“Siamo ora in uno dei momenti più difficili della nostra storia”. Sono le parole di Zelensky rivolte agli ucraine dopo il diktat di Trump. Gli Stati Uniti hanno concesso a Kiev tempo fino a giovedì per accettare il piano in 28 punti prima di ridurre le forniture di armi e la condivisione di informazioni di intelligence. Il presidente Zelensky ha cosi scoperto la brutalità della Pax Americana. Ne sanno qualcosa le popolazioni delle coree, dell’America latina, dell’Iraq, dei Balcani e della Palestina, per fare qualche esempio.
Ovviamente i modi di Trump hanno reso la situazione ancora più drammatica. Prima del suo arrivo alla Casa Bianca, Washington coinvolgeva i suoi alleati e li consultava anche se l’ultima parola spettava sempre e comunque al presidente degli Stati Uniti. Con l’assenza di Trump al G20 – che si apre domani in Sudafrica – si è persa una grossa occasione per un confronto con i leader europei.
Comunque un eventuale smembramento dell’Ucraina sarebbe l’ennesima sconfitta diplomatica dell’Unione Eurpea che ha investito ingenti somme per contrastare l’aggressione della Russia. D’altronde l’UE sta raccogliendo tutto quello che ha seminato, ad esempio tacendo sul genocidio a Gaza ha perso ogni credibilità politica agli occhi dei suoi cittadini.


