Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 20 aprile 2020

Dipartimento Protezione Civile

Il racconto della giornata di lunedì 20 aprile 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dall’analisi dei dati dell’epidemia di Vittorio Agnoletto allo slittamento del decreto di aprile per i soldi agli italiani mentre si attende il Consiglio Europeo di giovedì con Conte che, in videoconferenza, dovrà esprimersi sul ricorso al Mes. I medici specializzandi in Italia lanciano una petizione per chiedere al MIUR la sospensione delle rette, mentre proseguono in Lombardia le indagini sul Pio Albergo Trivulzio con nuove testimonianze ed accuse emerse nelle ultime ore. La Germania ha avviato oggi la Fase 2 con prime riaperture in tutto il Paese, in Spagna invece il lockdown sarà prolungato per altri 15 giorni. L’intervista al presidente onorario dell’ANPI Carlo Smuraglia e, infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

L’analisi di Vittorio Agnoletto sui dati dell’epidemia diffusi oggi

Il numero di morti per coronavirus in Italia ha superato quota 24mila. Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 454, 21 in più di ieri. È l’unico parametro negativo – ha detto la Protezione Civile, sottolineando la discesa di ricoverati, pazienti in terapia intensiva e nuovi positivi. I casi accertati sono stati 2.256, quasi 700 in meno rispetto al giorno precedente, ma occorre rilevare il calo dei tamponi dovuto alla domenica.
In Lombardia i morti sono invariati, 163, i nuovi positivi 735. Da segnalare tra le province la corsa di Milano. Con 287 nuovi casi, da sola concentra quasi il 40% di tutta la regione. Il commento di Vittorio Agnoletto:

 

Slitta ancora il decreto di aprile per i soldi agli italiani

(di Anna Bredice)

Ci vorranno almeno 25 o 30 miliardi per finanziare la cassa integrazione per i prossimi mesi“. Lo ha detto il presidente dell’INPS Tridico durante l’audizione per il decreto Cura Italia, indicando quindi già una parte importante di quanto andrà nel prossimo decreto di aprile, un provvedimento molto più forte rispetto al primo. Si parla di 70 miliardi, c’è una cifra importante quindi per la cassa integrazione e poi, secondo i Cinque Stelle, che stanno spingendo molto in questo senso, si dovrebbe inserire una misura in più, un reddito di emergenza per circa 3 milioni di persone che erano state escluse dalle prime misure contenute nel decreto Cura Italia.
Considerando poi che gli studenti non andranno a scuola prima di settembre, la Ministra per la Famiglia sta pensando al prolungamento per tutto il periodo da qui a settembre del bonus baby sitter e del congedo parentale. Il decreto economico quindi sta prendendo forma, ma contemporaneamente il governo deve valutare su quale risorse fare affidamento e quale livello di deficit si possa raggiungere, con un accordo con l’Unione Europea.
Sono temi che si legano tra loro, ma che presentano in questi giorni alcuni nodi, non a caso il voto in Parlamento sullo scostamento di bilancio è stato rinviato alla prossima settimana. Doveva avvenire già questa, ma il Consiglio dei Ministri oggi non ha affrontato la questione. Lo farà mercoledì insieme al varo del Def, che indicherà nero su bianco la riduzione del Pil, che si aggirerà intorno all’8 per cento per il 2020. E giovedì al Consiglio Europeo, in videoconferenza, Conte dovrà esprimersi sul ricorso al Mes, e una prima indicazione dovrà darla domani nell’informativa al Senato alle 15.

La protesta dei medici specializzandi

(di Mattia Guastafierro )

Stop alle tasse universitarie. È quanto rivendicano gli specializzandi degli ospedali italiani e l’associazione “Chi si cura di te?” che hanno lanciato una petizione per chiedere al Ministero dell’Università e della Ricerca la sospensione delle rette. In queste settimane di emergenza gli specializzandi, figure a metà tra studenti universitari e professionisti a tutti gli effetti, sono stati utilizzati in maniera massiccia, nei reparti dove c’era più bisogno, aumentandone il monte ore. La crisi sanitaria ha di fatto interrotto lezioni e formazione. Malgrado ciò, gli studenti sono chiamati lo stesso in queste settimane a versare le tasse universitarie.
Benedetta Perna è una specializzanda del reparto di medicina d’emergenza e urgenza dell’ospedale di Ferrara:

Noi siamo delle figure chimeriche, miste, a metà tra un medico strutturato, cioè il medico responsabile in toto, e lo studente universitario. Tanto che paghiamo le tasse universitarie per una formazione: siamo medici in formazione specialistica. Sicuramente però lavoriamo a tutti gli effetti al fianco dei medici strutturati, condiviamo il monte ore, le responsabilità medico legali.

Le ore di formazione e praticantato sono però state sospese in questo periodo. Voi non le fate più in questi giorni?

Praticamente no, ed è una situazione diffusa su tutto il territorio.

Nonostante questo voi versate le tasse universitarie che ammontano a migliaia di euro, giusto?

Esatto, ci sono atenei nei quali arriva a 2.500-2.600 euro. Praticamente in tutti gli atenei la seconda rata supera i mille euro. Con lo stipendio che riceviamo non è immediato riuscire a conservare quei soldi.

Cosa chiedete quindi al Miur con questa petizione?

In questo momento di emergenza Covid l’attività formativa è alterata. Chiediamo la sospensione dal pagamento delle tasse e il rimborso dalla tassa già versata.

