Approfondimenti

C’è vita oltre il “pianeta Sala” ?

Probabilmente diversi elettori delle primarie del centrosinistra a Milano si stanno chiedendo in queste ore se ci sia o meno vita oltre il pianeta Sala. Per gli altri elettori, quelli del centrosinistra del 2011 e che non hanno votato alle ultime primarie milanesi, la domanda è senz’altro retorica: per loro, per definizione, ci deve essere vita oltre il pianeta Sala.

A Memos ne abbiamo parlato con Luca Alessandrini, storico, direttore dell’Istituto Ferruccio Parri di Bologna, e Alessandro Gilioli, giornalista dell’Espresso e autore del blog Piovono Rane.

Alessandrini, con i risultati delle ultime primarie a Milano è finita l’esperienza politica di Pisapia?

«Sì, è finita una piccola fase. Dico “piccola fase” perché in realtà l’esperienza milanese non si è molto estesa. E’ un’esperienza che ha cercato di consolidarsi con la buona amministazione e con dei messaggi nazionali, come la lettera inviata a dicembre dai tre sindaci Pisapia, Zedda e Doria a Renzi (l’appello ad un centrosinistra unito da Pd a Sel al “civismo autentico”, ndr). E’ un’esperienza travolta da una situazione generale che è caratterizzata da due aspetti evidentissimi: il moderatismo del Partito di Renzi e l’incapacità della sinistra di ripensarsi. E’ un moderatismo che si espande a spese di una destra completamente smantellata e in stato di confusione, che non pare avere altri elementi ordinatori se non l’estremismo di destra. Dunque – prosegue Alessandrini – in questo contesto Pisapia è stato un caso straordinario, ma un caso unico: ha rappresentato la capacità di una giunta di sinistra, di una prospettiva politica di sinistra, di dialogare con tanti e con tutti. Ciò non è più possibile in questo momento. Le primarie a Milano sono estremamente rappresentative di questo dato. Il risultato di Sala è evidente: da una parte è stato ottenuto a spese di una sinistra divisa e dall’altra in forza di una interlocuzione con un elettorato molto moderato. E’ l’ipotesi di Renzi e questa ipotesi a Milano si è affermata».

Gilioli, è finita l’esperienza Pisapia?

«Sì, però non confondiamo la causa con l’effetto. Non è che il centrosinistra del 2011 sia finito perché ha vinto Sala. E’ il contrario: ha vinto Sala perchè il centrosinistra era già finito. Il centrosinistra italiano è nato in contrapposizione al berlusconismo, senza una sua ragion d’essere propositiva. E’ nato come avversione verso un soggetto, Berlusconi. E’ stato relativamente compatto, omogeneo e omogeneizzabile fin che c’era Berlusconi. Appena Berlusconi non c’è stato più le esperienze del centrosinistra hanno cominciato a battere in testa, ancora prima che arrivasse Renzi: penso alle larghe intese volute da Bersani nel 2013 e poi riprese da Renzi.

A questo punto – prosegue Gilioli – il centrosinistra come area omogenea non c’era più. E’ stato, semmai, l’errore della sinistra milanese, e nazionale, di pensare che Milano fosse una sorta di villaggio di Asterix, dove il centrosinistra potesse sopravvivere mentre era già morto in tutta Italia. E quindi hanno cercato di procrastinare questa esperienza, che era finita nella dialettica politica degli ultimi due-tre anni, con il risultato che abbiamo visto nelle urne. Io, peraltro, non credo alla formuletta in base alla quale se si fosse presentato a Milano solo uno dei due candidati di sinistra allora la sinistra avrebbe vinto. E’ inevitabile quanto accaduto perchè le primarie del centrosinistra sono state le primarie di qualcosa che non c’è più. E quindi quelle primarie sono diventate le primarie del Pd, cioè di un elettorato largo, quello del 40% delle europee, composto da elettori di centro, di destra e di sinistra, come testimoniano le analisi del voto. Le primarie non sono più del centrosinistra, ma del Partito della Nazione, anche se si tratta di una formula politica che mi interessa poco. Sicuramente è un elettorato diluito in cui non c’è più il centrosinistra, ma un’altra cosa. Il centrosinistra, così come era nato nel 2011 con le amministrative e i referendum, non c’è più – sostiene Gilioli -. Oggi il centrosinistra è fondamentalmente il Pd, e il Pd al suo interno ha elettori di centro, di sinistra e di destra e quindi quando si va a votare alle primarie del Pd sono primarie del centro, di destra e di sinistra».

Alessandrini, se è così, il Partito della Nazione (PdN) che si è visto a Milano attraverso i tre candidati (Balzani, Majorino, Sala) è però un PdN che guarda a sinistra mentre a livello nazionale il PdN guarda al centro (Alfano) e non disdegna la destra (Verdini).

