Bad Input

Arriva il nuovo Windows e io ho molta paura!

È stata una delle prime notizie che ho letto questa mattina. E mi ha fatto venire i brividi. Satya Nadella ha dichiarato ai media di essere “estremamente eccitato” e anticipa il prossimo aggiornamento di Windows. Anche se qualcuno lo chiama Windows 11, in realtà Microsoft ha annunciato da tempo che i nuovi sistemi operativi abbandoneranno la progressione numerica.

Il vero punto, però, non è quello del nome. Agli impallinati di tecnologia, questa notizia suscita una sensazione di angoscia, che nel caso dei giornalisti (come il sottoscritto) sfocia in puro terrore.

Perché? Molto semplice: da 20 anni a questa parte, le edizioni “rivoluzionarie” di Windows sono state sistematicamente delle ciofeche pazzesche. Qualcuno si ricorda il record di schermate blu detenuto da Windows Vista? O l’interfaccia in stile LSD di Windows 8?

Insomma: la regola è che di solito Microsoft alterna una versione del sistema operativo sensata a una che sembra avere il solo scopo di mandare fuori di testa chi la usa.

E siccome uno dei lati negativi di essere un giornalista è che si è obbligati a provare ogni nuovo sistema operativo, quello che si profila all’orizzonte è una probabile tragedia. Pensatemi. Tanto.

  • Marco Schiaffino

    Dopo una (breve) esperienza come avvocato, nel lontano 2000 mi sono trovato quasi per caso a scrivere di Internet e nuove tecnologie, quando il Web e il digitale erano una specie di hobby per smanettoni e appassionati di fantascienza. Mentre continuavo a scrivere per la mia banda di nerd, mi dannavo per trovare il modo di passare a quello che pensavo fosse un giornalismo “più serio”. Qualche volta ce l’ho anche fatta. Poi è successa una cosa strana: quello di cui mi occupavo da anni, ha cominciato a interessare tutti. Ho smesso di dannarmi.

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    Biometano fatto bene e transizione agroecologica per ridurre le emissioni climalteranti degli allevamenti. Legambiente e una parte del mondo degli agricoltori sta affrontando questo aspetto dell’inquinamento dell’aria della Pianura Padana. Il metano è molto più impattante sull’effetto serra dell’anidride carbonica, ottantaquattro volte in più. Se ne è discusso in un convegno alla Cascina Nascosta del Parco Sempione di Milano tra esperti scientifici, esperienze agricole e industriali, in Lombardia e Veneto, di recupero del metano dagli allevamenti. Uno dei focus è l’attenzione alle emissioni fuggitive, quelle nel ciclo del recupero primo e dopo lo stoccaggio nei reattori. Nell’Abc dei Domini Collettivi la professoressa Marta Villa dell’Università di Trento affronta Heimat, il legame con i territori di vita che accumuna gli usi civici di questi luoghi, da lasciare migliori per le generazioni future. Per Le Storie Agroalimentari Paolo Ambrosoni recensisce il libro Storie di Mozzarelle di Germano Mucchetti, un testo sulla diversità delle paste filate più famose, e i territori di produzione. Descriviamo la riscoperta e valorizzazione di grani locali e tradizionali dell’Appennino romagnolo, ma anche del Parco del Ticino milanese, nonché di antichi forni, del fattore alla Cascina Caremma di Besate, di comunità nel borgo di Morimondo e dell’adiacente Abbazia cistercense. Per gli autori fuori porta, geografie e storia dei paesaggi lombardi del Teatro Franco Parenti con la Fondazione Pierlombardo, in collaborazione con la Regione Lombardia, c’è la descrizione dell’agricoltore filologo Niccolò Reverdini dell’arazzo dedicato ai lavori in campagna di giugno, disegnato dal Bramantino ed esposto al Castello Sforzesco di Milano.

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