Pio Albergo Trivulzio. Nuove testimonianze e accuse

(di Fabio Fimiani)

Le prime testimonianze raccolte dalla Guardia di Finanza per conto della Procura della Repubblica di Milano su come sono stati trattati gli ospiti del Pio Alberto Trivulzio confermerebbero i racconti di parenti e personale ai media. Alcuni dipendenti sentiti dagli investigatori in videoconferenza hanno ripetuto, dietro l’anonimato, anche ai cronisti delle agenzie stampa quanto accadeva nella Residenza socio assistenziale.
Innanzitutto le misure di tutela con l’uso dei dispositivi di protezione individuale, come le mascherine per bocca e naso, oltre a non essere state fornite per lungo tempo, erano addirittura vietate per chi le acquistava personalmente.
Secondo le testimonianze già a gennaio c’erano casi di polmonite e il primo morto risalirebbe al 1° febbraio. La direzione del Pio Albergo Trivulzio dice che dal 22 febbraio aveva adottato le misure per isolare i pazienti sospetti, dato che le analisi con i tamponi non era consentite autonomamente.
Secondo i lavoratori le mascherine sarebbero state distribuite dal 22 marzo, e la temperatura misurata solo dalla fine dello stesso mese. L’accusa più grave da verificare è che ancora venerdì scorso ci sarebbero stati spostamenti di ospiti tra reparti in assenza di esami con i tamponi.
Vi è poi da approfondire il ruolo di smistamento dei pazienti COVID dimessi dagli ospedali per essere poi suddivisi tra centri di riabilitazione, stabilito dalla stessa Regione Lombardia.
Infine i carabinieri del nucleo antisofisticazione hanno acquisito documentazione in varie Rsa delle province pedemontane lombarde, tra cui il Frisia di Merate, nel lecchese, che dipende dal Pio Albergo Trivulzio di Milano.

Fase 2, la Germania riparte

(di Flavia Mosca Goretta)

La Germania inizia, gradualmente, la ripartenza. Da oggi saracinesche di nuovo su – dopo un mese – per i negozi fino 800 metri quadrati dietro severe misure igieniche. Alle indicazioni generali ci sono però non poche eccezioni: a Berlino, per esempio, si dovrà aspettare ancora due giorni, in Turingia fino a venerdì. E diverse Regioni – come Amburgo – intendono far riaprire anche negozi più grandi, purché limitino l’area al pubblico entro il massimo consentito.
Discorso simili per le scuole: in alcune Laender tornano oggi sui banchi gli studenti prossimi agli esami, in altri il rientro sarà più tardi. Coprirsi naso e bocca nei negozi e sui mezzi pubblici è obbligatorio da oggi in Sassonia, dal 27 seguiranno Mecklemburgo-Pomerania anteriore e Baviera. Qui a Dresda c’era una lunga fila stamattina per la distribuzione gratuita delle mascherine in Municipio.
Il tasso di contagio è sceso sotto l’1%, per il Ministro della Salute Spahn la situazione è sotto controllo. La Cancelliera Merkel però resta prudente e ha invitato ancora alla disciplina. E in una riunione a porte chiuse della CDU, riporta l’agenzia DPA, ha chiesto di finirla con le – avrebbe detto – “orge di discussioni sulla riapertura“.

In Spagna si allunga il lockdown

(di Emanuele Valenti)

Per la prima volta da quando l’OMS ha dichiarato la pandemia, oltre un mese fa, le vittime sono meno di 400 in Spagna. Mercoledì il Congresso voterà la proroga del lockdown per altri 15 giorni. In questi ultimi giorni sono state allentate alcune misure restrittive, ma la maggior parte delle attività è ancora ferma.
La questione, come per tutti, è come e quando ripartire. Oggi il primo ministro, Pedro Sanchez, ha raggiunto un accordo con il leader dell’opposizione, Pablo Casado, del Partito Popolare. Al posto di un gruppo di lavoro proposto dal governo, la gestione della ripartenza e della ricostruzione passerà da una commissione parlamentare, che si riunirà già domani al Congresso.
La riapertura, quando ci sarà, dovrà rimettere in piedi un’economia che come sappiamo era riuscita a rialzarsi dopo la grave crisi del 2008.
Oggi la Banca di Spagna ha dato le sue cifre. Nei primi tre mesi dell’anno -4 e 7%. In prospettiva, su tutto il 2020, un calo tra il 6 e 6 e il 13 e 6%. E la ripresa sarà un’altra volta lenta e tortuosa. Non basterà il 2021 per recuperare occupazione e cancellare il debito.
Anche in Spagna le autorità sono state criticate per la mancanza di materiale di protezione per il personale sanitario. Oggi si è pronunciato il Tribunale Supremo, rispondendo a una richiesta del sindacato dei medici, che chiedeva che al governo fosse ordinato di rifornire d’urgenza tutti gli ospedali. I giudici non si sono spinti fino in fondo. Hanno chiesto al governo di fare tutto il possibile per proteggere il personale sanitario e hanno ordinato al ministero della sanità una relazione su questo ogni due settimane.

Carlo Smuraglia: “Oggi analogie impressionanti con gli anni ’20”

Il 25 Aprile 2020, per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, non si terrà il tradizionale corteo dell’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Le misure di contenimento dell’epidemia di coronavirus COVID-19, però, non fermeranno quel momento di celebrazione, ricordo ed unità, seppur nel massimo rispetto delle regole di distanziamento sociale.
Carlo Smuraglia, presidente onorario dell’ANPI, aveva 20 anni nel 1945 e oggi a Prisma ha parlato con noi di questo anomalo 25 aprile, ma anche dell’emergenza COVID-19 e di come la crisi economica evochi in lui il rischio che la storia si ripeta. CONTINUA A LEGGERE.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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