Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 11 maggio 2020

Toti - Governo Regioni

Il racconto della giornata di lunedì 11 maggio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia diffusi oggi all’insistenza delle Regioni che vogliono riaprire già il 18 maggio, mentre il decreto rilancio slitta ancora. Nel Regno Unito Boris Johnson prova a chiarire la strategia del Governo per uscire a tappe dal lockdown. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

I numeri del coronavirus in Italia. L’epidemia segue la sua curva discendente, anche oggi si osserva un calo dei malati, che sono ormai circa 82mila, e del numero di ricoveri e terapie intensive. Quest’ultima voce, le terapie intensive, registra oggi un traguardo importante, scendendo sotto i mille letti occupati: non succedeva dal 10 marzo, all’inizio del lockdown. I nuovi positivi nelle ultime 24 ore sono stati 744, i decessi 179.

La Lombardia contribuisce come di consueto a circa la metà dei nuovi casi giornalieri: oggi nella Regione sono stati 364. Con i decessi delle ultime 24 ore (sono stati 68) il numero totale delle vittime in Regione ha superato la cifra simbolica di 15mila. Nessuna regione ha avuto zero casi oggi. Da segnalare in particolare l’andamento in Molise, dove negli ultimi 4 giorni si sono registrati ben 80 casi, un quinto di tutti quelli registrati dall’inizio dell’epidemia. Il focolaio è stato individuato nella comunità rom di Campobasso, nella sede della Regione Molise sta iniziando in questi minuti una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza.

Quella iniziata oggi è la seconda settimana dall’allentamento delle misure di confinamento. I numeri di cui parliamo sono dunque ancora frutto del lockdown. Quando potremo misurare gli effetti dell’avvio della fase due? Giovanni Rezza, Istituto Superiore di Sanità:

 

Le Regioni vorrebbero riaprire tutto

(di Michele Migone)

I presidenti delle Regioni italiane hanno fretta di riaprire il 18 maggio. Non solo quelli del centrodestra, i quali, per farlo, sono disposti ad andare allo scontro con il governo, ma anche quelli del centrosinistra spingono sull’acceleratore. Per tutti il problema è ridare ossigeno al commercio e preparare la stagione delle vacanze estive, quando, come ha detto Conte, gli italiani non saranno più in quarantena. L’Emilia-Romagna e la Liguria, nonostante siano governate da giunte di colore opposto, in questo sono alleate, ma più in generale tutte le Regioni puntano sul turismo interno per uscire dalla crisi economica provocata dal COVID-19. Ne discutono in video conferenza con Conte e i ministri Boccia e Speranza. L’esecutivo nei giorni scorsi aveva deciso la sua linea: ci saranno aperture differenziate Regione per Regione sulla base dei dati sul contagio. Sarà il Ministero della Salute a valutare caso per caso. Il che significa, in soldoni, che il governo potrebbe dare il segnale verde per riaprire con le dovute norme di sicurezza in tutte le Regioni, a parte forse Lombardia e Piemonte, che dovranno aspettare il 1 giugno. Sarà così? Nell’esecutivo ci sono diverse sfumature. Il Ministro Speranza è l’uomo della prudenza. Ascolta gli scienziati e spinge affinché ci siano poche riaperture. Boccia sembra più disponibile al dialogo. Alla fine, dovrebbe essere Conte a decidere se bar, ristoranti, parrucchieri, abbigliamento potranno riaprire, dove e come.

