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Che cosa è successo oggi? – Mercoledì 3 giugno 2020

italia chiusa giuseppe conte

Il racconto della giornata di mercoledì 3 giugno 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dal nuovo discorso di Giuseppe Conte che ha lanciato gli Stati Generali alla nomina di 57 cavalieri del lavoro da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella. I dati dell’epidemia diffusi oggi dalla Protezione Civile e le ultime novità sulla Sardegna e l’ingresso nella Regione. La rivista scientifica The Lancet, intanto, mette formalmente in guardia i lettori sull’articolo che negava l’efficacia dell’idrossiclorochina come trattamento contro il COVID. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

Il discorso di Giuseppe Conte

(Di Anna Bredice)

Gli Stati generali dell’economia. Riparte da questa sfida la fase due del governo Conte: se oggi l’Italia si rimette in movimento tra Nord e Sud, vedendo la fine della pandemia, il Presidente del Consiglio lancia il suo progetto per rimanere alla guida di un governo che solo ora, uscito dall’emergenza sanitaria, deve fare i conti con le crepe nella maggioranza e con un’opposizione che vuole con la piazza intestarsi la protesta sociale. E così Conte lancia gli stati generali, chiamare a palazzo Chigi quelli che definisce gli attori del sistema Italia, parti sociali, sindacati e Confindustria e al presidente Bonomi, che ha lanciato accuse forti al governo, manda una frecciatina per dirgli che non deve pensare solo alle tasse, ma anche agli investimenti. E poi al tavolo anche le opposizioni, perché, dice Conte, i soldi che arriveranno non saranno un tesoretto in mano al governo in carica. Il tesoretto sono i soldi del Recovery Fund, che però devono ancora arrivare, per ora sono soldi promessi ed è difficile stilare un piano di progetti e investimenti senza sapere quando ci saranno, per questo chiederà un anticipo all’Unione europea. Nel piano vede grandi opere di investimenti nell’alta velocità, nei cantieri, non chiude al ponte sullo stretto, con Autostrade invece è duro, “per me ci sono tutte le condizioni per la revoca“.
Sulla scuola servono interventi di edilizia e garantisce che a settembre si torna in classe. Conte vuole rimanere in sella al governo e non lasciare le proteste di autunno all’opposizione oppure a Renzi nella maggioranza. E se non bastasse, nel suo piano prevede una riforma fiscale e anche della giustizia. “I dati sul coronavirus ci dicono che si può ripartire“, ma con attenzione. Un’attenzione che è mancata ieri nelle piazze della destra, “il dissenso è libero e garantito naturalmente“, dice Conte, “ma attenzione ai nuovi focolai“.

Mattarella nomina 57 cavalieri del lavoro

(Di Michele Migone)

Con la nomina dei nuovi 57 cavalieri del lavoro Sergio Mattarella propone al Paese una direzione di marcia. Premiare l’impegno civile, le capacità professionali, il merito e la solidarietà al servizio della comunità. Se Mattarella, con queste nomine, è stato in grado di anticipare un’inversione culturale di questo Paese o, al contrario, ha solo indicato un esempio che non verrà seguito, lo diranno i prossimi mesi.
Se il COVID-19 sarà stata l’opportunità per dar vita a un vero Progetto Paese, lo sapremo presto. Ma i primi segnali non sono buoni. Nulla sembra cambiato per ora, nonostante gli annunci e le buone intenzioni di Giuseppe Conte, oscurate un poco dalla gaffe di chiamarlo Progetto Rinascita. Vediamo un Paese che esce dal lockdown con una classe dirigente divisa e incapace di trovare una comune visione e delle comuni ricette. Maggioranza e opposizione non dialogano. La sguaiatezza della Destra, senza rispetto per le norme di sicurezza che tutti devono seguire, serve ad alimentare il malcontento, ma dall’altra parte la risposta è debole. Anche ora i leader politici pensano al proprio consenso. Finito lo scontro tra Governo e Regioni sono iniziate le polemiche tra le Regioni. Il Nord contro il Sud e viceversa. Un conflitto mai così aperto tra le due Italie. Confidustria attacca il governo e i sindacati. La battaglia sulle risorse che sono state stanziate è appena iniziata e gli imprenditori sono molto aggressivi. I ritardi del governo nella loro distribuzione non sono stati ancora sanati. Secondo un recente sondaggio la maggioranza degli italiani pensa che dopo l’epidemia saranno migliorate la sanità, la scuola, l’ambiente. Per adesso, i segnali che provengono dalle scelte politiche non vanno in quella direzione. In fondo si tratterebbe di seguire quei nuovi 57 cavalieri del lavoro per capire quale sarebbe la strada da seguire.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