«Il PdN non è semplicemente un accordo verso il moderatismo da parte di Renzi, sia su scala nazionale che locale. E’ qualcosa di nuovo e di diverso: è la fine della concezione della politica come conflitto, come rappresentanza di ipotesi, di programmi, di aspirazioni e di aspettative diverse. Il PdN – racconta il direttore dell’Istituto Parri di Bologna – è la ricomposizione di un governo moderato come l’attuale. Negli anni passati abbiamo visto la fine del rapporto tra rappresentanza sociale e politica, adesso siamo oltre anche questa frattura. Siamo in una fase nuova in cui non esistono più i corpi intermedi, sono stati elisi; non esistono più luoghi di partecipazione. Esiste invece il governo dell’esistente ed è ciò che propone Renzi con il suo PdN. Siamo al partito unico: non nel senso totalitario, autoritario, ma nel senso che non ci sono altri spazi, sono stati elisi. Questa è la proposta che emerge».

Ma a Milano, secondo voi, non si sono visti durante le primarie alcuni di quegli spazi politici autonomi dal renzismo? Gilioli.

«Nelle fasi di transizione – risponde il giornalista dell’Espresso – il nuovo e il vecchio si mescolano sempre un po’. Massimo rispetto per Balzani e Majorino, ma in queste primarie loro hanno rappresentato un “vecchio”, anche se molto recente. E’ la grammatica e la geometria politica del 2011 e molte persone vi hanno creduto. Hanno pensato che a Milano fosse possibile far resistere un modello che a livello nazionale non c’era più. E per questa ragione hanno votato Balzani o Majorino. In questo quadro loro rappresentavano l’inerzia di un modello, versione 2010-2011, che aveva vinto nelle città e nei referendum. Un modello che nel 2013 sembrava potesse vincere a livello nazionale e che poi non ha vinto e si è sfasciato subito dopo. Voglio aggiungere un’altra considerazione sugli spazi politici che si aprono adesso. L’ho scritto sul mio blog, gli spazi politici non sono nuovamente spazi politici a sinistra, basati sulla geometria centrodestra-centrosinistra spazzata via dal PdN.

Gli spazi politici che si aprono – sostiene Gilioli – sono diversi. Milano può essere un laboratorio. Consideriamo che al momento ci sono tre manager candidati sindaci: Sala, Passera e probabilmente Parisi. Sono tre espressioni quasi indistinguibili dell’establishment economico, di quello che Zuccotti Park chiamava l’1% e contro cui sta battagliando negli Stati Uniti Berni Sanders. A fronte di questi rappresentanti dell’alto dell’establishment manca qualsiasi espressione del basso, di quella che una volta chiamavamo società civile, oggi ceti molteplici e diversificati che vanno dalla classe media impoverita alla borghesia intellettuale, al neoproletariato, al precariato. Si tratta di espressioni sociali che a Milano sono – banalizzo – il 99%. Sento parlare di una possibile lista di sinistra. Va bene, la faranno. Ma la dinamica interessante che si sta aprendo è quella di una possibile opposizione dal basso a candidati che rappresentano l’establishment economico. A Milano si sta verificano ciò che abbiamo già visto all’estero: lo spostamento della politica dalla leadership al management (per citare Bauman), da coloro che fanno le cose “giuste” a coloro che si presentano per fare le cose “bene”. Tra Sala, Passera e Parisi non c’è una sfida politica, ma una sfida a dirsi “io sono più bravo dell’altro” ma solo per fare le stesse cose. Questo è il vero Partito della Nazione, non tanto quello con i verdianiani. Il pensiero unico, prima ancora del partito unico, è quello dell’establishment economico rappresentato non solo da Sala, ma anche dagli altri due candidati».

Alessandrini.

«In questo momento, ed è un momento che dura da tempo, stiamo vedendo gli effetti di onde lunghe. Constatiamo che non esiste alcun pensiero progettuale di sinistra, indipendentemente dalle percentuali di voto. Se noi cadiamo nel tranello delle percentuali – dice lo storico bolognese – allora siamo nel mondo attuale, il mondo renziano in cui si ragiona in questo modo: mi serve un partito del 32%? Allora trovo il 32%. Mi serve il 51%, trovo il 51%. Per far questo uso le alleanze più improbabili, con i sistemi elettorali più efficacemente in grado di assicurarmi la maggioranza assoluta dei seggi. Ma questo non è il punto. Il punto è che manca un pensiero politico in grado di misurarsi con la realtà e dal quale partire e ricostruire. Detto così può sembrare un po’ romantico: partire da poco per arrivare chissà dove. Non è questo. E’ invece un fatto qualitativo, manca una capacità di concepire una politica di sinistra nel contesto di oggi».

Ascolta tutta la puntata di Memos

  • Autore articolo
    Raffaele Liguori
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 02/05 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 02-05-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 02/05 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 02-05-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 02/05/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 02-05-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 02/05/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 02-05-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Sui Generis di venerdì 02/05/2025

    Una trasmissione che parla di donne e altre stranezze. Attualità, cultura, approfondimenti su femminismi e questioni di genere. A cura di Elena Mordiglia.

