Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Domenica 13 dicembre 2020

Angela Merkel Europa

Il racconto della giornata di domenica 13 dicembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alle nuove ordinanze che da oggi allentano le misure di mitigazione contro il COVID in Lombardia, Piemonte, Basilicata e Calabria, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel annuncia il lockdown in Germania a partire da mercoledì. In Francia, a cinque anni dagli accordi di Parigi, si celebra lo spirito di cooperazione e fiducia che ha prodotto quel risultato. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Apriamo con gli ultimi dati sulla pandemia in Italia. Sono 17.938 i nuovi casi di COVID nelle ultime 24 ore e 484 le vittime. I tamponi effettuati sono stati 152.697. Il tasso di positività risale all’11,7%, in aumento di oltre un punto e mezzo rispetto a ieri quando era al 10,1%. In calo le terapie intensive meno 41 e i ricoveri nei reparti ordinari, meno 333 ricoveri. Le regioni con il maggior numero di nuovi positivi registrati sono il Veneto (+4.092), la Lombardia (+2.335), l’Emilia-Romagna (+1.940) e il Lazio (+1.339).

Da oggi l’Italia è quasi tutta gialla

(di Massimo Alberti)

Da oggi sono entrate in vigore le nuove ordinanze che allentano le misure di mitigazione contro il COVID in alcune regioni: Lombardia, Piemonte, Basilicata e Calabria tornano in fascia gialla, l’Abruzzo in fascia Arancione.
L’Italia è praticamente tutta gialla, solo 5 regioni restano in fascia arancione: Abruzzo, Valle d’Aosta, Toscana e Campania, provincia autonoma di Bolzano. Questo per l’automatismo dei 21 parametri individuati dalle regioni stesse con l’Istituto superiore di Sanità. Ma la classificazione di rischio e gli automatismi che portano a determinare le misure non sembrano andare di pari passo. L’indice di trasmissione resta sopra l’1 in Molise 1.48 e Veneto 1.01. L’ISS classifica a rischio alto Emilia-Romagna, provincia di Trento, Puglia, Sardegna e Veneto. Tutte però sono in fascia gialla. La Lombardia arriva al minimo grado delle restrizioni pur essendo la regione italiana col livello di saturazione più alto delle terapie intensive, al 54%. E di un calo dei contagi che però fa il paio con un altro record negativo che aumenta i dubbi: dopo il Piemonte la Lombardia è la regione che mette più tempo – 5 giorni – ad individuare i contagiati. Ma soprattutto è la regione dove il tracciamento funziona peggio, andando a tracciare soltanto il 50% circa dei contatti. E i contagi calano. Un altro caso eclatante è quello della provincia autonoma di Trento, sempre a guida leghista. Stretta tra Bolzano, un caso ogni 50 persone e uscita dalla fase peggiore grazie a misure molto rigide, ed il Veneto, anche qui un caso ogni 50 persone e con una preoccupante risalita dei contagi, sembra un’isola felice con un quarto dei casi dei vicini. Ma è la peggior regione italiana per la saturazione degli ospedali. Un’anomalia che ha spinto ad una petizione firmata da migliaia di persone, tra cui l’ordine dei medici e Confindustria, e che ha portato l’ex rettore dell’università di Trento Davide Bassi ad indagare. Scoprendo il trucco: Trento non calcola i casi trovati con i test rapidi. Attende una decina di giorni per il controllo col tampone, quando molti sono già guariti. E i casi crollano. Un cavillo legalissimo. Ma che mina ulteriormente la credibilità di un sistema basato su dati non sempre trasparenti, e parametri facilmente aggirabili.

La Germania torna in lockdown

(di Michele Migone)

Angela Merkel ha deciso un lockdown dal 16 dicembre al 10 gennaio. Negozi chiusi, a parte gli indispensabili, studenti a casa, assembramenti vietati. Lo aveva anticipato con il discorso al Bundestag durante il quale aveva spiegato che la Germania non poteva pagare il prezzo di centinaia di morti al giorno. Si era emozionata nel dirlo, ridando umanità alla politica e dignità alle vittime, dimostrando come la leadership sia sempre una questione di priorità e responsabilità. Con 20.000 nuovi contagi, 300 morti al giorno e 22mila vittime dall’inizio dell’epidemia, Angela Merkel ha decido di cambiare rotta. Non si è curata delle pressioni e ha varato le misure di chiusura. Con 600 vittime al giorno, 20.000 contagi e 64.000 morti in totale, il governo italiano invece ha aperto. A dispetto degli allarmi dei tecnici, tutte le regioni sono diventate gialle, lo shopping è senza regole e il premier Conte è pronto ad abbandonare la linea di cautela sul Natale. Per i virologi la terza ondata, con il suo doloroso carico di migliaia di morti, è già una certezza, ma tutto questo sembra non esistere per chi ha la responsabilità di governare la crisi, più attento alle pressioni, agli interessi e al consenso che alle scelte necessarie per limitare il numero delle vittime. L’aria di crisi politica attorno al governo non giustifica questa situazione. Le convulsioni della maggioranza sono sul controllo dei miliardi europei e non sugli errori che si continuano a fare nella gestione dell’epidemia. A parte per le vittime e i medici, l’emergenza sanitaria in Italia è stata, di fatto, rimossa. In Germania, invece, è stata riconosciuta ed è ora una priorità politica e, in fondo, di civiltà.