Slitta ancora il decreto rilancio

(di Anna Bredice)

La questione del permesso dei soggiorno ai migranti è diventata un nodo così irrisolvibile che il rischio è perdere per strada un provvedimento che avrebbe dato una svolta importante, la regolarizzazione di tanti lavoratori stranieri nell’agricoltura. Si sta valutando nel governo l’ipotesi di stralciare questa parte e farla diventare un altro decreto, certamente senza quell’urgenza del resto delle misure economiche per imprese e famiglie. Un’eventualità che la Ministra Teresa Bellanova respinge perché rischia di vanificare gli sforzi fatti fin qui. I Cinque Stelle si sono irrigiditi nel no ad una sanatoria dei lavoratori irregolari, non vogliono passare per coloro che hanno sanato reati penali, legati al lavoro in nero nell’agricoltura. Ma la questione partiva proprio da lì, la manodopera nei ghetti delle campagne del sud senza assistenza sanitaria e diritti, legati alla mancanza contingente di lavoratori per i raccolti di questa primavera dovuta all’emergenza COVID.
L’accordo che sembrava fatto è di nuovo in salita, l’area più di sinistra legata a Fico non riesce a superare le posizioni più di destra di Crimi. Il decreto ha altri nodi che si stanno risolvendo, quello legato all’Irap, Italia viva vuole una sospensione generalizzata delle rate di giugno, poi i prestiti a fondo perduto alle aziende, e il reddito di emergenza, per i renziani non deve rischiare di diventare una misura strutturale. Anche il bonus turismo diventa un punto di discordia perché non sarebbe legato direttamente al sostegno al settore alberghiero. Sono parecchie quindi le questioni ancora aperte ed è difficile pensare che il Consiglio dei Ministri possa tenersi questa sera, slitterà forse a domani.

Boris Johnson cerca di fare chiarezza in UK

(di Daniele Fisichella)

La novità è rappresentata dall’invito a indossare le mascherine sui mezzi di trasporto pubblici e in alcuni negozi, specialmente dove non è possibile mantenere il distanziamento sociale.
Boris Johnson ha cercato di chiarire la strategia del Governo per uscire a tappe dal lockdown, ma rimangono ancora dei dubbi su come molti settori dell’economia britannica potranno ripartire, garantendo la sicurezza dei lavoratori.
E poi c’è ancora grande confusione sul messaggio ufficiale del Governo, che da ieri è cambiato: non più “stay at home”, restate a casa, bensì “stay alert”, restate vigili.
Un messaggio che secondo gli esperti della comunità scientifica potrebbe essere frainteso, tanto che i governi di Scozia, Galles e Irlanda del Nord non lo hanno adottato.
E anche per questo infatti per ora ci si può spostare in Inghilterra, ma senza varcare i confini, ma al tempo stesso si può incontrare solo una persona al di fuori del proprio nucleo familiare e sempre mantenendo la distanza di sicurezza.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Gran Bretagna e Germania, i grandi malati d'Europa. Il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz sono entrambi proiettati in una rincorsa della destra estrema. Il laburista britannico Starmer, due settimane fa: «restauriamo ordine e controllo», titolo di un documento presentato alla Camera dei Comuni. Il democristiano tedesco Merz: ci vogliono «controlli ai confini e respingimenti» perchè «l’immigrazione ha un impatto sul paesaggio urbano». Proprio così. Germania e Gran Bretagna, due potenze economiche mondiali: la Germania (80 milioni di abitanti) con il terzo pil del mondo (dopo Stati Uniti e Cina); il Regno Unito (con 60 milioni di abitanti) con il sesto pil mondiale (dopo la Germania c’è il Giappone e l’India e poi il Regno Unito). La “malattia” (la rincorsa ad essere a volte più a destra delle destre) rischia di cambiare i connotati a tradizioni politiche europee centenarie: come il laburismo britannico, il popolarismo democristiano tedesco insieme alla socialdemocrazia, sempre in Germania. Pesa, inoltre, un discorso pubblico sempre più contaminato da un lessico guerresco. Che danni può provocare questa “malattia” in due paesi fondamentali del continente europeo? Pubblica ha ospitato la storica Marzia Maccaferri (Queen Mary, University of London) e il giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma del berlinese Tageszeitung).

