Tra Buddha e Jimi Hendrix

La vita accade per te

È il 2005 e sono agli inizi della mia carriera di scrittore. Mi trovo a Sestri Ponente, quartiere operaio dove sono nato e cresciuto, in una palestra da sangue e sudore. Devo scrivere di una manifestazione legata al pugilato. È in quell’occasione che parlo per la prima volta con Walter Nudo, che si sta allenando duramente al sacco. Negli anni l’ho incrociato spesso in giro, da ragazzino facevo colazione al bar di suo papà vicino alla stazione prima di andare a scuola, e già allora Walter era un personaggio che non passava certo inosservato, coi capelli lunghi fino a metà schiena e gli stivali da cowboy.
Quel giorno in palestra, Walter mi parlò della boxe, degli incontri, della vita. Di come il trovarsi su un ring gli servisse per capire chi era. Dei momenti in cui – in balia di qualcosa o qualcuno che vuole solo stenderti e nessuno a cui chiedere aiuto – impari che quello che sei o credi di essere non conta nulla, e che per uscire da quell’angolo è solo sulle tue forze che puoi contare. In quel momento prendi coscienza di te stesso, delle tue paure, delle tue debolezze, ma anche delle possibilità che hai dentro.
Ricordo ancora chiaramente quanto la determinazione e la convinzione di Walter mi colpirono. Ma più ancora mi colpì il fatto che quello strano tipo bello come un modello che lavorava alla tv avesse bisogno di farsi rompere la faccia su un ring per non perdersi nel mondo dello showbiz.
Era chiaro a tutti come Walter con quell’ambiente c’entrasse poco o nulla. Più pugile che attore. Più cercatore che star. Più sostanza che apparenza.
In quel periodo non se la stava passando bene. Non lavorava da un po’, le cose con la prima moglie andavano a rotoli, e c’erano due figli piccoli di mezzo. Insomma un vero casino. Ma proprio pochi giorni dopo il nostro incontro gli era arrivata la chiamata per partecipare alla prima edizione dell’isola dei famosi in sostituzione di un concorrente infortunato.
“Vado, vinco e mi riprendo tutto” disse Walter agli amici della palestra.
E per Dio lo fece!
Si riprese la carriera, su questo non ci piove, ma non la serenità. Seguirono anni di alti e bassi perché, alla fine, questo suo essere più cercatore che star lo portava continuamente a rimettere in discussione tutto.
Un uomo inquieto, che leggeva libri di miglioramento personale, si interrogava sul senso della vita ma allo stesso tempo era ancora vittima della bramosia del successo, della popolarità, della vita sotto i riflettori. Forse per via di quegli anni trascorsi da “bambino non voluto” dalla mamma, che il piccolo Walter vedeva felice solo quando insieme guardavano la notte degli Oscar, convincendosi inconsciamente di dover diventare un attore bello e impossibile per potersi guadagnare l’amore materno.
Roba da psicologi, questa. Fermiamoci qui. Fatto sta che la vita di Walter è un saliscendi di gioie e dolori, successi e cadute, alti e bassi, ricerca di elevazione spirituale e attaccamento. Finché nel 2016 arriva il crash. Mentre si trova a Los Angeles per tentare di sfondare in America, è vittima di un incidente in moto e gli va in frantumi una gamba.
Senza soldi, con un nuovo matrimonio naufragato, e il rischio di restare zoppo, il pattern del ring dei nostri anni “sestresi” si ripete. Già perché Walter è così, per funzionare necessita della competizione, possibilmente con l’avversario più forte in circolazione: se stesso!
Ma stavolta, complice gli anni, la sfida si gioca su un altro tavolo: quello della comprensione, della crescita e della consapevolezza.
L’inizio di questo percorso è la Meditazione Trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi. Poi un viaggio in India, un altro nell’altrettanto mistica Indonesia e poi via fino all’Australia, le Hawaii e poi di nuovo gli Stati Uniti.
Per conoscere. Per conoscersi.
Un viaggio spirituale autentico, doloroso e a tratti commovente che Walter ci racconta nel libro “La Vita Accade per te” edito da Roi, l’ennesimo scalino salito da un uomo che, pur avendo sbagliato tanto, al mondo patinato dell’effimero ha sempre preferito il sentiero stretto e tortuoso della coscienza. Un viaggio che si completa veramente quando Walter, già parzialmente cambiato, si scopre vulnerabile a seguito di due terribili ictus e decide di rallentare la sua corsa, ritirarsi definitivamente dalle scene e mettere a disposizione degli altri le tante cose imparate nella sua vita meravigliosamente complicata.
Per scoprire, alla fine, che ancora una volta è nella via di mezzo di cui tanto ci parlò il Buddha ormai 2500 anni fa, che risiede la verità, per Walter come per tutti noi.

  • Federico Traversa

    Genova 1975, si occupa da anni di musica e questioni spirituali. Ha scritto libri e collaborato con molti volti noti della controcultura – Tonino Carotone, Africa Unite, Manu Chao, Ky-Many Marley – senza mai tralasciare le tematiche di quelli che stanno laggiù in fondo alla fila. La sua svolta come uomo e come scrittore è avvenuta grazie all'incontro con il noto prete genovese Don Andrea Gallo, con cui ha firmato due libri di successo. È autore inoltre autore di “Intervista col Buddha”, un manuale (semi) serio sul raggiungimento della serenità mentale grazie all’applicazione psicologica del messaggio primitivo del Buddha. Saltuariamente collabora con la rivista Classic Rock Italia e dal 2017 conduce, sulle frequenze di Radio Popolare Network (insieme a Episch Porzioni), la fortunata trasmissione “Rock is Dead”, da cui è stato tratto l’omonimo libro.

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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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