
Che Netanyahu voglia bombardare i siti nucleari iraniani non è una novità. Il primo ministro israeliano lo dice da diversi anni, durante i quali ha cercato in tutti i modi di convincere gli americani che la via militare sia l’unica percorribile per fermare il programma nucleare di Tehran. Ma anche il presidente americano a lui più vicino, Donald Trump, non è per la quale. O meglio, non lo è in questo preciso momento. Per questo motivo quanto detto da CNN nelle scorse ore – Israele si starebbe preparando a colpire i siti nucleari iraniani – merita attenzione.
Le fonti sono all’interno dell’intelligence americana. Non hanno alcuna certezza sulla tempistica ma parlano comunque di preparativi israeliani per un’azione di questo tipo. Ci sarebbero dichiarazioni di diversi funzionari israeliani e ci sarebbero spostamenti di mezzi e armi. Un eventuale attacco potrebbe essere fatto con aerei oppure con missili. In questo momento nemmeno Trump d’accordo. Anche se lui ha parlato più volte di una possibile azione militare contro l’Iran. Ma questo è il momento della diplomazia. Iraniani e americani si sono già incontrati quattro volte. E il quinto incontro dovrebbe essere nei prossimi giorni.
La Casa Bianca ha detto che ci sono possibilità di un’intesa. Nella lettera dello scorso marzo a Khamenei, la guida suprema iraniana, il presidente americano aveva parlato di un negoziato al massimo di 60 giorni. La finestra è già passata, ma i colloqui veri e propri sono cominciati da meno di 40 giorni. Diciamo quindi che sulla carta dovrebbe esserci spazio per un accordo fino quasi a metà giugno.
Netanyahu potrebbe decidere di colpire l’Iran mentre gli Stati Uniti stanno trattando con Tehran? E in sostanza agire senza il via libera di Washington? Oltretutto Israele avrebbe bisogno del supporto americano per un’operazione di questo tipo.
Dovrebbe essere impossibile, a meno che Israele non valuti che la trattativa stia prendendo una piega a lui non favorevole. Ma questo, oltre al rischio di guerra regionale, potrebbe anche allontanare quello che ormai rimane l’ultimo alleato di Israele, gli Stati Uniti appunto, visto che nelle ultime settimane Trump – che vorrebbe una regione pacificata e terreno di grandi affari – ha manifestato più volte il suo disappunto per la guerra infinita a Gaza.
Nello specifico quello che vorrebbe Israele è la cancellazione totale del programma nucleare iraniano. Nessun arricchimento dell’uranio. La stessa posizione espressa negli ultimi giorni dall’amministrazione Trump, che però gli iraniani non accetteranno mai. La guida suprema, Khamenei, ha detto questa settimana che non ci sarà alcun accordo. Ma c’è una variabile. L’Iran non è mai stato così debole. Gli attacchi israeliani dell’ultimo anno e mezzo, la crisi economica per le sanzioni, il forte ridimensionamento dei suoi alleati nella regione. Tehran ha un margine di manovra limitato.