Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 24 agosto 2020

Donald Trump

Il racconto della giornata di lunedì 24 agosto 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia col commento di Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano agli ultimi dettagli da definire per la riapertura delle scuole a settembre mentre continua la propaganda del presidente della regione Siciliana sul destino dei migranti. Negli Stati Uniti prende il via la Convention repubblicana mentre in Wisconsin scoppiano le proteste dopo l’omicidio del 29enne afroamericano Jacob Blake. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

953 nuovi casi. Oggi i dati sul coronavirus in Italia hanno fatto segnare un calo rispetto a ieri, quando erano stati individuati 1210 positivi. Diminuiscono però anche i tamponi, passati da 67mila a 46mila. Le Regioni con più contagi accertati nelle ultime 24 ore sono il Lazio con 146, Campania, Emilia-Romagna e Veneto con 116 ciascuna e Lombardia con 110. Le morti comunicate a livello nazionale sono 4. Scende il numero dei pazienti in terapia intensiva: ora sono 65, 4 meno di ieri. Sara Milanese ha intervistato Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, sul profilo delle persone trovate positive in Italia negli ultimi giorni.


 

Vertice a Palazzo Chigi sul ritorno a scuola a settembre

(di Anna Bredice)

Finita la riunione sulla scuola, a Palazzo Chigi ne è iniziata immediatamente un’altra allargata ai capi delegazione del governo, con la presenza della ministra Azzolina, il che significa che la scuola rimane al centro dei temi in discussione, a pochi giorni dalla riapertura degli istituti: si comincerà il primo settembre con tutti gli esami di recupero e poi il 14 in quasi tutte le regioni, Mattarella sarà a Vo’ euganeo, una delle città simbolo colpite dalla pandemia, in Puglia invece inizierà il 24, dopo le elezioni. Da queste ore è attivo in tutta Italia un help desk per tutte le scuole così come i test al personale scolastico, che rimangono comunque facoltativi. Per quanto riguarda le mascherine invece restano obbligatorie anche quando gli alunni, dai sei anni in su, sono seduti al banco senza che ci sia il distanziamento adeguato. Più complicate appaiono, e si tratta ancora di ipotesi, nulla di ufficiale quindi, le direttive sui casi di contagi tra gli alunni. Una eventualità che inizialmente appariva più rara, ma nelle ultime settimane è una realtà che il governo deve prendere in considerazione, visti i contagi anche asintomatici tra i ragazzi. In caso di contagio non viene chiusa l’intera scuola, il Dipartimento di prevenzione traccerà i contatti e valuterà la quarantena per i compagni di classe e gli insegnanti, se un alunno o insegnante fosse convivente di un caso positivo verrà posto in quarantena, ma i suoi compagni no. Molti alunni mancanti in una classe potrebbero essere una spia di focolaio, per questo gli istituti dovranno monitorare le assenze. Sono per ora ipotesi che non hanno ancora l’ufficialità, anche se mancano pochi giorni e questa incertezza, unita anche alla situazione dei banchi, sono undici le ditte che li stanno producendo, rende la posizione della ministra Azzolina complicata, oggetto di critiche anche dentro al Movimento 5 Stelle. Se è certo che per la scuola dell’obbligo si torna in classe, gli unici turni saranno solo per le mense, per le università invece si va verso la didattica mista, con numero chiuso e capienza dimezzata nelle aule.

Quattro naufragi in pochi giorni al largo della Libia

Nella settimana tra il 13 e il 20 agosto ci sono stati quattro naufragi documentati da Alarm Phone al largo della Libia. 900 persone su 14 barche hanno chiamato l’associazione che raccoglie richieste di soccorso: 100 sono state respinte in Libia, 540 sono giunte in Europa, oltre cento sono morte o disperse mentre “il destino di 160 persone è sconosciuto”. Deanna Dadusc, attivista di Alarm Phone, ha raccolto le testimonianze dei superstiti e dei soccorritori:

La nave di soccorso della ong tedesca SeaWatch oggi ha effettuato il terzo intervento in 48 ore. Sono oltre 200 in totale i naufraghi salvati nel canale di Sicilia dalla nave umanitaria.
Intanto il presidente della regione Siciliana Musumeci continua a fare propaganda sul destino dei migranti. Suggerendo l’inesistente legame tra sbarchi e Covid, Musumeci ha firmato una ordinanza per chiudere hotspot e centri di accoglienza, che dovrebbe entrare in vigore domani. Nonostante lo stop del Viminale, che aveva chiarito che Musumeci non ha competenze in materia, il presidente, sostenuto dalla lega e dalle destre, ha detto di essere pronto a rivolgersi alla magistratura.
 

