Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 19 ottobre 2020

Il racconto della giornata di lunedì 19 ottobre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia e nel Mondo alle precisazioni sul nuovo Dpcm che coinvolge i sindaci e i prefetti nel processo decisionale sulle misure restrittive anti covid. Le scuole restano aperte con entrate scaglionate. In Libia il dialogo sembra prevalere sulle armi.  Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

I dati di oggi sull’epidemia: in Italia sono 9.338 i casi accertati con 98mila e 800 tamponi. La percentuale tra tamponi effettuati e positivi è del 9,4%, è cresciuto molto, ed è il più alto fin qui registrato. Ad esempio era 8% ieri, appena sopra il cinque all’inizio della scorsa settimana.
73 le persone decedute nelle ultime 24 ore.
47 terapie intensive in più , arrivate a 797 totali, mentre i ricoveri ordinari sono 545 in più.Ancora più alto il rapporto tra tamponi e positivi in Lombardia, arrivato all’11 e mezzo %. 1.687 i nuovi casi accertati. Come nei giorni scorsi la metà dei nuovi positivi è a Milano. Monza e Brianza e Varese le altre due province più colpite.

Al vaglio coprifuoco per la Lombardia

La Regione Lombardia, consultato il comitato tecnico scientifico lombardo, ha proposto una chiusura delle attività e un obbligo di restare a casa dalle 23 alle 5 del mattino. Il ministro della Salute Speranza, che deve validare richieste come questa, ha già dato il suo assenso. Dovrebbero anche rimanere chiusi i centri commerciali nel fine settimana. La misura, se approvata definitivamente, partirà giovedì.

Chi deciderà sui coprifuoco?

La decisione sugli eventuali coprifuoco nelle città per evitare assembramenti sarà presa insieme dal Sindaco e dal Prefetto. E’ il compromesso raggiunto oggi dopo la protesta dei sindaci contro il Governo. Ieri Conte aveva annunciato che la responsabilità del coprifuoco sarebbe stata dei primi cittadini. I quali hanno subito ritenuto eccessiva la responsabilità sulle loro spalle.
Oggi ci sono stati colloqui tra l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni, e il Governo. E subito dopo il raggiungimento dell’accordo, il primo sindaco a chiudere strade nella sua città è stato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, De Caro. Chiuse tre aree nel centro storico, nel quartiere Poggiofranco e nel rione Madonnella. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, è il vicepresidente dell’Anci e aveva anticipato l’esito della trattativa nella trasmissione Ora di Punta a Radio Popolare:

Scuola: istituti aperti e ingressi scaglionati

L’ultimo Dpcm mantiene le scuole aperte ma rafforza la didattica a distanza e prevede gli ingressi scaglionati per i licei a partire dalle 9. Il tar della Campania ha respinto il ricorso dei genitori contro la chiusura delle scuole voluta dal governatore De Luca mentre i sindacati chiedono un incontro alla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina. Abbiamo intervistato Lena Gissi, segretario Cisl Scuola, per conoscere il punto di vista dei sindacati.

 

I casi di coronavirus nel mondo

A livello globale i casi di Covid sono ormai più di 40 milioni. Diversi paesi hanno registrato nuovi record.
I contagi stanno crescendo in quasi tutti gli Stati Uniti, dove Trump ha nuovamente criticato Anthony Fauci, il principale consulente del governo americano per le malattie infettive.
La situazione più delicata rimane quella dell’Europa. Nel Regno Unito da oggi scuole chiuse in Irlanda del Nord e da venerdì prossimo lockdown di due settimane in Galles. In Polonia lo stadio nazionale di Varsavia sta per essere trasformato in un grosso ospedale da campo. In Belgio da questa mattina chiusi bar e ristoranti per un mese. Il ministro della sanità ha detto che il paese è alle prese con uno tsunami di infezioni.

