Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Martedì 15 settembre 2020

scuola

Il racconto della giornata di martedì 15 settembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dalle mancanze ancora evidenti dell’apparato scolastico, al caso dei banchi monoposto, tanto sbandierati e ancora non arrivati. L’omicidio di Don Roberto Malgesini ha colpito l’opinione pubblica comasca e non solo.  Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

Tutti gli aspetti critici della ripartenza delle scuole

(di Anna Bredice)

Centocinquantamila cattedre ancora vuote e oltre due milioni di banchi da consegnare. Sono i due numeri che rendono chiare le criticità che esistono e che devono essere risolte nei prossimi giorni.

Domani riapriranno le scuole anche in Friuli Venezia Giulia e nel giro di una settimana dovrebbero essere aperte dovunque. In questi primi giorni in molte scuole gli studenti stanno facendo orari ridotti, perché mancano gli insegnanti e gli alunni non possono essere divisi tra le classi.

La ministra Azzolina assicura che nel giro di qualche giorno la questione si risolve, ma 150 mila cattedre da riempire sono molte, considerando che il sistema delle chiamate dirette non ha funzionato completamente e che le graduatorie di ruolo sono esaurite.

L’altro aspetto ancora critico è quello dei banchi:  a fine settembre arriverà il 30 per cento di quelli mancanti, a fine ottobre il resto degli oltre due milioni. Una cifra molto alta, visto che finora sono stati consegnati solo duecentomila nuovi banchi monoposto, non saranno distribuiti a tutti, gli studenti in tutta Italia sono otto milioni, verranno dati alle scuole che a giugno ne hanno fatto richiesta, nelle classi dove le distanze sono assicurate in molti casi stanno utilizzando quelli tradizionali a due posti, ma non sempre riesce ad esserci la distanza di un metro. Nella distribuzione si seguirà il criterio delle aree a maggior contagio, quindi in Lombardia ad esempio dovrebbero arrivare prima che in altre regioni.

La scuola riaperta sembra quasi un cantiere che non riesce ancora a finire l’opera, dove ogni giorno emergono problemi che devono essere affrontati, ultima questione è quella degli studenti che presentano sintomi Covid a scuola.  Secondo il presidente della Centrale operativa del 118 si deve intervenire a scuola, con un mezzo di soccorso dedicato, ed effettuare lì il test rapido, senza far rientrare l’alunno a casa, prima di conoscerne l’esito, il che rischia di creare ancora più allarme e paura tra gli studenti e le famiglie.

Dove sono i famigerati banchi monoposto?

(di Michele Migone)

La scuola è ripresa con una grande mancanza: i banchi monoposto. Il commissario straordinario Arcuri ha detto che entro la fine di ottobre saranno tutti consegnati, come previsto un mese e mezzo dopo l’inizio della scuola. Ma sarà così? Luca Trippetti è responsabile di Federlegno Arredo.

Arriveranno tutti i banchi entro fine ottobre?

La probabilità che non arrivino c’è, sì, certo”, dice ai nostri microfoni.

Quello che posso dire è che ad oggi è stato consegnato il 10% dei banchi”, aggiunge.

Tutta la vicenda è nata all’insegna del ritardo. Le aziende del legno hanno un primo contatto con la struttura di Arcuri solo il 18 luglio.

Prima di allora si era parlato della possibilità di usare i banchi monoposto ma non era stato fatto alcun atto concreto per la loro produzione.

Il 20 luglio viene presentato il bando di concorso per gli appalti, che viene chiuso l’11 di agosto. La scuola inizierà un mese dopo ma la produzione partirà solo dopo il 20 agosto. Significa produrre in poche settimane quello che il mercato italiano dei banchi produce in tre anni.

Quando sono cominciate le produzioni?

Sicuramente non prima del 20 agosto”, dice ancora Trippetti, “perché difficilmente un’azienda si impegna con i propri fornitori su quei volumi prima di avere assicurato in contratto di quel genere”.

Omicidio di Don Roberto Malgesini: il j’accuse di Como Senza Frontiere

(di Claudio Jampaglia)

Don Roberto Malgesini, 51 anni, valtellinese di Cosio, “prete degli ultimi” di Como ogni mattina iniziava dal quartiere di San Rocco – dove abitava accanto alla chiesa – il suo giro quotidiano per portare la colazione ai senzatetto della città. Stamattina alle 7 è stato ucciso da uno degli ultimi di cui si occupava, un cittadino di origine tunisina di 53 anni, in Italia dal 1993, finito ai margini dopo la separazione dalla moglie e una deriva [continua a leggere]

 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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