Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Mercoledì 16 settembre 2020

Ursula von der Leyen

Il racconto della giornata di mercoledì 16 settembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dal discorso di Ursula von der Leyen, che potrebbe segnare una nuova stagione per l’Unione Europea agli equilibri di maggioranza in Italia, messi in dubbio da referendum e Regionali. A Roma un gruppo di writer antifascisti ha dedicato un graffito a Willy Duarte. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

Il discorso di Ursula von der Leyen sullo stato dell’Unione

(di Alessandro Principe)

Ambiente, sanità, diritti umani e sociali, immigrazione. Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione è stata all’altezza delle aspettative e del momento drammatico della crisi pandemica.
Il Green Deal, il rilancio degli investimenti verdi, presentato dalla presidente della Commissione come fiore all’occhiello all’inizio del mandato, ha subìto lo stop imposto dall’emergenza sanitaria. Ora von der Leyen rilancia.
“Il 37 per cento delle risorse del Recovery fund andrà al Green deal. Il 30 per cento del totale sarà reperito sul mercato con green bond”.

“Il covid deve essere occasione per cambiare”, dice la presidente rilanciando la lotta ai cambiamenti climatici con nuovi obiettivi più stringenti: “Taglio delle emissioni del 55 per cento entro il 2030, non più del 40 per cento”.
Sulla salute la parola d’ordine è: unione sanitaria. All’inizio della pandemia abbiamo visto egoismi nazionali sulle forniture di mascherine, tamponi, persino ventilatori per la terapia intensiva. Chiusura delle frontiere. Ognuno per sé, in un’Europa che si è scoperta impreparata e dipendente dall’estero. Si deve cambiare, dice von der Leyen: il sovranismo non funziona, tanto meno quello sanitario.

Una von der Leyen più attenta alla questione dei diritti, come quelli delle persone Lgbtq, e a quelli sociali: ha annunciato anche una raccomandazione della Commissione per introdurre “il salario minimo in tutti i Paesi europei”.
Infine l’immigrazione. La prossima settimana la Commissione presenterà il suo pacchetto immigrazione, conferma von der Leyen, rispondendo così a una richiesta più volte avanzata dall’Italia, dalla Grecia e i paesi Mediterranei.  “Nel nuovo piano – ha anticipato la presidente – verrà abolito il regolamento di Dublino”.

Una Commissione che si mostra quindi all’altezza della situazione, che cerca l’appoggio del Parlamento e che avrà come contraltare i governi nazionali. Con un punto di forza, però: l’appoggio della Germania e della Francia. E, a sentire il discorso di oggi, anche dei Mediterranei, Italia compresa.

Il peso delle urne sugli equilibri di governo

(di Michele Migone)

Cosa ne sarà del governo Conte dopo il weekend elettorale? Il presidente del consiglio si sente saldo in sella, nonostante tutto. I Sì dovrebbero vincere al referendum e lui, che si è tenuto ben distante dalle regionali per evitare di essere colpito da eventuali effetti negativi, attende quel voto con un certo distacco. Con il portafoglio pieno dei miliardi del Ricovery Fund e una certa tranquillità sui mercati, Conte guarda al suo futuro con ragionevole ottimismo. Forse però sottovaluta i movimenti che nel PD indicano una certa tensione in vista del voto di domenica e lunedì prossimo.

Nicola Zingaretti ha smentito di aver stretto un patto con Conte per blindare l’esecutivo anche di fronte a una sconfitta nelle regionali. Anzi, si ha l’impressione che se il PD dovesse reggere, un pareggio o una sconfitta di misura, l’intero gruppo dirigente, non solo Andrea Orlando, chiederà di fare il tagliando al governo. Un rimpasto, o comunque un maggior peso del Nazareno sulla linea politica da adottare. Conte potrà anche cercare di rimbalzare queste richieste, ma non potrà fare finta di nulla. Per lui potrebbe andare peggio se il PD perdesse la Toscana. Gli ultimi dati sembrano essere più positivi per il candidato del centrosinistra, ma la partita è ancora aperta. In caso di sconfitta, Zingaretti dovrebbe lasciare. La seconda poltrona a rischio sarebbe  proprio quella di Conte perché la maggioranza che appoggia il suo governo andrebbe in fibrillazione.

La tattica di Giuseppe Conte di fare finta che le regionali non esistano, che siano solo un problema di Zingaretti, potrebbe essere inutile per salvarlo da ogni guaio. Ma ne riparliamo lunedì sera.

Roma, un graffito per ricordare Willy

(di Anna Bredice)

Il coraggio è la chiave dell’indifferenza”. Da oggi gli studenti di Roma Tre che escono dall’università vedranno nel muro accanto all’edificio questa scritta e il sorriso e il volto di Willy Duarte, il ragazzo ucciso a calci e pugni a Colleferro, solo perché voleva difendere un amico.

Il murale è il primo che è stato realizzato a Roma, grazie alla comunità di Capoverde, a cui appartiene la famiglia del ragazzo e al municipio della zona Ostiense, dipinto proprio qui per rubare uno sguardo e vincere l’indifferenza soprattutto dei giovani, coetanei di Willy o poco più piccoli dei suoi assassini.

Chi c’era oggi davanti a quel muro ha ricordato il gesto di coraggio del ventunenne, ma forse l’obiettivo è soprattutto non dimenticare, non rischiare che, passati gli articoli di cronaca sui giornali, tornino come sempre i rituali del branco e della violenza, che a quanto pare i quattro ora in carcere esercitavano da tempo, seminando paura e silenzio.

Alberto è uno degli artisti del gruppo Dans la Rue che ha realizzato il murale: “Speriamo che gli studenti e gli abitanti del quartiere passando ogni giorno qui ricordino Willy, siamo un gruppo che fa graffiti politici, ci sembrava il posto giusto dove stare oggi. È un modo di vivere, di praticare, se vogliamo, l’antifascismo. Non pensiamo che quei 4 ragazzi o chiunque abbia ammazzato Willy sia un fascista, penso però che quello che hanno fatto rientri nelle pratiche si sopraffazione e quindi di fascismo. Io pratico sport da combattimento e credo che la divisione del mondo tra chi pratica sport da combattimento e chi non lo fa sia sbagliata, quella giusta è tra chi pratica violenza indiscriminata verso i più deboli e chi usa l’autodifesa e il proprio copro per mettersi a difesa dei più deboli”.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

 

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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