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Cento anni dalla nascita di Federico Fellini. Il ricordo della nipote Francesca

Federico Fellini con la nipote Francesca

Sono passati 100 anni dalla nascita di Federico Fellini e in occasione di questo centenario sono tantissimi gli eventi, in Italia e nel Mondo, per ricordare il grande maestro della cinematografia, a cominciare dalla mostra Fellini 100 in corso a Castel Sismondo di Rimini.

Barbara Sorrentini ha intervistato a Chassis Francesca Fabbri Fellini, nipote di Federico Fellini e protagonista di questo centenario.

Cosa avete pensato per questo centenario?

Ci saranno tante voci e tanti colori che declineranno il personaggio straordinario e il genio creativo che ha cambiato per sempre la settima arte. All’interno del castello di Rimini, che diventerà il Museo Internazionale Federico Fellini, c’è un teaser di quella che sarà la mostra dedicata a zio Federico, ma sono tante le iniziative per ricordarlo, convegni in cui sarà possibile discutere, analizzare e raccontare quel personaggio così pieno di sfaccettature. Il 20 gennaio, giorno del suo compleanno, a Palazzo Reale ci saranno ospiti importanti che ci racconteranno l’uomo Federico Fellini, da Milo Manara a Vincenzo Mollica e l’avvocato Patrizi che è stato un amico di vita di zio Federico. E ci sarà una mostra importante a Palazzo Reale a settembre, mostre nel Mondo e le copie dei film restaurate dalla Cineteca Nazionale e dalla Cineteca di Bologna.
Sarà davvero un’occasione per incontrare Federico Fellini per la prima volta e per riscoprirlo nelle tante angolature delle sue pellicole.

Ai nostri ascoltatori non sarà sfuggito che ti riferisci a lui come zio Federico. Tu sei la figlia della sorella di Federico Fellini. Ci racconti qualcosa del vostro rapporto?

È stato il mio gigante buono. Il nostro primo incontro è avvenuto il giorno del mio battesimo, me l’ha raccontato mia mamma ovviamente. Lui e zia Giulietta sono stati i miei padrini di battesimo. Era il 6 giugno 1975: lui si affacciò sulla mia culla e disse “che bellina la bamboccia, è nata con la ruggine perché è stata lì 12 anni”. Io avevo i capelli tizianeschi e mi dedicò questa immagine che per me è immortale.
Dicono tutti che i ricordi iniziano a prendere forma quando abbiamo cinque anni e proprio quando avevo cinque anni io e lui abbiamo fatto una bellissima passeggiata sulla spiaggia di Rimini. Tornando da questa passeggiata abbiamo bevuto due cioccolate calde preparate da mia mamma. Era gennaio, il periodo del suo compleanno, e lui mi ha disegnato su un quadernino con dei pastelli a cera e lo ha chiamato la “Fellinette”. Partendo da quel disegno ho deciso di scrivere e dirigere un cortometraggio a tecnica mista, animazione e live action, che mette in movimento quella bimba. È davvero una favola muta tra sogno e realtà che racconterà Federico Fellini ai bambini del Mondo.

Cosa ritrovi di lui come persona nel suo cinema?

Ci ritrovo la voglia di rimanere per tutta la vita la persona che era nata il 20 gennaio del 1920 a Rimini. Federico Fellini è riuscito a trasformare il discorso della provincia e l’essere provinciale in qualcosa di universale e conosciuto in tutto il Mondo. Con Amarcord, dove racconta i ricordi della sua Rimini attraverso le quattro stagioni, ha vinto un Oscar e quelle quattro stagioni portate in tutto il Mondo sono diventate davvero quattro stagioni condivise da tutto il Mondo. Era unico, mi piace dire che fosse magico.

Cosa diresti ai ragazzi di oggi, che magari non conoscono Federico Fellini, per attirarli verso il suo cinema?

È uno di loro. È un ragazzo di oggi. L’attualità dei film di Federico Fellini è incredibile, tutte le volte che rivedono le sue pellicole mi sembrano girate ieri. Sceglietene uno, cercate di capire come ha costruito i costumi e come ha seguito tutto dalla creazione dei costumi ai personaggi, e poi cominciate un percorso: sono sicura che ve ne innamorerete.

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    “Abbiamo sempre preferito la take imperfetta ma magica”: i Satantango raccontano il nuovo album

    Un debutto interessante quello dei Satantango, nuovo progetto shoegaze proveniente dalla provincia cremonese. Il duo, composto da Valentina e Gianmarco, è oggi passato a Volume per raccontare e suonare in acustico alcuni brani del nuovo album “Satantango”. Il titolo è lo stesso di un film ungherese del 1994 della durata di oltre sette ore: “l’ambientazione e le atmosfere sono molto simili a quelle che ci sono nei nostri posti”, spiega il duo. Tra shoegaze, dream pop e slowcore, l’album dipinge un immaginario bianco e nero tra malinconie di provincia e nebbia, cinema chiusi e un senso di innocenza perduta, ed è ricco di riferimenti a pellicole vintage come “Gioventù Amore e Rabbia”. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive dei Satantango.

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