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Approvata la legge sul terzo settore

Ci sono voluti due anni, decine e decine di audizioni in parlamento, ma si è arrivati al voto definitivo della legge sul Terzo settore, un mondo fatto da volontari, associazioni, attività no profit, con un valore economico enorme dal punto di vista dell’utilità e dell’assistenza sociale, un motore potente che muove un’ampia rete di servizi sociali: sono circa 44mila le associazioni coinvolte e cinque milioni i volontari che vi prestano servizio. Una rete finora priva di una struttura giuridica e di norme che ne regolassero complessivamente funzioni e diritti.

Nasce un albo del Terzo settore e un codice che ne definisce gli obiettivi. Riordinata inoltre tutta la disciplina fiscale con agevolazioni e norme per le donazioni, e procedure più facili per ottenere beni pubblici inutilizzati, come per esempio terreni o case confiscate.

Per terzo settore si intendono gli enti privati nati con finalità civiche, di solidarietà e di utilità sociale. Non rientrano le associazioni politiche  o sindacali e nemmeno le fondazioni bancarie, a volte a metà tra beneficienza e impresa.

Viene sviluppato il servizio civile internazionale, aperto a tutti, anche agli stranieri residenti in Italia da cinque anni. La deputata del Pd Francesca Bonomi ha curato soprattutto questo punto.

Ascolta qui Francesca Bonomi

francesca bonomi

 

Le opposizioni non hanno votato la legge, perché ci sarebbero delle parti controverse. Oltre alle cooperative sociali, rientrano nella categoria le imprese sociali, cioè imprese profit, che si occuperanno di servizi sociali, per esempio l’assistenza, rispettando però regole precise nella distribuzione del capitale, che deve essere soprattutto a finalità sociale e nella proporzionalità delle retribuzioni. Inoltre viene istituita la Fondazione Italia, una fondazione che raccoglierà capitali per finanziare il Terzo settore. Due punti che non convincono per esempio Giulio Marcon di Sel.

Ascolta qui Giulio Marcon

giulio marcon

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    Anna Bredice
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    Epstein Files: spunta una lettera di Trump

    La notizia che pubblica il Wall Steet Journal è clamorosa. Il quotidiano finanziario di New York ha reso pubblica una lettera che Trump scrisse a Jeffrey Epstein, morto in carcere dove era rinchiuso con accuse di traffico sessuale tra minorenni, per il suo 50esimo compleanno in cui si faceva esplicita allusione all’intesa tra i due per via del rapporto con le ragazze di Epstein. La lettera è contenuta in un album con le lettere di altri amici di Epstein. Trump scrisse un immaginario dialogo tra i due in cui alludeva alle avventure sessuali come il piu forte legame della loro amicizia, corredato dalla foto di una ragazza nuda. Trump ha reagito alla solita maniera: è una fake news, ha detto, e ha annunciato una causa al giorrnale e all’editore Rupert Murdoch. Poi ha detto che il ministero della giustizia renderà noti i documenti su Epstein. In realtà il complotto degli Epstein Files fu alimentato proprio dagli ambienti della Alt Right statunitense che sostiene Trump. E lo stesso Trump ha accusato di nuovo i democratici. Mario Del Pero, professore alla univeristà Science Po.

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    19 luglio 1992, la strage di via d’Amelio a Palermo. Il giudice Paolo Borsellino viene ucciso in un attentato insieme ai suoi agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosìna, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traìna. A 33 anni dalla strage nuove polemiche segnano l’anniversario. La prima. L’Associazione dei parenti delle vittime delle mafie ha protestato una decina di giorni fa contro il governo Meloni per aver trasferito 43 milioni di euro dal fondo per le vittime delle mafie al finanziamento dei giochi olimpici di Milano-Cortina. La seconda vicenda – la principale – è quella che riguarda la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle mafie, presieduta da Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d’Italia, fidata collaboratrice di Giorgia Meloni sui temi della criminalità organizzata. La Commissione antimafia è bloccata per un veto della maggioranza di destra contro due suoi componenti dell’opposizione, i senatori dei Cinque Stelle ed ex magistrati Roberto Scarpinato e Federico Cafiero de Raho. In particolare, l’ex procuratore generale di Palermo Scarpinato è osteggiato dai parlamentari della destra perché le sue denunce sulle stragi del 1992-93 coinvolgono anche esponenti dell’estrema destra e dell’eversione nera. Roberto Scarpinato è stato ospite oggi a Summertime. Lo ha intervistato Andrea Monti.

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    La scrittura è resistenza Dialogo con la  scrittrice turca Asli Erdoğan, una delle voci intellettuali più prestigiose e scomode della Turchia. Perseguitata e incarcerata   solamente per avere detto la verità, è stata costretta a lasciare la sua amata Istanbul e dal 2017 si trova in esilio in Germania. I suoi libri, tradotti in tutto il mondo, sono allo stesso tempo intimi e politici e restituiscono il ritratto di un paese complesso. Con Serena Tarabini. Il meglio della festa di Radio Popolare, All You Need Is Pop del 6, 7 e 8 giugno 2025

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