L'Ambrosiano

La soglia borderline

La soglia è spazio di confine naturale o convenzionale. Lo si considera e lo si valica nel rispetto delle aree che delimita, delle persone coinvolte in quei luoghi fisici o psichici, in base a regole volte al bene comune. La cultura della soglia è base di convivenza. Coltivarla serve a costruire relazioni buone, pensare a sé, all’altro, al futuro con fiducia. Se stravolta allarma: rivela una visione politica cui conviene spostare la soglia definita, far passare lo sconvolgimento per evoluzione naturale, mentalità collettiva, magari un progresso in nome d’una non meglio identificata istanza popolare. Ti accorgi e può esser tardi. Un carabiniere in servizio che dice di Mattarella: «Non è il mio presidente. Io non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco» va contro la Costituzione. Trasferendolo a incarico non operativo s’accredita una doppia morale: pensieri eversivi si possono avere ma in caserma. L’elezione diretta sognata a destra fa breccia, va sui media, ci s’indigna forse ma l’opinione pubblica intanto è avvertita. La soglia è alterata nel campo dei diritti con Ilaria Salis a Budapest in ceppi, manette, catene. Dopo un anno ecco Governo, diplomazia, Europa. Alla giovane maestra vengono restituite dignità? Giustizia? Si spera. È passato però il monito: attenti a contrastare i neonazi, si può esser costretti a difendersi mentre si credeva di rivendicare l’Europa della Liberazione e si rischia il posto con la Lega garantista solo per sé. Già la Cassazione ha sentenziato che dipende da come alzi la mano e gridi presente se sei reo o patriota. E La Russa ha ricordato che anche l’Italia ha catene alla Ilaria. Di soglia in soglia spostata per sdoganare i limiti del sentire diffuso la moralità pubblica ha un vasto range: dalla Commedia dell’Arte (Conte che teme Trump non lo chiami più “il mio Giuseppi” e glissa su Capitol Hill) alla Meloni del concordato preventivo dopo aver definito “pizzo di Stato” pagare le tasse. Il confine fascismo-sì-o-no è soglia borderline tra privilegi e vantaggi per pochi, ingiustizie e disconoscimenti per molti, libertà vaga per tutti. La Costituzione antifascista ci tiene Sulla soglia «a segnalare instancabile / un oltre / più oltre del cielo» per dirla col poeta Angelo Casati.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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