Le gemelle Kessler sono morte a 89 anni, per duplice suicidio assistito, nella loro casa di Grünwald, poco lontano da Monaco. Il gesto coraggioso ed elegante con cui hanno fatto il loro ultimo ballo, quello con la morte, conferma la loro ben nota e straordinaria tempra. Nate nel 1936 e sopravvissute alla distruzione della Germania nella seconda guerra mondiale (erano originarie della Sassonia, di una località vicino a Lipsia), avevano lasciato nei primi anni ‘50 la parte est del Paese per esordire nei locali di varietà di Düsseldorf, dove erano entrate in contatto con grandi artisti come Frank Sinatra e Fred Astaire, con i quali erano andate in tournée in molti paesi. A soli 19 anni erano state ammesse fra le mitiche Bluebell Girls del Lido di Parigi (pur non essendo britanniche!) e nel 1959 avevano rappresentato la Germania all’Eurovision Song Contest. Approdate anche in Italia, che allora viveva il suo boom, erano sbarcate nel gran varietà televisivo, guidato dal più creativo dei registi tv di allora: Antonello Falqui. Fu la leggendaria trasmissione Studio Uno, che le vide protagoniste insieme a Mina e a molti volti celebri dello spettacolo italiano, a consacrarle al nostro sabato sera. Ballerine, cantanti, soubrettes, attrici: le Kessler rivelarono all’Italia una professionalità performativa che contribuì a sprovincializzare il gusto del pubblico, a trasportarlo in contesto internazionale. Numeri come il Da-da-un-pa sono entrati nella memoria collettiva italiana quanto le canzoni di Modugno o le vacanze al mare. Per questo, sentirle ancora oggi definire “le gambe della Nazione” mette un po’ di tristezza: era uno sguardo profondamente machista e represso quello che riduceva due straordinarie professioniste dello spettacolo a una parte del loro pur bellissimo corpo. E infatti, la censura pesantemente bigotta della RAI di allora intervenne subito a salvaguardare l’italica morale, dotandole di pesanti calzamaglie nere, a sostituire le
più suggestive calze velate. Negli anni le Kessler diventarono sempre più italiane, di famiglia, per così dire e attraversarono il cinema, la pubblicità, perfino le foto su Playboy, con la consueta e un po’ ironica grazia. Memorabili restano sketch come quelli con Alberto Sordi, che sfoderava la sua maschera da italiano medio e un po’ complessato, in un bel contrasto con le gemelle. Tornate a vivere in Germania negli anni ‘80, nell’ultima parte della loro carriera erano spesso venute in Italia per frequenti apparizioni televisive e avevano ricevuto diversi riconoscimenti dai governi italiano e tedesco per il loro contributo alla riconciliazione fra i due Paesi. Hanno espresso il desiderio che le loro ceneri siano conservate in una sola urna, indivisibili fino alla fine.