Prove di pace sul fronte libico

(di Emanuele Valenti)

Difficile, molto difficile, essere ottimisti sul futuro della Libia, dove da quasi dieci anni imperversa la guerra civile.
In questo periodo stanno però succedendo delle cose, che sulla carta sembrano indicare che, come minimo, i prossimi mesi potrebbero essere più tranquilli dei precedenti. Ancora presto, invece, per dire se ci saranno dei veri e propri passi in avanti sul fronte politico e su quello  economico: riavvicinamento tra Tripoli e Bengasi, passo indietro dei tanti attori esterni che negli ultimi anni hanno alimentato in vario modo il conflitto, riconciliazione nazionale, ripresa del settore petrolifero e conseguente miglioramento delle condizioni economiche.Oggi a Ginevra sono ripresi gli incontri della commissione militare 5+5 che riunisce le delegazioni – militari appunto – del governo di Tripoli e delle autorità di Bengasi. La commissione venne creata durante la conferenza sulla Libia di Berlino lo scorso gennaio. Gli incontri, ospitati dalle Nazioni Unite, dovrebbero andare avanti tutta la settimana e sulla carta puntare a rendere permanente il cessate il fuoco concordato ad agosto tra le milizie che supportano il governo al-Sarraj e l’esercito guidato dal Generale Haftar.
Lo stop ai combattimenti intorno alla città di Sirte ha fermato un confronto armato che andava avanti da oltre un anno e vista la sua posizione strategica ha anche permesso la graduale ripresa della produzione di petrolio, la principale risorsa del paese nord-africano.Ai primi di novembre invece comincerà, in Tunisia, il negoziato politico, che dovrebbe elaborare un nuovo calendario per arrivare a elezioni e a un unico governo.
Nelle scorse settimane, dopo alcuni incontri in Egitto e in Marocco, le parti hanno indicato un percorso che non dovrebbe durare più di 18 mesi, un anno e mezzo.
L’incontro dovrebbe essere anticipato da una riunione ufficiale, non in presenza, la prossima settimana, il 26 di ottobre.
L’appuntamento di Tunisi sarà quello decisivo? Al momento non c’è risposta. In questi anni ci sono stati diversi incontri e diversi accordi, finiti nel nulla i primi, mai rispettati i secondi. La prudenza è quindi d’obbligo. Fondamentale, come in passato, il ruolo degli attori esterni. In questi anni il generale Haftar, quindi il campo orientale, ha goduto del supporto di Egitto, Emirati Arabi, Russia e in misura minore anche Francia. Il governo di Tripoli – quello ufficialmente riconosciuto dalle Nazioni Unite – è stato aiutato dal Qatar e soprattutto dalla Turchia, che a un certo punto ha cambiato il corso del conflitto con un intervento diretto. Con al-Sarraj, con Tripoli, c’è anche l’Italia.Un quadro regionale complesso, che si inserisce su un paese già profondamente diviso. L’inviata ONU per la Libia, l’americana Stephanie Williams, ha invitato i partecipanti alla conferenza del mese prossimo in Tunisia ha lasciare da parte i loro singoli interessi e a lavorare per il bene del paese.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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    Considera l'armadillo di giovedì 27 novembre 2025 ospite Filippo Bamberghi, coordinatore delle @Guardie WWF Italia - Nucleo Lombardia per parlare dei dati sul bracconaggio in Lombardia. A cura di Cecilia Di Lieto.

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    Il trumpismo fa paura. L'autoritarismo trumpista ancora di più. A Pubblica la prima sintesi degli incontri alla Casa della Cultura di Milano per il ciclo "Autoritarismi in democrazia" (Osservatorio autoritarismo, Università Statale Milano, Libertà e Giustizia, Castelvecchi) di cui Radio Popolare è media partner (qui il programma https://www.libertaegiustizia.it/2025/11/21/autoritarismi-in-democrazia/). Ospite del primo incontro (22 novembre 2025) la filosofa Chiara Bottici, della New School for Social Research di New York. «Il clima negli Stati Uniti – ha raccontato la filosofa - è estremamente allarmante, estremamente preoccupante. Quando parlo di neofascismo non è un'esagerazione, non è un modo per dire "questi sono cattivi, Trump è autoritario"».

    Pubblica - 27-11-2025

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