    Pubblica - 03-12-2025

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    Finanza e Industria, ecco chi ci porta alla guerra

    Politici, industriali e finanzieri sono concordi nel sostenere la strada del riarmo e della militarizzazione europea: per i finanzieri si tratta di far fruttare i propri fondi rapidamente e in maniera sicura, per gli industriali idem, con fortissime iniezioni di denaro pubblico, non a caso anche quest’anno hanno fatto il record di vendite come registra il Sipri di Stoccolma il più autorevole istituto di ricerca sulla spesa militare nel mondo. Il problema, spiega Francesco Vignarca, portavoce della Rete Pace Disarmo, ricercatore e analista (tra i curatori del libro Europa a mano armata curato con Sbilanciamoci) è che così vince il discorso di guerra. Banalizzante, propagandistico e pericoloso perché sequestra la democrazia: “Il complesso militare industriale ha un pensiero medio lungo strategico. Stanno già intervenendo per togliere le leggi sulla limitazione alla vendita di armi, perché sanno che dovranno vendere questa sovraproduzione da qualche parte, così come fanno entrare capitali esteri nella nostra industria, come i sauditi in Leonardo, perché non siamo noi gli acquirenti di queste armi”. Ascolta l'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    A come Asia di mercoledì 03/12/2025

    A cura di Diana Santini

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 03-12-2025

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    MILANESI BRAVA GENTE SPECIAL - MATTEO LIUZZI E TOMMASO BERTELLI

    MILANESI BRAVA GENTE SPECIAL - MATTEO LIUZZI E TOMMASO BERTELLI - presentato da Francesco Tragni

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    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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    L’inquietudine della provincia nel film “Ferine”, in concorso al Noir in Festival

    Trattandosi di un film horror si può raccontare poco. Ferine di Andrea Corsini si sviluppa intorno ad Irene, una donna che desidera una figlia ma nello stesso tempo è costretta a difendersi da chi la ostacola. In seguito a un incidente, la donna va in cerca di sangue per sopravvivere. Il tutto si svolge in un paesaggio vuoto e deprimente: “Cercavo una provincia in cui si respirasse solitudine e isolamento, come la villa di architettura brutalista e il centro commerciale esternamente vuoto. Il cemento da una parte e dall’altra le zone boschive, in cui si scatena l’aspetto selvaggio della storia”. Spiega Corsini, che nel film ha ricreato delle atmosfere che ogni tanto ricordano David Lynch, accompagnate dalla musica di Pino Donaggio: “È sempre stato il mio sogno, ma non avrei mai pensato di riuscirci. Non ho dovuto dirgli quasi niente per arrivare a questo risultato”. Un film prevalentemente femminile, con attrici internazionali che recitano in inglese e in cui gli uomini hanno soltanto parti in secondo piano. L'intervista di Barbara Sorrentini ad Andrea Corsini.

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    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 03/12/2025

    Paolo Bergamaschi, già Consigliere Politico Commissione Esteri Parlamento Europeo, analizza lo scontro Europa-Russia, tra minacce e timidi segnali di dialogo. Francesco Vignarca, ricercatore e analista della Rete Pace e Disarmo, racconta l'impatto del piano di riarmo sulla politica dell'Unione, trainato dall'industria e soprattutto dalla finanza. Le mobilitazioni dei lavoratori dell'Ilva non si fermeranno finché i patti non saranno rispettati, perché nessuno comprerà gli stabilimenti se non ci saranno prima degli interventi, come ci spiega Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil. Giulia Riva giornalista e nostra collaboratrice racconta la giornata internazionale delle persone con disabilità a partire dai dati sul lavoro dove le donne con disabilità sono ancora più penalizzate degli uomini (mentre in Lombardia le aziende preferiscono pagare 82 milioni di multe che assumere persone dalle categorie protette) e poi da atleta paralimpica lancia una sfida alla città di Milano che il lascito delle Olimpiadi invernali in partenza a febbraio sia almeno concretamente utile.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 03-12-2025

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