    Sui Generis - 02-05-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di venerdì 02/05/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 02-05-2025

  • PlayStop

    La nave solidale colpita da droni prima della partenza per Gaza

    Il 2 marzo il governo israeliano ordinava il blocco totale dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Oggi, esattamente due mesi dopo, il blocco è ancora in essere e da due mesi nella Striscia non entra niente: né cibo, né acqua, né medicinali, né carburante. La situazione peggiora giorno dopo giorno, le scorte sono ormai esaurite e la fame sta dilagando. In questo contesto di blocco totale, il più lungo che Gaza abbia mai sperimentato, dove morire di fame non è più solo un modo di dire, le ong e le organizzazioni umanitarie cercano di sopperire alle colpevoli mancanze dei governi. È in quest’ottica che la nave della Freedom Flotilla Coalition, si stava preparando a partire per Gaza carica di aiuti umanitari, con l’obiettivo di rompere l’assedio. Questa notte, però, la nave è stata colpita da due droni, che hanno fatto scoppiare un incendio e ne hanno ovviamente impedito la partenza. Abbiamo raggiunto a Malta Simone Zambrin, attivista di Freedom Flotilla, che si sarebbe dovuto imbarcare oggi per andare verso Gaza.

    Clip - 02-05-2025

  • PlayStop

    Il Comitato Sì Meazza presenta un esposto alla Corte dei conti contro il nuovo stadio

    Non è arrivata nessuna proposta alternativa. Quella presentata da Inter e Milan è rimasta l’unica offerta per l’acquisto dello stadio di San Siro e delle aree vicine al “Meazza”. Il Comune di Milano lo ha comunicato, alla mezzanotte del 30 aprile, alla scadenza dell’avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse. Un esito prevedibile, dal momento che la finestra è rimasta aperta per poche settimane. Ora proseguiranno i lavori della Conferenza dei servizi, già iniziati quando potevano arrivare anche altre proposte. Il fronte di chi si oppone ai piani dei due club e a come la giunta comunale sta gestendo la vicenda tenta ancora di interrompere il percorso avviato. Oggi il comitato Sì Meazza, dopo aver già fatto un esposto alla Procura, ha inviato alla Corte dei conti una segnalazione perché indaghi per danno erariale, chiamando in causa il Comune. Luigi Corbani del comitato Sì Meazza spiega perché ha depositato questa segnalazione.

    Clip - 02-05-2025

  • PlayStop

    Esteri di venerdì 02/05/2025

    1) Gaza senza cibo da due mesi. Il blocco israeliano agli aiuti continua indisturbato mentre la fame dilaga tra la popolazione. Nella notte colpita con droni la nave della Freedom Flotilla, che voleva portare aiuti nella striscia. (Sami Abu Omar, Simone Zambrin - Freedom Flotilla) 2) Guerra in Ucraina. Secondo le Nazioni Unite la situazione lungo il fronte è peggiorata da quando sono iniziati i negoziati per il cessate il fuoco. In esteri la testimonianza da Sumy. 3) Germania, i servizi segreti classificano Afd come partito estremista. I leader del partito rispondono: azione politica, ci difenderemo. (Alessandro Ricci) 4) L’effetto Trump sulle elezioni nel pacifico. Domani Australia e Singapore al voto. In entrambi i casi i dazi americani hanno ribaltato i sondaggi. (Lorenzo Lamperti) 5) Mondialità. La partita sul clima si gioca tra Usa e Cina. (Alfredo Somoza)

    Esteri - 02-05-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di venerdì 02/05/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 02-05-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di venerdì 02/05/2025

    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

    Vieni con me - 02-05-2025

  • PlayStop

    "If You Asked for a Picture": il secondo disco dell'artista americana Blondshell

    "If You Asked for a Picture", uscito oggi, è il secondo disco ufficiale di Blondshell. Un lavoro in cui l'artista americana unisce al suo approccio indie rock la sua fascinazione per lo stile Motown, un album che contiene molto della sua identità, personale e musicale. Un disco di cui ha parlato oggi con Matteo Villaci in una lunga intervista a Jack.

    Clip - 02-05-2025

  • PlayStop

    Playground di venerdì 02/05/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 02-05-2025

  • PlayStop

    Jack di venerdì 02/05/2025

    Jack è il magazine musicale quotidiano di Radio Popolare: Matteo Villaci vi accompagna tra le ultime novità discografiche e le notizie del giorno, con approfondimenti, interviste e speciali. Senza mai dimenticare la passione per la musica dal vivo, con i nostri imperdibili minilive.

    Jack - 02-05-2025

  • PlayStop

    La mostra "Al Lavoro" al DumBo di Bologna

    Il sogno del posto fisso, testimoniato dagli scatti che ritraggono centinaia di persone durante un mega concorso pubblico, il precariato dei rider, ma anche le stragi sul lavoro, le donne e le lotte sindacali, le disparità e i diritti violati dei bambini, il lavoro agricolo, l’orgoglio dei lavoratori delle cooperative. È il racconto dell’Italia che lavora tra aspirazioni, difficoltà e incognite, la mostra multimediale “Al Lavoro” al DumBO di Bologna fino al 18 maggio 2025. Il servizio di Tiziana Ricci nella puntata di Cult del 2° maggio.

    Clip - 02-05-2025

Adesso in diretta