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A Milano l’80% dei migranti ora chiede asilo in città

C’è un dato che racconta bene come sta cambiando la composizione dei migranti che arrivano a Milano e il sistema di accoglienza. Fino a gennaio 2016 il 98 per cento dei migranti erano transitanti, persone che volevano raggiungere altri Paesi europei e che in qualche modo riuscivano a farlo. Solo il 2 per cento chiedeva asilo. Poi le frontiere francesi, svizzere, austriache, ungheresi, si sono chiuse al passaggio dei migranti e oggi, a Milano, l’80 per cento dei migranti non transita più e chiede asilo in città. Una città che, ha ricordato l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino in Consiglio comunale, da ottobre 2013 ha accolto 106mila profughi.

Cifre snocciolate durante un Consiglio comunale dedicato al tema migranti, dove le opposizioni di centrodestra hanno accusato il sindaco Sala e la sua giunta di non fare nulla nei confronti di Renzi per impedire l’arrivo dei migranti.

I dati dicono che rispetto a un anno fa il numero dei migranti arrivato in città è in calo, ma non potendo lasciare l’Italia si fermano in città. “Questo cambia tutto nella gestione accoglienza”, ha detto Majorino.

Prendiamo domenica notte. I migranti accolti nelle strutture comunali sono stati 3.680. In 422 hanno dormito nel sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), 508 si sono dichiarati transitanti, 1.050 quelli del sistema nazionale di redistribuzione del Viminale, 1.700 fanno parte di una “zona grigia”, come l’ha definita l’assessore, di cui l’amministrazione non sa pressoché nulla, e che chiedono asilo perché non riescono a uscire dall’italia, o arrivano dopo aver chiesto asilo in altre città. A loro si aggiungono poco meno di mille minori non accompagnati.

“A livello metropolitano e regionale ci sono decine di Comuni che ancora non fanno nulla o troppo poco rispetto alle loro possibilità”, ha detto Majorino in aula.

Confermato l’utilizzo della ex Caserma Montello, in zona 8, fino alla fine del 2017, quando partirà il progetto della cittadella della polizia. Nell’ex caserma troveranno posto al massimo 300 migranti, anche famiglie.

Altra operazione su cui il Comune vuole investire è l’impiego dei richiedenti asilo per lavori socialmente utili. “Dal primo novembre saranno impiegati anche nei servizi di assistenza alla persona”.

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    Il Maestro, caduta e rinascita di un ex divo del tennis nella Roma degli anni ‘80

    Raul Gatti è un ex campione del tennis caduto in disgrazia, alcolista e disoccupato, interpretato da Pierfrancesco Favino nel film Il Maestro: “Ho seguito il tennis fin da ragazzo e mi sono subito affezionato a questo personaggio perdente, il più fallito che ho interpretato nella mia vita. Perché anche quelli che ho rappresentato in passato, per quanto fossero decaduti, avevano comunque un atteggiamento da vincenti”. Siamo negli anni ‘80 e Gatti viene assoldato per allenare un giovanissima promessa, Felice Milella, un ragazzino di 13 anni con i numeri per partecipare ai match più prestigiosi. Il regista Andrea Di Stefano aveva questo progetto nel cassetto molto prima che il tennis tornasse ad essere uno sport di moda: “Ho scritto questa sceneggiatura nel 2006, l’ho depositata e abbiamo le prove – ironizza il regista. Doveva essere il mio primo lungometraggio, prima ancora di realizzare L’ultima notte di Amore, con Pierfrancesco Favino, a cui avevo già pensato allora per questo personaggio di divo decaduto”. L'intervista di Barbara Sorrentini al regista Andrea Di Stefano e a Pierfrancesco Favino.

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