Piovono Rane

Vittorio Feltri e una mandria di bufale

Volentieri ripubblico, per chi è interessato, un breve pezzo che scrissi nel 2009 sul signore che da ieri è il capolista di Fratelli d’Italia a Milano. Poi è solo peggiorato, scivolando direttamente nel genere “Raggi patata bollente” e “Bastardi islamici”.  

____

La prima patacca accertata è del 1990, ai tempi in cui Vittorio Feltri dirige “L’Europeo”: un’intervista sul rapimento Moro a tale Davide, “carabiniere infiltrato nelle Br” che avrebbe fatto irruzione nel covo di via Montenevoso.

E’ un racconto “esplosivo” su presunti memoriali e audio di Moro dalla prigionia, con tanto di dettagli erotici sui brigatisti Franco Bonisoli e Nadia Mantovani sorpresi nudi a letto. Peccato che sia tutto falso, dalla prima all’ultima riga, e il “Davide” in questione non esista neppure.

Nasce così, quasi vent’anni fa, il fenomeno Feltri: un misto di bufale (come quella su Alceste Campanile “assassinato da Lotta Continua”, mentre è stato ucciso da Avanguardia nazionale), rivalutazioni del fascismo (“Peccato che a scuola si continui a studiare la Resistenza”) e linguaggio da bar (vale per tutti il titolo sul calcio negli Usa: “Agli uomini piace, alle donne no, ma i negri non lo sopportano”, da cui si deduce che i “negri” non appartengono alla categoria né degli uomini né delle donne.

Nel ’92 Feltri è contattato da Andrea Zanussi, editore de “L’indipendente”, al quale spiega (testuale) che il quotidiano “ha bisogno di una bella iniezione di merda”. Detto, fatto: è il periodo di Mani Pulite e lui lo cavalca proponendo titoli come “Cieco, ma i soldi li vedeva benissimo”, riferito a un presunto tangentista non vedente.

Segue un falso scoop sulla morte di Pinelli, un attacco a Indro Montanelli (“è arrivato il tuo 25 luglio”), e il linciaggio di Norberto Bobbio (“mandante morale dell’omicidio Calabresi”), più un po’ di insulti alla Guardia di Finanza (che in quel periodo stava indagando sul Cavaliere).

Quasi inevitabile nel ’94 la promozione al “Giornale”, appena lasciato da Montanelli. Qui Feltri si fa riconoscere subito per i titoli farlocchi tra cui un mitico “La lebbra sbarca in Sicilia, contagiati a Messina quattro italiani” (vero niente). Notevole anche “Berlusconi vende la Fininvest”, così come la patacca sui miliardi di Milosevic “trasportati in sacchi di juta dalla Serbia all’Italia”.

Altrettanto sballate le accuse ai giudici Piercamillo Davigo e Francesco Di Maggio di essere soci in una cooperativa edilizia con Curtò e Ligresti.

Non mancano nuove “inchieste” revisioniste sul fascismo, come quella sull’attentato di via Rasella corredata da una foto falsificata della testa di un bambino staccata dal tronco: la cosa arriverà alla Cassazione, che nell’agosto 2007 condannerà il direttore parlando di un “quadro di vere e proprie false affermazioni”.

Avanti così, e nel ’95 Feltri si inventa che “la scorta del presidente Scalfaro ha sparato a un elicottero dei pompieri” (pura fantasia, ma è il periodo dello scontro politico fra il Quirinale e Berlusconi).

Di due anni dopo è un’intervista taroccata a Francesco De Gregori contro il Pci, un pezzo per cui il cantante porta Feltri in tribunale ottenendone la condanna.

Sempre nel ’97 una nuova – più grave – patacca costa a Feltri il posto: è quella sul presunto “tesoro” di Antonio Di Pietro, cinque miliardi di lire che l’ex pm è accusato di aver preso da Francesco Pacini Battaglia. Dopo parecchie querele, alla fine è lo stesso direttore a dover ammettere che si tratta di “una bufala”.

Segue per Feltri un periodo al “Borghese” e al gruppo Riffeser, fino alla fondazione di “Libero”, dove chiama a scrivere il puparo di Calciopoli Luciano Moggi e l’ex agente del Sismi Renato “Betulla” Farina.

Per lanciarsi, il quotidiano ha bisogno di fuochi artificali: di qui la falsa notizia che un centro sociale milanese è un covo dell’Eta basca, di qui uno “scoop” su Donna Rachele titolato “Mussolini era cornuto”. Poi arrivano le surreali accuse a Sergio Cofferati per l’omicidio Biagi (“La Cgil indica i bersagli da colpire”) e un altro falso scoop su Berlusconi (“Vuole lasciare la politica”).

Ma non basta, e allora Feltri parla di pedofilia pubblicando cinque foto di preadolescenti nudi in pose inequivocabili (con conseguente radiazione dall’Ordine, poi tramutata in “censura”). Di questa fase resta però ai posteri soprattutto l’elegante prima pagina con un disegno di Prodi nudo a quattro zampe e con il sedere alzato, pronto a farsi sodomizzare da un tappo di champagne con la faccia di Berlusconi.