USA, proteste in Wisconsin dopo l’omicidio di Jacob Blake

(di Davide Mamone)

È stata una lunga notte di proteste nel Wisconsin, dopo che ieri Jacob Blake, un afroamericano di 29 anni, è stato raggiunto da 7 colpi di pistola alle spalle sparati da uno o due agenti di polizia mentre l’uomo stava aprendo la portiera della sua macchina.
Nonostante il coprifuoco immediatamente imposto dalle autorità per sedare gli animi, in centinaia hanno protestato sia a Milwaukee che a Kenosha e hanno distrutto le vetrine e imbrattato le mura dell’ufficio amministrativo di Kenosha County, dove ha avuto luogo l’accaduto nel pomeriggio di domenica. Mentre di fronte alla corte di contea sono stati appiccati incendi e sono avvenuti scontri con la polizia che ha usato il gas lacrimogeno per disperdere i manifestanti. A riportarlo è stata l’emittente WISN, affiliata di CNN.
La vicenda di Blake apre un nuovo squarcio sul tema delle discriminazioni razziali negli Stati Uniti, a quasi tre mesi dalla morte di George Floyd. Mentre proseguono le indagini sull’episodio di ieri. Secondo l’avvocato della famiglia, i figlioletti di Blake sarebbero stati spettatori della sparatoria poco a distanza, mentre l’uomo prima di essere accerchiato dagli agenti ed essere raggiunto dai colpi di pistola avrebbe tentato di sedare una discussione tra due donne non lontano dell’accaduto.

USA, al via la convention repubblicana

(di Roberto Festa)

Di una cosa Donald Trump ha bisogno durante questa settimana di Convention repubblicana. Allargare la propria base elettorale. Tornare a conquistare quei settori moderati, indipendenti, che nel 2016 hanno creduto al presidente e che ora si trovano dinanzi a un Paese piegato dall’emergenza sanitaria, dalla crisi economica, dalle tensioni razziali, dall’incompetenza e dai continui scandali di Trump. Non sarà una missione facile. Per farlo, Trump e I suoi hanno messo in piedi una Convention che assomiglia, più che a un meeting politico, a un grande show – non ha caso l’ideatore di questi quattro giorni è il producer di The Apprentice, il programma TV che aveva Trump come protagonista. Anche qui Trump sarà l’assoluto protagonista. Apparirà, in modi e luoghi diversi, in tutte le quattro serate – stasera in persona da charlotte, sede fisica della Convention. Ci saranno meno politici rispetto al passato – e del resto questo partito repubblicano si è ormai del tutto trumpizzato – e molta gente e storie cosiddette comuni, a rilanciare la narrazione di un’America bianca, cristiana, conservatrice, che dovrebbe tornare a incarnarsi in Trump. Nel 2016 lo slogan della campagna fu Make America Great again, torna a far grandi l’America, nel 2020 sarà, Keep America great, mantieni grande l’America. Uno slogan che, considerata l’America di Donald Trump, appare più un appello, un desiderio, che una realtà.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Di palo in frasca - 04-12-2025

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    1) “Una delle cose più preoccupanti mai viste”. In audizione a Capitol Hill i deputati statunitensi ascoltano l’ammiraglio accusato di aver ordinato il doppio raid su un’imbarcazione venezuelana. (Roberto Festa) 2) Nessuno mette Modi in un angolo. Il premier indiano riceve Putin a Delhi nel tentativo di rimarcare la sua indipendenza in politica estera e di incunearsi nel rapporto tra Mosca e Pechino. (Nicola Missaglia - ISPI) 3) Congo, mentre Trump riceve alla casa bianca i leader congolese e ruandese per i nuovi accordi di pace, Stati Uniti e Unione Europea stanno finanziando la costruzione di una ferrovia per il trasporto di minerali critici. (Alice Franchi) 4) Francia, la strategia di Macron contro lo strapotere mediatico di Bolloré. La proposta del presidente di “etichettare” i media scatena una polemica sulla libertà di stampa. (Francesco Giorgini) 5) World Music. Nusantara Beat, la band indonesiana-olandese che fa rivivere il pop dell’isola del pacifico. (Marcello Lorrai)

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    Greenwich Village, anni ‘60: un tuffo nel passato con Elijah Wald

    Questa settimana Elijah Wald è in Italia per portare sul palco, tra Milano, Torino e Piacenza, le sue storie su Bob Dylan e il Greenwich Village di New York. Chitarrista folk blues ma anche narratore e giornalista musicale, attraverso canzoni e racconti Wald ripercorre nel suo spettacolo il cammino di Dylan e dei tanti personaggi di quel periodo irripetibile. Da Woody Guthrie a Pete Seeger, da Eric Von Schmidt a Dave Van Ronk - quest’ultimo anche protagonista del film dei fratelli Coen “A proposito di Davis” e realizzato partendo proprio dal memoir scritto da Wald. Oggi Elijah è venuto a trovarci a Radio Popolare per raccontarci la sua storia e suonarci alcuni brani tra Mississippi John Hurt, Paul Clayton e Victor Jara. Ascolta l’intervista e il MiniLive di Elijah Wald.

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    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Una mostra fotografica ripercorre i 50 anni di Radio Popolare. Dal 14 dicembre a Milano

    Domenica 14 dicembre alle ore 10, presso la Sala Cisterne della Fabbrica del Vapore, a Milano, inaugura la mostra "50 e 50. La mostra. Radio Popolare 1975 - 2025", una delle prime iniziative organizzate per celebrare il 50esimo anniversario dalla fondazione di Radio Popolare. La mostra racconta i cinque decenni "di onda" attraverso venti storie realizzate dai fotografi che in questi anni sono stati vicini alla radio. Inoltre, la mostra ospiterà un’interpretazione creativa realizzata da Studio Azzurro dei video che ricostruiscono la storia di Radio Popolare. La mostra sarà allestita fino al 25 gennaio. Tiziana Ricci ce la racconta insieme a Giovanna Calvenzi, che ne è la curatrice.

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