Mia cara Olympe

Piccolo pensiero per la sera del 25 aprile

In quel libro bellissimo che è La ragazza del secolo scorso Rossana Rossanda, che fu staffetta partigiana,  ha raccontato: “Prendere e portare stampa clandestina, messaggi, armi, medicine, fasce e cercar soldi non era difficile. Gli appuntamenti erano precisi, nessuno mancava e se mancava si sapeva che cosa fare, chi avvertire e come. Non ci facevamo domande, ci proteggevamo l’un l’altro”.
Sul finire di questo strano 25 aprile, in cui siamo usciti  dalle nostre case, ma  ancora ci è preclusa la  piazza – e quanto è bella la piazza di Milano il 25 aprile –  mi risuona questa ultima frase: non farsi troppe domande, ma proteggersi l’un l’altro. Forse, mi dico, è anche un insegnamento per questa stagione che non chiede il coraggio grande, immediato, giovane che ebbero in tante e in tanti allora e che ancora ci lascia ammirati e grati e con quell’eterna domanda a girarci per la testa: “Ma io avrei capito che era quella  la cosa giusta? E  avrei avuto la forza per farla?”
Anche questo tempo, quello della pandemia domanda coraggio. Forse più dimesso, più piccolo, ma prezioso. Quello appunto, della protezione reciproca, per quel poco,  che  poco non è, che ciascuno di noi può fare per resistere e non da soli. Non è in caso che in tanti abbiano avvertito l’atto di vaccinarsi come un gesto che trascendeva l’ovvio, individuale sollievo. Ne ha benissimo scritto qui Raffaella Romagnolo, scrittrice, vaccinata tra i fragili : “E poi che ne sappiamo di che effetto fa il vaccino a chi ha la sclerosi multipla? A chi assume farmaci antirigetto? Ai diabetici gravi? Ai “fragili” tutti? Ma ciascuno fa la sua parte e noi la nostra e per questo provo una piccola fierezza. Non parlo di Guerra, ha ragione Michela Murgia a respingere le metafore belliche. Anche se poi, quando sei nei pasticci, ti fai andar bene l’immaginario che hai. Non Guerra, allora, ma qui, 12 aprile 2021, primo piano del padiglione 3 dell’ospedale di San Martino, per me è Resistenza”. 

  • Assunta Sarlo

    Calabromilanese, femminista, da decenni giornalista, scrivo e faccio giornali (finché ci sono). In curriculum Ansa, il manifesto, Diario, il mensile E, Prima Comunicazione, Io Donna e il magazine culturale cultweek.com. Un paio di libri: ‘Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia’ con Francesca Zajczyk, e ‘Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e di genitori a distanza’. Di questioni di genere mi occupo per lavoro e per attivismo. Sono grata e affezionata a molte donne, Olympe de Gouges cui è dedicato questo blog è una di loro.

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