Approfondimenti

“Caro Poletti, le scuse non bastano”

“Caro Poletti, le scuse non bastano. Se fossi uno dei giovani del Pd chiederei anch’io, a voce alta, le dimissioni del ministro del Lavoro”.

La bordata arriva dal presidente della Toscana, Enrico Rossi, uno dei più autorevoli esponenti del Pd, che si è candidato alla segretaria del partito, in alternativa a Matteo Renzi.

Rossi è infuriato con il ministro Poletti per le sue parole sui giovani che vanno all’estero, ma anche per le affermazioni fatte da Poletti sul Jobs Act. “Dovremmo fare piani per il lavoro, un patto per dare un futuro ai propri figli. Invece li prendiamo a calci. Provo rabbia e sgomento. Questa è una generazione di giovani straordinaria, persone che vanno all’estero, lottano, si impegnano, persino alcuni di loro muoiono in circostanze terribili. Meritano rispetto questi cittadini d’Europa e del mondo”.

Presidente Rossi, lei, riferendosi alle parole del ministro Poletti, ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Chiedo scusa a mio figlio e ai giovani a nome del Pd”. Perché?

“Perché è chiaro che quella battuta (quella del ministro, ndr)– che pare nemmeno una battuta troppo dal senno fuggita, perché c’è persino un’argomentazione dietro – è offensiva, soprattutto verso i giovani. Io ho figli giovani, ho un figlio più o meno di quell’età, i suoi coetanei vanno all’estero. La battuta di Poletti fa il paio con l’espressione “choosy”, schizzinosi, che una volta ebbe a fare la ministra Fornero. E se pensiamo a come, a questo punto, il Pd e lo stesso governo siano invisi dalla fascia di età sotto i 35 anni, una fascia che soffre la precarietà del lavoro, la disoccupazione, credo che il ministro Poletti dovrebbe riflettere bene, anche sul da farsi”.

A questo proposito un consistente numero di giovani del suo partito ha chiesto le dimissioni di Poletti. Lei pensa che il ministro dovrebbe fare un passo indietro, anche per quello che disse contro il referendum sul Jobs Act?

“Mi sembra che siamo di fronte a una valanga di critiche che riguardano Poletti, ma che poi coinvolgono anche il partito e il governo, da cui non riusciamo troppo facilmente a uscire. Anche l’altra battuta sul referendum sul Jobs Act era piuttosto pesante (Poletti ai giornalisti che gli avevano chiesto di commentare il rischio di un bis della sconfitta dello scorso 4 dicembre aveva risposto “Se si vota prima del referendum della Cgil il problema non si pone. Ed è questo lo scenario più probabile, ndr). Io penso che lì si debba andare piuttosto verso un dialogo con la Cgil. Non possiamo produrre lo scontro sociale. Viviamo tempi nei quali bisogna piuttosto pensare a un patto per lo sviluppo, per la crescita. Quanto alle considerazioni dei giovani democratici sulla richiesta di dimissioni a Poletti, dico che è una scelta che devono ponderare lo stesso ministro, il presidente del Consiglio e anche il segretario del partito”.

Insisto. Lei auspica che Poletti debba fare un passo indietro?

“Trovino loro un modo per riparare a questo danno, che è piuttosto forte. Le cose che ho provato a dire io sono due: da un lato, è necessario impegnarsi per un piano per il lavoro, per i giovani – e io penso che si possa fare questo sforzo anche chiedendo un sacrificio agli adulti benestanti, persone come me potevano pagare l’Imu, per esempio. La revisione del Jobs Act sarebbe un secondo passo”.

In che modo concretamente?

“Contenere i voucher, riportare i voucher alla situazione pre legge Fornero, quando erano specifici per determinate figure professionali particolari, e non per tutte. Il tema dei licenziamenti è un altro tema su cui bisognerebbe fare un’apertura. Questo meriterebbe la convocazione di un Consiglio dei ministri, per poi presentarsi in parlamento con una risposta vera, quando ci sarà la mozione di sfiducia al ministro Poletti presentata da altre forze politiche. Non si può dare una risposta strafottente. La ferita è aperta e sulla ferita è stato buttato del sale e adesso bisogna bonificare, per ristabilire un rapporto con pezzi di società importanti senza i quali né il Paese, né il governo, né il Pd vanno da nessuna parte. I giovani potrebbero essere il nostro futuro. Questa è una generazione straordinaria di persone che vanno all’estero, lottano, si impegnano, persino alcuni di loro muoiono in circostanze terribili. Meritano rispetto questi cittadini d’Europa e del mondo”.

Meritiamo rispetto” è proprio quello che hanno scritto i giovani del suo partito. Hanno ragione a chiedere le dimissioni di Poletti?

“Se fossi un giovane le chiederei anch’io ad alta voce, senz’altro. Invito Poletti a riflettere su questa richiesta, invito il presidente del Consiglio e il segretario del mio partito a pensare insieme a Poletti una soluzione, che può essere anche una soluzione politica. Le semplici scuse non bastano. Se ci fosse invece una risposta politica forte, come quella a cui accennavo, quella di Poletti tornerebbe a essere una battuta dal senno fuggita”.