Accordi di Parigi: Macron alla prova dei fatti

(di Luisa Nannipieri)

A cinque anni dagli accordi di Parigi, la Francia celebra lo spirito di cooperazione e fiducia che ha prodotto quel risultato. Sul piano internazionale, Parigi rimane uno dei promotori più attivi di una transizione energetica globale. Ma sul piano interno le cose sono più complicate. La prima vera crisi affrontata da Macron, quella dei gilets gialli, è iniziata come protesta contro una tassa carbone considerata socialmente ingiusta. Poco dopo, i giovani di Friday for Future e exctincion rebellion hanno invaso le strade. Per rispondere al bisogno di coniugare la lotta “per la fine del mondo” e “per la fine del mese”, il presidente ha lanciato una convenzione cittadina per il clima. E in rivolgendosi ai giovani ha rivendicato di aver fatto più di ogni altro governo per l’ambiente. Sull’esecutivo, però piovono le critiche: prima del piano di rilancio dovuto alla pandemia le nuove leggi non erano finanziate adeguatamente. Oggi ci sono più soldi ma il governo non pensa di cambiare modello economico, ad esempio imponendo condizioni alle aziende o cercando alternative al tutto elettrico. Macron sostiene il nucleare e punta ad allungare la vita delle centrali: l’alternativa, insiste, è tornare al carbone. E il suo governo ha reintrodotto i pesticidi che uccidono le api per proteggere la filiera dello zucchero. I rapporti con la convenzione per il clima sono molto tesi e il timore che il presidente non mantenga la promessa di recepirne le proposte è sempre più forte. Macron si muove su un filo sottile: le europee e le municipali hanno dimostrato che l’ecologia è un tema che conta, e l’opinione pubblica potrebbe non perdonargli di non essere all’altezza delle attese.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 26/11 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 26-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 26/11 18:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 26-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 26/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 26/11/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 26/11/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Elena Mordiglia e Marianna Usuelli, in redazione Lorenzo Tecleme e Gianluca Ruggieri.

    Il giusto clima - 26-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 26/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 26-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 26/11/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 26-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 26/11 18:33

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 26-11-2025

  • PlayStop

    Boom della sanità privata mentre aumentano gli italiani che rinunciano a curarsi

    La privatizzazione della sanità è già oggi una realtà. Lo dice l’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe. Negli ultimi 7 anni la spesa sanitaria degli italiani nel privato è cresciuta del 131%. Ormai, spiega il Gimbe, il privato rappresenta la spina dorsale di interi settori come la riabilitazione. Di pari passo cresce la quota di persone che rinunciano a curarsi, sono arrivate a quasi 6 milioni nel 2024. Ascolta l’intervista di Mattia Guastafierro a Marco Mosti, direttore generale del Gimbe.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 26/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 26-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 26/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 26-11-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 26/11/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 26-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 26/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 26-11-2025

  • PlayStop

    Legge sul consenso, il governo non può tornare indietro

    La legge sul consenso si ferma al Senato perché la presidente della Commissione Giustizia Giulia Buongiorno vuole correggerla, ma la Lega esprime anche dubbi generali sulla necessità di una legge che definisca il consenso. Secondo Alessandra Maiorino, vice-capogruppo M5S Senato e Coordinatrice Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili: “Da noi al Senato il provvedimento è arrivato tardi, da una parte c’è una questione strumentale per cui la Lega vuole più tempo, dall’altra parte c’è una questione reale, vogliamo leggere e approfondire il testo, quindi non trovo lunare la richiesta di prendere più tempo”. Insomma l’accordo c’è per approvare la legge. “L’importante è che il 609 bis che punisce la violenza sessuale agita finora con violenza, minaccia o abuso di potere, sia adegui a quello che dice la giurisprudenza: non servono il sangue, i lividi, le botte o le minacce perché ci sia violenza sessuale, basta che quell’atto sia stato compiuto senza il consenso della donna”. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 26/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 26-11-2025

Adesso in diretta