DisOrdine internazionale

Meno male

Meno male.

 

Meno male che dopo tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 qualcuno e qualcuna ha imbracciato il fucile per riscattare l’onore d’Italia e donare a tutti noi la libertà. Meno male che non esisteva ancora il concetto di “contro il mainstream” (!). Meno male che qualcuno marciò verso la montagna e scese verso la città, e non tra le colline, quando questo significava mettere a rischio la propria vita. Meno male che qualcuno mise una bomba in via Rasella e meno male che continuiamo a pensare (fino a quando, di questo passo?) che la responsabilità delle Fosse Ardeatine fosse dei nazisti occupanti e non dei Partigiani. Meno male che nessuno si chiese se le armi che venivano paracadutate ai Partigiani fossero la causa della guerra o che le parole potessero fermare l’invasore. Meno male che c’erano Italiani e Italiane capaci di scegliere da che parte stare e di combattere – e uccidere – per la libertà. Meno male. E meno male che la Liberazione è dipesa da quelle generazioni, allevate nel fascismo ma capaci di distinguere da che parte stare. Almeno quando cantiamo “Bella ciao!”, ascoltiamo che cosa stiamo cantando. Buon 25 aprile a tutte e a tutti.

  • Vittorio Emanuele Parsi

    Insegna Relazioni Internazionali e Studi Strategici all’Università Cattolica a Milano, dove dirige l’ASERI – Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali – e all’USI di Lugano. Si occupa da molti anni dello studio delle trasformazioni del sistema globale, al crocevia tra politica ed economia e tra ambito domestico e internazionale. Ultimi volumi: Vulnerabili: come la pandemia sta cambiando la politica e il mondo (2021), The Wrecking of the Liberal World Order (2021).

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