I dati diffusi oggi dalla Protezione Civile sull’epidemia in Italia sono in linea con quelli dei giorni passati. Per quanto riguarda l’andamento delle curve, innanzitutto: oggi ci sono stati 321 nuovi positivi a fronte dei 318 di ieri, i decessi registrati sono 71, più dei 55 di ieri ma in netto calo rispetto al dato di una settimana fa. Calano ancora i ricoveri e, oggi soprattutto, le terapie intensive: sono ormai 353 i letti occupati da pazienti COVID in questi reparti, una situazione che non si vedeva dai primi di marzo.
I dati sono in linea con quelli dei giorni passati anche per un altro aspetto: la crescita dell’incidenza del dato lombardo su quello nazionale. Oggi tre quarti dei nuovi positivi arrivano dalla Lombardia, 237, mentre nove aree (tra regioni e province autonome) non ne registrano nemmeno uno. La provincia che cresce di più in termini di nuovi positivi, come spesso in questi ultimi giorni, è Bergamo (77), seguita da Brescia (51) e poi Milano (37).

Sardegna, per entrare basta una registrazione online

(Di Monia Melis)

Per entrare in Sardegna basta una registrazione da inviare online. La ricevuta dovrà essere presentata insieme alla carta di imbarco al momento della partenza. Questa (insieme al controllo della temperatura) l’unica misura di prevenzione al COVID-19 che si trova nell’ordinanza firmata dal Presidente della Regione Solinas dopo settimane di battaglia. Il documento è stato diffuso ormai di mattina, la stessa in cui è ufficiale il via libera tra Regioni. Niente certificato di negatività – dunque – né tanto meno passaporto sanitario. Ma un tracciamento: si dovrà indicare da dove si arriva, dove si soggiornerà e per quanto tempo. Nonché indicare eventuali sintomi e contatti con positivi. Le istruzioni si dovrebbero trovare sul sito istituzionale della Regione, anche se ancora non ve n’è traccia. Né è ancora scaricabile l’equivalente app Sardegna sicura. Annunciata poi un’ulteriore ordinanza sul test epidemiologico, sarà però solo facoltativo. Comunque fino al 12 giugno – data d’avvio di tutti i voli nazionali (non solo in continuità territoriale) – si potrà compilare la versione cartacea, anche a bordo. Non resta ora che vedere se aerei e navi viaggeranno a pieno carico tra le speranze degli imprenditori turistici, e i timori di nuovi focolai.

The Lancet prende le distanze dallo studio contro l’idrossiclorochina per il COVID

(Di Luisa Nannipieri)