Lei chiede una risposta politica forte dal Governo, dal Pd sul lavoro, un’attenzione alle questioni poste dalla Cgil. Però questo è assai improbabile visto che l’ex premier Renzi, e attuale segretario del suo partito, ha fatto del Jobs Act la sua bandiera e ne rivendica i risultati.

“Anch’io faccio a volte delle bandiere delle mie iniziative. Poi però con la realtà ci si confronta, si discute, si corregge, si cercano equilibri. Tutto ci impone la necessità di riaprire il dialogo sociale. Sono convinto che anche dal referendum è venuta un’indicazione di questo tipo”.

  • Autore articolo
    Piero Bosio
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 20/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 20-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 20/11 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 20-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 20/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 20-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 20/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 20-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Cinema. Maternità desiderata e negata in un film in concorso a FilmMaker

    Cinque madri di diverse provenienze, raccolte in uno studio radiofonico parlano di maternità. “Sono le loro storie, con il proprio vissuto emotivo", spiega Fatima Bianchi, regista di Mater Insula. L’esperienza della maternità, desiderata o negata, è diventata la trama del mio film”. In questo concerto di racconti dolorosi, ma anche pieni di esperienza, vengono lette anche le lettere di altri madri anonime. “A volte la maternità si identifica come un’aspettativa nei confronti delle donne. La cultura patriarcale le vorrebbe ancora mogli e madri”. Girato vicino a Marsiglia, Mater Insula alterna scene in cui si vedono le protagoniste mentre lavano lenzuola in riva al mare: “sono stoffe gigantesche che mostrano l’affanno e la fatica quotidiana che ogni donna si porta sulle spalle”. L'intervista di Barbara Sorrentini a Fatima Bianchi.

    Clip - 20-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 20/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 20-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 20/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 20-11-2025

  • PlayStop

    Volume di giovedì 20/11/2025

    Il nuovo singolo dei Kneecap sulle illecite persecuzioni ricevute dal governo britannico e le misure green adottate a Bristol per consentire concerti a impatto zero la prossima estate. La terza edizione del Dinamica Contest, in scena domani sera all'auditorium di Radio Popolare, e l'appuntamento con Piergiorgio Pardo per la consueta rubrica LGBT+ del giovedì.

    Volume - 20-11-2025

  • PlayStop

    Natalino Balasso e il suo “APOCRIFO BRECHTIANO"

    “Giovanna dei disoccupati” di e con Natalino Balasso arriva al Teatro Carcano di Milano. I personaggi della “Santa Giovanna dei Macelli” di Brecht aggiornano linguaggio, contesto e funzioni ma non abbandonano la dinamica dominanza/sudditanza tipica del capitalismo. Il padrone non è più in carne e ossa, è una multinazionale, ma continua a colpire e sfruttare i più poveri. L’istigazione al consumo, facilitata dall’online, crea nuove povertà, quelle invece per nulla virtuali. Milioni di persone sempre più isolate, imprigionate in una macchina per soldi creata dal superuomo economico, mediocre e per questo spietato. Un ironico “apocrifo” di Bertolt Brecht, per tornare a pensare, grazie al teatro. Natalino Balasso è stato ospite a Cult. Ascolta l'intervista di Ira Rubini.

    Clip - 20-11-2025

  • PlayStop

    Le politiche sulle droghe

    Il 7 e l'8 novembre si è tenuta a Roma la Conferenza Nazionale governativa sulle Droghe e, contemporaneamente, la contro-conferenza della rete delle organizzazioni della società civile per la riforma delle politiche sulle droghe. Cosa è emerso? Ne abbiamo parlato con Leopoldo Grosso, responsabile dell'area tossicodipendenza del Gruppo Abele.

    37 e 2 - 20-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 20/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 20-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 20/11/2025

    Considera l'armadillo di mercoledì 19 novembre 2025 con Michela Kuan, biologa e responsabile ricerca senza animali di @LAV per parlare della xampagna contro la sperimentazione animale è della petizione per chiedere fondi per la ricerca alternativa. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 20-11-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 20/11/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Candida Felici è fra gli organizzatori della due giorni dedicata a Lucoiano Berio dal Conservatorio di Milano; al Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro Grassi si presenta il libro "La bella Resistenza" dedicato alle bambine e ai bambini, a cura di ANPI Scala; al Teatro Fontana di Milano è in scena "La città dei vivi", ispirato al libro di Nicola Lagioia, per la regia di Ivonne Capece; la rubrica di lirica a cura di Giovanni Chiodi...

    Cult - 20-11-2025

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 20/11/2025

    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

    Pubblica - 20-11-2025

  • PlayStop

    Medicina: ricorso collettivo contro la ministra Bernini

    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

    Clip - 20-11-2025

  • PlayStop

    A come Africa di giovedì 20/11/2025

    A cura di Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 20-11-2025

Adesso in diretta