movimento studentesco che dall’aprile del 2024 ha montato le tende nel giardino del Campus per chiedere trasparenza, il ritiro del denaro dagli investimenti israeliani e l’amnistia per gli studenti puniti per le proteste. “Chiunque creda ancora a questa narrativa sull’antisemitismo nel movimento per la Palestina dovrebbe semplicemente guardare il film – assicura Kei Pritsker”. Al momento “The Encampments” ha una distribuzione indipendente che lo diffonde nei cinema più coraggiosi. L'intervista di Barbara Sorrentini per la trasmissione Chassis.

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