Crolla il castello di carte. È con queste parole che l’infettivologo francese Didier Raoult ha commentato la decisione della rivista scientifica The Lancet di mettere formalmente in guardia i lettori sull’articolo che negava l’efficacia dell’idrossiclorochina come trattamento contro il COVID, sottolineandone anzi la tossicità. Un articolo pubblicato su The Lancet, appunto, il 22 maggio scorso. Didier Raoult è stato uno dei primi dottori a promuovere l’uso del noto (e poco costoso) antimalarico per combattere i sintomi precoci del coronavirus. Era persino riuscito a convincere il presidente francese a inserirlo nei test clinici nazionali. Dopo la pubblicazione dell’articolo su The Lancet, però, la Francia ha sospeso la somministrazione della molecola negli ospedali. Una decisione che aveva seguito di poco quella dell’OMS di escludere temporaneamente i pazienti curati con l’idrossiclorochina dal suo test clinico internazionale, proprio sulla base dei dati riportati in quello studio. Riducendo di fatto la possibilità di raccogliere abbastanza dati statistici validi per stabilire definitivamente l’efficacia o meno del farmaco contro il COVID.
Ora la prestigiosa rivista britannica, con una mossa rarissima, che precede speso il ritiro dell’articolo messo in causa, sconfessa lo studio, che era stato accolto da una valanga di critiche. Persino scienziati scettici sulla somministrazione della molecola a pazienti COVID avevano sottolineato delle incoerenze sui dati e delle carenze metodologiche, coniando l’hashtag LancetGate. Come è possibile, ci si chiede, che una piccola società basata in Illinois, Surgisphere, abbia avuto accesso a più di 96 mila file medici di pazienti sparsi in 671 ospedali su sei continenti? In una lettera aperta, 120 ricercatori hanno chiesto di esaminare i dati per verificarne l’autenticità, soprattutto dopo che la rivista aveva dovuto correggere una tabella e rettificare il numero di morti attribuiti a degli ospedali australiani.
Per il momento, ha scritto Lancet, è in corso un audit indipendente, sui dati di Surgisphere. Ma la società americana rifiuta di rendere pubbliche le informazioni ad altri ricercatori per ragioni legali. Anche se non dovesse portare al ritiro dell’articolo incriminato, decretando in quel caso che i risultati dello studio non hanno alcun valore, come era successo con lo studio di Wakefield sul legame tra vaccini e autismo, la decisione di The Lancet riapre la spinosa questione dell’affidabilità delle riviste scientifiche, rimettendo in causa il lavoro di selezione e validazione dei risultati scientifici da parte della redazione. Redazione che è uno dei fiori all’occhiello di un settore molto influente e lucrativo: la casa editrice della rivista britannica vantava, nel 2018, un fatturato di quasi 3 miliardi di euro e dei profitti per più di un miliardo. Ma che deve fare i conti con le pressioni e manipolazioni più o meno velate dei laboratori farmaceutici e che con questa faccenda rischia di compromettere irrimediabilmente la sua reputazione.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Redazione
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    La legislatura in corso non è solo quella in cui si registra la longevità del governo Meloni e della sua presidenza del Consiglio. E’ anche la prima legislatura successiva alla modifica costituzionale che ha ridotto il numero di parlamentari. I deputati sono stati tagliati a 400 (rispetto ai 630) e i senatori a 200 (rispetto ai 315). E' servita a qualcosa la riduzione dei parlamentari? Le motivazioni della legge del 2019 (votata a stragrande maggioranza) parlavano di miglioramento dei lavori parlamentari e di risparmio nei costi del Parlamento (500 milioni su 4 miliardi di euro complessivi). Se n’è vista traccia? La campagna contro la “casta” che incentivò il taglio dei parlamentari ha inizio dodici anni prima della legge costituzionale. Prima con il libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella “La Casta” (pubblicato nel maggio 2007), scritto dai due giornalisti del Corriere. Sulla copertina c’era scritto: così i “politici italiani sono diventati degli intoccabili”. E poi con il raduno di Grillo a Bologna, il V-day dell’8 settembre 2007, con 50 mila persone in piazza Maggiore. La reazione alla Casta fu poi l’anti-politica. Di questo Pubblica ha parlato con un giurista e costituzionalista, Francesco Pallante, dell’università di Torino; e con la storica Valentine Lomellini, dell’università di Padova.

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    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

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    LORENZA GENTILE - LA VOLTA GIUSTA - presentato da Ira Rubini

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    La Manovra 2025 è in arrivo in Parlamento. Una manovra "leggera" i cui effetti vanno guardati nelle pieghe. La maggioranza si fa allo stesso tempo governo e opposizione, e si divide: alcune misure, sbandierate, quindi forse salteranno. A conti fatti, cosa si prospetta su voci essenziali come lavoro, pensioni, sanità, tasse? Ospiti: Maurizio Landini, segr. gen. Cgil; Andrea Capocci, giornalista scientifico de Il Manifesto; Massimo Alberti, redazione di RP. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 23-10-2025

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    Landini: “Manovra inadeguata: soldi alle armi anziché a salari, scuola, sanità. Rischio di deriva autoritaria”

    Il 25 ottobre la Cgil ha organizzato una manifestazione a Roma contro le politiche economiche del governo, il riarmo, per investimenti pubblici su scuola, salari, sanità. L’intervista del segretario Cgil Maurizio Landini a Radio Popolare. “La manovra è inadeguata: con le tasse più alte di lavoratori e pensionati si è ridotto il deficit per investire in armi anziché in spesa sociale. I profitti delle imprese sono ai massimi: servono aumenti contrattuali. In piazza per praticare la democrazia contro il rischio di deriva autoritaria”. Ascolta l'intervista a cura di Massimo Alberti.

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