Dal sito della Caritas: i centri di ascolto forniscono supporto concreto per i bisogni primari come cibo (buoni pasto, pacchi viveri), farmaci, pagamento di utenze e spese di viaggio, compatibilmente con le risorse disponibili. Le persone che sono andate a bussare alla porta di questi centri, che si trovano in quasi tutte le città italiane, negli ultimi dieci anni sono aumentate del 62%. Non stanno tutti male allo stesso modo: una su due presenta almeno due forme di disagio: dalla povertà si passa facilmente all’emarginazione sociale, alle dipendenze, alla vulnerabilità su più fronti. Ad esempio, su quello del gioco d’azzardo, in crescita vertiginosa, sempre più appannaggio di persone in difficoltà con il miraggio della svolta. Ci sono altri allarmi nel rapporto Caritas. Negli ultimi dieci anni il numero di famiglie di “povertà assoluta” è cresciuto del 43%. Si tratta delle famiglie che non sono in grado di fare fronte ai bisogni primari, come il cibo, la casa, la salute. Il rapporto si basa su dati ufficiali, elaborati e messi in fila: compresi quelli dell’Ocse. I paesi che fanno parte dell’organizzazione sono 57. L’Italia è l’unico con un valore negativo di variazione dei salari medi: dal 1990 al 2020, – 2,9%. E a proposito di disuguaglianze, di cui si è molto parlato anche in relazione all’ipotesi di una tassa sui grandi patrimoni: il patrimonio medio dei 50mila più ricchi è più che raddoppiato nello stesso lasso di tempo. In compenso ci sono 25 milioni di persone che hanno visto la propria ricchezza ridursi di più di tre volte. Oggi hanno un patrimonio medio di 7 mila euro totali.


