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Alfano, un caso che nessuno solleva

Angelino Alfano è il vincitore della battaglia delle Unioni civili. Il suo piccolo partito, il Nuovo centrodestra, che a seconda di sondaggi più o meno benevoli pesa tra il 2 e il 4 per cento, è riuscito a ottenere un cambiamento radicale e sostanziale della legge. Il presidente del Consiglio Renzi, in altre occasioni scaltro e determinato nell’imporre la propria volontà politica, ha evitato ogni possibile ripercussione per il Governo, giocando di sponda tra Verdini e l’Ncd e tagliando fuori la sinistra del Pd.

Non solo la legge è stata snaturata ma l’asse politico dell’esecutivo si è spostato ancora più al centro.

Mentre Alfano celebrava il proprio successo, accadevano però due fatti che obbligano a una riflessione sul suo ruolo politico e che pongono due domande: Alfano può continuare a rimanere al Governo? E può continuare a dettare l’agenda alla maggioranza in tema di diritti civili?

Un fatto è l’inchiesta di Enna. La notizia che riguarda il titolare del Viminale è grave: secondo la procura siciliana, Alfano avrebbe sostituito il prefetto di Enna Fernando Guida il 23 dicembre scorso, cinque giorni dopo che quest’ultimo aveva commissariato l’università Kore creata da Vladimiro Crisafulli, uomo forte del Pd nella città siciliana. Secondo le accuse Alfano avrebbe esercitato un abuso d’ufficio per favorire Crisafulli.

A causa di un Rolex regalato al figlio, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, anch’egli di Ncd e punto di riferimento di Comunione e Liberazione, fu costretto alle dimissioni da Renzi.

Oggi, Renzi tace.

Il secondo fatto sono le dichiarazioni di Alfano nel giorno dell’approvazione della legge Cirinnà.

“E’ stato un bel regalo all’Italia -ha detto Alfano- avere impedito che due persone dello stesso sesso, cui lo impedisce la natura, avessero la possibilità di avere un figlio. Abbiamo impedito una rivoluzione contro natura e antropologica”.

Il Partito Democratico e il suo leader Renzi interverranno nei confronti del loro principale alleato, leader di partito e ministro dell’Interno, o sceglieranno il silenzio? La questione non è secondaria.

Difficilmente il capo di Ncd si dimetterà come fece il suo collega Maurizio Lupi. E’ del tutto improbabile che Renzi gli chieda di farsi da parte. La realpolitik ha le sue regole ferree e ciniche. Senza Ncd cade il governo.

Ma un chiarimento all’interno della maggioranza è necessario.

Diversi esponenti del Pd, dopo lo stralcio della cosiddetta stepchild adoption dal testo sulle Unioni civili, hanno affermato che il riconoscimento del figlio del partner verrà ridiscusso quando si affronterà la riforma della legge sulle adozioni.

Il potere di interdizione dimostrato da Alfano, il ministro che si permise di affermare “abbiamo evitato una rivoluzione contro natura”, lascia presagire che non sarà così.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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