Urlando furiosa

“The Rumble in the jungle”

“Quella di oggi è una giornata storica per il mondo dello spettacolo” così il Ministro Dario Franceschini  annuncia al mondo la sua grande proposta portata in Consiglio dei ministri.
Iniziano a girare in chat stralci di documenti, ricevo le slide del sistema di welfare che contengono parole in grassetto e frasi molto vaghe ma sicuramente accattivanti nella grafica.
Telefono ai colleghi per cercare di capire che cosa stia succedendo e soprattutto perchè ha presentato una proposta in questo modo?
I più preparati mi spiegano punto per punto quanto viene dichiarato nel Decreto Sostegni Bis.
Io mi sento come sulle  montagne russe.
Ascolto, faccio scorrere il documento, mi sento così inetta e incompetente in materia giuridica ma allo stesso tempo così salda nei principi.
Cerco in rete le dichiarazioni del Ministro di un amputato Ministero e mi appare la sua faccia.

Penso ad un incontro di boxe.

A volte mi capita di procedere per associazioni emotive.

Rimuovo quest’immagine facendo appello ai principi ecumenici di una sfortunata infanzia.

Rimuovo anche quelli con pensieri triviali.

Torno allo schermo del computer.
Penso alla sua apparizione durante l’occupazione del Globe Theatre a Roma.
Aveva chiesto con fare paternalistico di considerarlo uno di noi, un nostro portavoce.
Il problema è che anche con tutte le migliori intenzioni, mi è impossibile farlo.
Cerco la notizia in rete e leggo i virgolettati: dichiara di aver consultato associazioni e coordinamenti, e che tutto questo è frutto di un importante dialogo con  le realtà del settore.
Quali? 

Questo è un colpo basso. E’ sleale.

Perchè se davvero si fosse consultato, se avesse tenuto conto della miriade di documenti che gli sono stati consegnati e protocollati, se avesse tenuto conto, anche solo in minima parte della proposta di Riforma del lavoro nello Spettacolo consegnata il 30 aprile e acquisita agli atti pochi giorni dopo, non avrebbe potuto procedere in questo modo.
Ora che si fa?

Abbiamo ancora qualche round da giocare, perchè questo sistema di welfare si potrà completare solo con l’approvazione del nuovo disegno di legge, non abbiamo molto tempo però.

“Ascoltami bene…lui non sa colpire…è impacciato, non ha gioco di gambe. Ha due possibilità: minima e zero”
Muhammad Ali intervistato da David Frost 1974

  • Rita Pelusio

    Attrice e regista, nei suoi lavori con la drammaturgia di Domenico Ferrari utilizzano il linguaggio dell’arte comica per affrontare tematiche sociali e civili. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche. E’ amica di Radiopopolare con la quale si sveglia ogni mattina.

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    La legislatura in corso non è solo quella in cui si registra la longevità del governo Meloni e della sua presidenza del Consiglio. E’ anche la prima legislatura successiva alla modifica costituzionale che ha ridotto il numero di parlamentari. I deputati sono stati tagliati a 400 (rispetto ai 630) e i senatori a 200 (rispetto ai 315). E' servita a qualcosa la riduzione dei parlamentari? Le motivazioni della legge del 2019 (votata a stragrande maggioranza) parlavano di miglioramento dei lavori parlamentari e di risparmio nei costi del Parlamento (500 milioni su 4 miliardi di euro complessivi). Se n’è vista traccia? La campagna contro la “casta” che incentivò il taglio dei parlamentari ha inizio dodici anni prima della legge costituzionale. Prima con il libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella “La Casta” (pubblicato nel maggio 2007), scritto dai due giornalisti del Corriere. Sulla copertina c’era scritto: così i “politici italiani sono diventati degli intoccabili”. E poi con il raduno di Grillo a Bologna, il V-day dell’8 settembre 2007, con 50 mila persone in piazza Maggiore. La reazione alla Casta fu poi l’anti-politica. Di questo Pubblica ha parlato con un giurista e costituzionalista, Francesco Pallante, dell’università di Torino; e con la storica Valentine Lomellini, dell’università di Padova.

    Pubblica - 23-10-2025

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    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

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    LORENZA GENTILE - LA VOLTA GIUSTA - presentato da Ira Rubini

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    MANOVRA 2025. TRA PROPAGANDA, LITI E REALTA'

    La Manovra 2025 è in arrivo in Parlamento. Una manovra "leggera" i cui effetti vanno guardati nelle pieghe. La maggioranza si fa allo stesso tempo governo e opposizione, e si divide: alcune misure, sbandierate, quindi forse salteranno. A conti fatti, cosa si prospetta su voci essenziali come lavoro, pensioni, sanità, tasse? Ospiti: Maurizio Landini, segr. gen. Cgil; Andrea Capocci, giornalista scientifico de Il Manifesto; Massimo Alberti, redazione di RP. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 23-10-2025

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    Landini: “Manovra inadeguata: soldi alle armi anziché a salari, scuola, sanità. Rischio di deriva autoritaria”

    Il 25 ottobre la Cgil ha organizzato una manifestazione a Roma contro le politiche economiche del governo, il riarmo, per investimenti pubblici su scuola, salari, sanità. L’intervista del segretario Cgil Maurizio Landini a Radio Popolare. “La manovra è inadeguata: con le tasse più alte di lavoratori e pensionati si è ridotto il deficit per investire in armi anziché in spesa sociale. I profitti delle imprese sono ai massimi: servono aumenti contrattuali. In piazza per praticare la democrazia contro il rischio di deriva autoritaria”. Ascolta l'intervista a cura di Massimo Alberti.

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