Richiamato in agosto al “Giornale”, Feltri parte subito con la campagna più desiderata dal suo editore, puntando a tre obiettivi: intimidire i giornalisti non allineati (occhio che se critichi il premier ma poi paghi la colf in nero o non versi gli alimenti all’ex moglie, io lo scrivo in prima pagina); livellare tutti nel fango per provare che Berlusconi non è peggiore di chi lo attacca, in base al “così fan tutti” autoassolutorio; far fuori quanti nella Chiesa osano criticare il premier.

Così in poche settimane “il Giornale” diventa una fabbrica di linciaggi in serie: da Eugenio Scalfari a Enrico Mentana, da Gustavo Zagrebelsky a Concita De Gregorio, da Dino Boffo a Ezio Mauro, fino a Ted Kennedy e Gianni Agnelli (a Feltri infatti piace sparare anche sui morti).

A proposito: negli ultimi anni di vita, Indro Montanelli diceva che non riconosceva più il suo “Giornale”, gli sembrava “un figlio drogato”. Viene da chiedersi cosa avrebbe detto se avesse visto Feltri all’opera dopo.

  • Alessandro Gilioli

    Nato a Milano nel 1962, laureato in Filosofia alla Statale. Giornalista dai primi anni 80, ho iniziato a Rp da ragazzo poi ho girato per diversi decenni tra quotidiani, settimanali e mensili. Ho scritto alcuni libri di politica, reportage e condizioni di lavoro, per gli editori più diversi. Tornato felicemente a Radio Popolare dall'inizio del 2021.

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 30/03/2023

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra…

    Rassegna Stampa - 30/03/2023

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 30/03/2023 delle 7:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione…

    Rassegna Stampa - 30/03/2023

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 30/03/2023

    1- Rientra in Brasile l'ex presidente Jair Bolsonaro dopo 89 giorni passati negli Stati uniti nei prossimi giorni il leader…

    Esteri - 30/03/2023

  • PlayStop

    Muoviti Muoviti di giovedì 30/03/2023

    (129 - 320) Dove scopriamo che i commercialisti hanno qualche problema con l’intelligenza artificiale. Probabilmente non riusciremo a rispettare gli…

    Muoviti muoviti - 30/03/2023

  • PlayStop

    Di tutto un boh di giovedì 30/03/2023

    l’Italia è una repubblica fondata sul sentito dire. Tra cliché e cose spiegate male, è un attimo perdersi un pezzo…

    Di tutto un boh - 30/03/2023

  • PlayStop

    Madeleines di giovedì 30/03/2023

    Un ricordo può arrivare inaspettato, portandosi dietro la nostalgia di un mondo. Basta un accordo, una canzone, un suono. In…

    Madeleines - 30/03/2023

  • PlayStop

    Jack di giovedì 30/03/2023

    Ospiti in studio "Le Capre a Sonagli" con il nuovo singolo Funeral Rave Party e l'invito al loro live all'Arci…

    Jack - 30/03/2023

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 30/03/2023

    Con Monica Pais, Veterinaria e scrittrice parliamo dei rottami della Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, di Effetto Palla, di cani,…

    Considera l’armadillo - 30/03/2023

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 30/03/2023

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa…

    Poveri ma belli - 30/03/2023

  • PlayStop

    Cult di giovedì 30/03/2023

    Oggi a Cult: Patrizia Carrano firma "Tutto su Anna. La spettacolare vita della Magnani" (ed. Vallecchi); Felice Accame parla del…

    Cult - 30/03/2023

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 30/03/2023

    Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori

    Pubblica - 30/03/2023

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 30/03/2023

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi ai microfoni di Radio Popolare.

    Tutto scorre - 30/03/2023

  • PlayStop

    Note dell’autore di giovedì 30/03/2023

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è…

    Note dell’autore - 30/03/2023

  • PlayStop

    Prisma di giovedì 30/03/2023

    TRA CONDONO FISCALE PENALE E NUOVO CODICE DEGLI APPALTI. I REGALI DEL GOVERNO ALL'ILLEGALITA' Raffaele Cantone, ex presidente dell'autorità anticorruzione,…

    Prisma - 30/03/2023

  • PlayStop

    Il demone del tardi di giovedì 30/03/2023

    a cura di Gianmarco Bachi

    Il demone del tardi - 30/03/2023

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 30/03/2023

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni…

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 30/03/2023

  • PlayStop

    Caffè nero bollente di giovedì 30/03/2023

    Ogni mattina dalle 6 alle 7 insieme a Florencia Di Stefano-Abichain sfogliamo i giornali, ascoltiamo bella musica e ci beviamo…

    Caffè Nero Bollente - 30/03/2023

  • PlayStop

    Jazz Ahead di mercoledì 29/03/2023

    Jazz Ahead 207 1. Rage, Kira Linn, Illusion, Whirlwind Recordings, 2023 2. Lost and Found: everything is ok, Robert Honstein,…

    Jazz Ahead - 30/03/2023

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 29/03/2023

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 30/03/2023

Adesso in diretta